50 modi per rendere meno pesante la vita di una persona nera in Italia

razzismo

Questo articolo è frutto della collaborazione di VICE con GRIOT, un magazine online e un collettivo di creativi, artisti e cultural producer che celebra la diversità attraverso le arti, la creatività e la cultura, e le storie a esse connesse di afrodiscendenti e altre culture in Italia e nel mondo.

“Essere neri e spensierati è già una rivoluzione” è la frase che Joelle, tra le protagoniste della serie Netflix Dear White People, rivolge al suo amico Reggie, uno degli animi più attivisti di un gruppo di studenti afroamericani che frequentano una prestigiosa università a maggioranza bianca.

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Ultimamente questa frase accompagna spesso i miei pensieri, soprattutto quando, a giorni alterni, mi sveglio in un paese che non riconosco più. Un paese in cui aggredire fisicamente o verbalmente il nero di turno sembra essere diventata una moda, o il modo per sfogare le proprie frustrazioni e manifestare la propria presunta superiorità. E in questo quadro un po’ ti deprimi e pensi che stai facendo robe culturali inutili che non raggiungono nessuno e non servono a cambiare le cose, né il pensiero di massa né i tuoi amici. Poi arriva una telefonata di una tua amica che con molta umiltà, verso la fine di una lunga chiacchierata, se ne esce con una domanda che illumina la tua giornata: “Senti Jo, ma è sbagliato dire la parola ne*ro? Ne parlavo l’altro giorno con un amico—bianco—che mi diceva che secondo lui si può dire.”


In un’Italia, in un’Europa, in un mondo che rischiano di essere sempre più anestetizzati e abituati a vedere il corpo nero non come essere umano ma come il terreno di battaglie e scontri culturali, sociali, politici, economici, sentire una domanda del genere—vi assicuro—è una boccata d’aria. Ecco, partendo da questa domanda e dalla mia esperienza, ho pensato di stilare una lista di cose, condivise da molti, da non dire o pensare se volete rendere un po’ più leggera la vita alle persone nere e di colore [utilizzato qui nel senso americano di POC] in Italia.

1. Non chiamare mai l’Africa “paese”. È un continente, proprio come l’Europa, composto da 54 nazioni ricche di diversità.

2. Evita di fare battute che fanno ridere solo te, tipo, “Oh, al buio ti si vede solo quando sorridi.”

3. Non fare mai seguire una frase iniziata con “Non sono razzista” (o, per esempio, “Non ce l’ho con i musulmani”) da un MA.

4. Non chiederci, “Come può qualcuno essere razzista se ha amici che sono neri e di colore?” perché potremmo sorprenderti con una risposta tipo, “Nello stesso modo in cui i serial killer e gli assassini hanno amici che sono ancora in vita.” Già, succede.

5. NON dire mai a un nero e a una persona di colore cosa è razzista e cosa non lo è. Lasciaci questo “privilegio” esperienziale da raccontare in prima persona.

6. Non dire MAI a qualcuno “Ma tu non sei nero, sei molto più chiaro,” come se fosse un complimento o una nostra aspirazione essere “più chiari”.

7. Se senti una persona di colore parlare italiano come il tuo professore di letteratura italiana, NON dirle, “Oh, ma come parli bene l’italiano!” e NON chiederle, “Perché parli così bene l’italiano?” E se ti risponde educatamente con un, “Sono italiano,” non fotterti ulteriormente chiedendole, “Sì, va bene, ma di dove sei veramente?”

8. Se un tuo concittadino di colore non parla alla perfezione l’italiano, non sbuffare, anche perché con molta probabilità è poliglotta: italiano, più lingua madre, più inglese, o francese, o altra lingua di derivazione europea.

9. Se torni dalle tue 12 ore di mare passate a fare la cotoletta sotto il sole, o da una vacanza esotica, e sei abbronzato, non te ne uscire con persone che non conosci (o anche che conosci) con, “Oh, guarda, sono diventato come te!” oppure “Ma tu ti abbronzi?” A questa seconda ti rispondo io: sì, ci abbronziamo anche noi con la pelle più scura.

10. Se incontri una coppia di persone le cui caratteristiche somatiche e cromatiche possono sembrarti identiche, non dare per scontato che “Siete fidanzati?” oppure “Siete fratelli/sorelle?”

11. Se vedi una ragazza o donna nera con i capelli afro al naturale, non toccarli!

12. Se invece ha i capelli lisci come spaghetti o di una consistenza più vicina ai capelli bianco- europei, non chiederle se ha una parrucca, e non dirle che dovrebbe portarli al naturale.

