È estate e a Milano fa un caldo dannato, quello che sale dall’asfalto ed esce dal cemento, che quando cammini sul marciapiede la suola della scarpa sprofonda qualche millimetro perché è tutto sciolto. Non sai bene per quale strano collegamento sinaptico, ma l’innalzamento delle temperature ha coinciso con l’insinuarsi di un pensiero terribile nella tua mente. Forse perché ricordi le estati in cui non eri costretto alla convivenza forzata con l’odore acre dell’impiegato davanti a te sulla metro rossa, già madido nella sua camicia azzurra ancora prima di arrivare in ufficio, quando non c’era Spotify free a sottolineare ogni due canzoni la tragica condizione del pendolare tra strani olezzi e ascelle pezzate, ti ritrovi a pensare che l’estate da minorenni si godeva di più.
E sorge spontanea una riflessione su quei pezzacci che ti capitavano a tiro all’epoca, nel 2000 o giù di lì, quando uscivi di casa la sera le prime volte e ti ritrovavi nella piazza del paese o, se la mamma ti lasciava duemilacinquecento lire, in gelateria; cose oscene, inqualificabili, meravigliose. La piazza e la gelateria quanto le hit. No, non mi riferisco a “Oops!… I Did It Again” (o meglio tecnicamente sì, ma il pop da classifica che invecchia può comunque mantenere una sua credibilità, quindi ci interessa poco—e comunque LEAVE BRITNEY ALONE, sempre). Così come “La Mossa Del Giaguaro” la credibilità non l’aveva nemmeno nel 2000, ergo anche Piotta rimane fuori dai giochi.
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Parlo delle hit da giostrai, dei beat eurodance che per qualche strana ragione solo il sommo vate Luigi Celestino D’Agostino e gli Eiffel 65 sono riusciti ad imprimere nella memoria collettiva dello Stivale. Un’enorme occasione sprecata, vista l’abbondanza di materiale uscita a cavallo tra ’90 e ’00 oggi dispersa in qualche solaio polveroso o in umide cantine, impressa su nastri che aspettano solo un’occasione per frusciare di nuovo o su cd che persino gli ambulanti di Cattolica si vergognano a mettere in mostra. Le compilation di quegli anni erano delle granate a frammentazione che facevano i morti ad ogni passaggio e non c’era un singolo BPM che non mietesse vittime, fossero dei ragazzini al luna park, dei veri clubber da Riviera o il compianto buongusto. Perché quando Hit Mania si chiamava ancora Hit Mania Dance la vita era più semplice, il calcio aveva ancora le sue bandiere, la colpa non era ancora dell’euro e al posto di baffi e Acne Studios c’erano i capelli con le punte colorate e Monella Vagabonda. Ed è in questa retorica simil-bomberista che ci si deve calare, sotto a una serie di layer d’ironia, per andare a ripescare dagli anfratti della discotrash italiana le perle migliori e poterne godere appieno.
Andare a ripescare le tracklist delle Hit Mania Dance e Dee Jay Parade di quell’anno è come sollevare una coltre di nebbia e riscoprire colori sgargianti e sfumature sbrilluccicose da troppo tempo dimenticate. Salta fuori che il 2000, oltre a vivere dell’onda lunga, lunghissima, dei due titoloni che rappresentano il cuore pulsante dell’italodance nel mondo, usciti agli sgoccioli del ’99 (e da cui numerosi singoli sono stati distillati anche l’anno successivo), sparò una serie di cartucce assolutamente impareggiabili. Qui ne trovate un po’, così vi mettete a piangere anche voi e domani andate a comprare il gel e vi ossigenate i capelli.
1. Magic Box – “Carillon”
Nella mia completa ignoranza di ragazzino non mi ero mai accorto della pronuncia così confusamente e chiaramente italiana: Magic Box all’anagrafe si chiama Tristano De Bonis e arriva dalla provincia di Latina. Forse qualche dubbio mi sarebbe dovuto venire anche a undici anni, quando Tristano per tutti i suoi 3:25 canta cariLLon. Poco importa, quella cassa dritta è così lentaviolenta che ancora mi commuovo. P O L I G L O T T A
2. Bamble B. – “Crime of Passion”
Venetissima DJ che può vantare in carriera ben DUE singoli prima di implodere, Bamble B. lascia in eredità un unico giro di synth + cassa spinta ripetuto su due canzoni e un sacco di cuori infranti. C O E R E N T E
3. Paps ‘n’ Skar – “Turn Around”
Vocals da Eiffel 65, synth un po’ più moody e trasognati, ed è subito capolavoro. Indecisi se cavalcare i cavalloni cyberpunk di Matrix o dare sfogo al loro mood più mediterraneo i Nostri scelgono entrambe le cose e nel video infilano spiagge, agenti segreti in pelle nera e mediterranean progressive. I M P E R I T U R O
4. Carolina Marquez – “Bisex Alarm”
Colombiana naturalizzata, Carolina era portatrice sana tanto di beat latino quanto di fluidità sessuale da prima che essere queer facesse figo. Peccato non abbia mai girato un video, avremmo visto grandi cose. E X C I T E M E
5. Ce Ce Lee – “Ole Le’”
Si commenta da sé. Anche strumentale. G E N E R A Z I O N A L E
6. Molella – “Genik”
Una colonna portante del cambio di secolo. E anche degli autoscontri di Fizzonasco. L U N A P A R K
7. Mauro Picotto – “Proximus”
Non solo sei un DJ storico, ma finisci anche per campionare un pezzo che verrà preso come jingle da un varietà televisivo in prima serata. P A O L O B O N O L I S
8. Prezioso feat. Marvin – “Emergency 911”
Un duo che non ha raggiunto il successo che avrebbe invece meritato, nel senso che qualsiasi stadio precedente al diventare re del mondo è troppo poco, ma sicuro alle feste giuste hanno droppato le granate giuste. F U O R I D A I M U S E I
9. Eiffel 65 – “Back in Time”
Europop e i suoi capolavori escono da questa lista per poche settimane perché hanno visto la luce alla fine del ’99, ma quegli anni erano talmente benedetti che ai campioni bastava qualche mese per sganciare un nuovo siluro. Non c’era gelateria né giostra che potesse resistere a Gabry e compagni, che all’epoca addirittura sbancarono a Top of the Pops. Il prontuario del truzzo di paese sta tutto qui. E S S E N Z I A L E
10. Gigi D’Agostino & Albertino – “Super (1, 2, 3)”
Non poteva esistere una classifica di quegli anni che non comprendesse il Dottore. Non solo, nella sua immensa produzione dell’epoca (che nel 2000 contò anche importanti riflessioni sulla vita e momenti di introspezione quasi kantiana) poteva forse mancare una collaborazione con l’uomo che per undici anni tirò le fila della DeeJay Parade? E quindi BANG, in quattro minuti cassa dritta, inglese, francese, idioma dei marziani, Albe & GG Dag Global Boogie. Superbe Workout Beat. Pumping Rhythm. Classifica saldamente in pugno per mesi. T A R A R Ì T H E P L A C E T O B E
Andrea è uno dei signori oscuri di Aristocrazia webzine.
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