13. Se incroci un nero per strada, non stringerti la borsa, e non portare la mano alla tasca per proteggere il portafogli o il cellulare (e, già che ci siamo, non pensare sia ok chiedergli dell’erba solo perché ha i dreadlock). Anche noi passeggiamo, ci facciamo gli affari nostri, andiamo di corsa al lavoro o a un appuntamento.

14. Non dare per scontato che tutti i neri abbiamo il ritmo nel sangue, ascoltino hip hop o siano bravi nella corsa. Così come non dare per scontato che tutti i mediorientali siano di religione musulmana, che tutti i sudamericani amino le danze tradizionali latino-americane o il reggaeton.

15. Se ignori o non prendi posizione contro il razzismo, anche tu sei parte del problema.

16. Se qualcuno ti chiede di non usare la parola ne*ro perché è razzista, perché gli dà fastidio, non rispondergli che i tuoi amici neri la usano sempre tra di loro, o che ti permettono di chiamarli ne*ri, o che molti rapper la mettono nelle loro canzoni, o che in Spagna il termine indica il colore nero, o che originariamente nasce come aggettivo neutro latino (niger, nigra o nigrum), e che anche quando fioriva la lingua italiana non aveva alcuna accezione negativa legata alla razza.

17. Ancora meglio, NON usare e NON ripetere la parola ne*ro perché ti consideri nostro alleato.

18. Non chiedere mai a un africano o a un nero, “Tu parli l’africano?” Qualcuno ti ha mai chiesto se parli l’europeo?

19. A carnevale evita di mascherarti “da africano” o “da nero”, indossando gonnellini di paglia, anelli al naso, parrucche afro e/o tingendoti la faccia di nero. No blackface!

20. Se non hai visto Dear White People, guardalo.

21. Non dare per scontato che sappiamo tutto sugli altri nostri paesi di origine (la loro storia, cultura, le loro usanze, eccetera). Tu lo sai in che anno avvenne la spedizione dei Mille e perché? O sai se ci va la pancetta o il guanciale nella pasta all’amatriciana? I romani come me sicuramente non sbaglieranno.

22. Non tutti i neri e le persone di colore la pensano alla stessa maniera. L’esempio più lampante—e controverso—lo trovi tra i verdi banchi del Senato italiano.

23. Se un nero o una persona di colore ti dicono che “Il razzismo è negli occhi di chi lo vede” o “Io non ci vedo niente di razzista” legato a un particolare episodio, tra le varie opzioni ci può stare che abbia semplicemente un’opinione diversa, o che la sua visione delle cose sia talmente radicata nella cultura bianca da non percepire minimamente l’evidenza di tanti pregiudizi e episodi razzisti. Ognuno ha i suoi tempi d’altronde.

24. Se qualcuno ti dice di essere, chessò, ghanese, non cercare di metterlo a suo (dis)agio rispondendo, “Ah, io ho un amico burundese.” Non c’è bisogno di fare il tokenista.

25. Se non vedi—sai riconoscere—il razzismo intorno a te, non vuol dire che non ci sia. Ascolta sempre quello che una persona di colore ha da dirti: lo fa in base al suo vissuto personale e non per rubarti lo scettro del “Guarda che è così.”

26. Puoi avere un partner di colore, e i vostri figli potranno essere misti, MA non usarla sempre come carta “Io capisco e so, ecco perché parlo.” Ricordati che non sei immune al razzismo e ai pregiudizi. E non lo dico per sminuire la tua esperienza o metterti a disagio.


27. Ascolta attentamente il punto di vista di persone di colore e usa il tuo privilegio bianco per amplificare la loro/nostra voce, piuttosto che prendere l’iniziativa di parlare sempre a nome nostro.

28. Se nel tuo posto di lavoro o nei progetti che realizzi siete tutti bianchi, chiediti perché: potrebbe non trattarsi solo di crisi economica o di mancanza di persone di colore con le adeguate capacità.

29. Siamo diversi. Non siamo uguali. Non siamo un blocco monolitico. Proprio come voi. E insieme a voi siamo un noi. Guardaci come singole persone che hanno le proprie idee, la propria individualità, la propria vita.

30. Se vedi un uomo bianco o una donna nera portare a passeggio un bambino con una tonalità diversa dalla loro, NON chiedere mai, “Che bello, l’ha adottato?” (è successo alla mia metà) oppure, “Che bello, lei è la sua babysitter?” (è successo a mia cugina).

31. Non dire mai a una donna o a un uomo di colore, “Sei così esotica/o,” e se qualcuno te lo dice, non prenderlo come complimento.

32. E se vuoi andare a letto, o sei andato a letto con una persona di colore, per favore, non cercare di abbordarlo/a o compiacerlo/a con “Sai che non ho mai fatto sesso con…” o “Sai che è stata la mia prima volta con…” E, di nuovo, se te lo dicono non prenderlo come un complimento.

33. Non cadere nello stereotipo che tutti gli uomini neri siano big bamboo e macho men.

34. Anche le persone di colore possono essere gay. Davvero!

35. Parlare e dibattere sempre e solo di razza e razzismo non è tra i desideri di tutti i neri e persone di colore. Ci piace parlare anche di altro.

36. Se lavori nel sociale, in qualche ONG che opera a Sud, fai attenzione a non assumere quell’atteggiamento da “White Savior” del mondo.

37. Se hai figli, esponili sin da subito alla diversità estetica—e culturale—comprandogli bambole di colore, o libri con personaggi di colore, per fare due esempi veloci.

38. Se i tuoi figli sono il risultato di un amore interrazziale, fai di tutto per farli stare anche con bambini che condividono percorsi famigliari simili.

39. Non guardare i migranti come macchine funzionali a pagare le pensioni colabrodo degli italiani. Possono essere anche altro: tipo esseri umani come te con laurea, master o altre professionalità, pronti a migliorare la loro condizione e, di conseguenza, il paese che diventa la loro casa.

40. Se lavori nel cinema, o in televisione, e sei un produttore, autore, sceneggiatore, regista (amici e conoscenti che mi leggete), includi nel tuo staff persone di colore e nei tuoi film e programmi personaggi di colore, ma NON fargli interpretare sempre i soliti ruoli stereotipati: l’immigrato, il pusher, il criminale, la prostituta, la domestica, o la persona che deve dibattere solo di immigrazione, razzismo, guerre. Usa l’immaginazione.

41. Non dichiarare—nel 2018—quando rilasci interviste che in Italia non ci sono attori italiani e neri per fare film. Così facendo dimostri di essere lontano dal presente, perché… “Maddai,” esistono: Lorena Cesarini, Ester Elisha, Liliana Mele, Tezeta Abrham, Gamey Guilavogui, Rosanna Sparapano, Alberto Malanchino, Germano Gentile, Aaron Maccarthy, Antonio Campobasso, Abibou Jackson Ndiaye, e ne ho citati solo alcuni.

42. Se una persona nera o di colore ti dice che non si sente rappresentata dai media, dall’industria culturale, dal mondo dell’arte, dall’industria della moda, eccetera, credile. E se conosci realtà come GRIOT, sostienici e aiutaci a crescere.

43. Coinvolgi neri e altre persone di colore con un adeguato background culturale e artistico per costruire o partecipare a progetti, lavori, convegni e conferenze, festival, mostre che hanno a che fare con la razza, l’Africa e la sua diaspora, o altre culture in cui siamo anche noi l’oggetto di discussione. Sarai più credibile.

44. Coinvolgi neri e persone di colore per progetti, lavori, convegni e conferenze, festival, mostre che non hanno a che fare con la razza, l’Africa e la sua diaspora, o altre culture. Sarai più inclusivo.

45. Sostieni attività, progetti e prodotti culturali e commerciali creati e gestiti da persone di colore.

46. Leggi (lo dico anche a me stessa e agli italo-africani-caraibici) più libri possibili di autori e giornalisti africani e della diaspora africana per comprendere la nostra società e ampliare in generale la tua cultura.

47. Se assisti a un episodio di razzismo o discriminazione nei confronti di una persona di colore (o di qualsiasi discriminazione), non stare fermo, parlane, denuncia.

48. Ricordati che tra i tuoi contatti Facebook probabilmente hai anche amici o conoscenti italiani figli dell’immigrazione. Sii coerente, quindi.

49. Molte di queste voci (e molte altre se ne possono chiaramente aggiungere) valgono più in generale per tutte le persone con colore della pelle o origini diverse dalla tua. E, approfitto per aggiungerlo: non usare la nazionalità (“filippino”, o “indianino” o “bangla”) nei tuoi post Facebook come modo per informare i tuoi amici che stai cercando qualcuno che ti aiuti nelle pulizie di casa o nel tuo locale.

50. Non pensare che io—o chi potrebbe dirti cose come queste—voglia fare la maestrina o attaccarti. È noioso a volte dover star sempre a spiegare o a puntualizzare, ma se leggi questi punti magari le prossime volte ti ricorderai di questa guida e ci penserai due volte prima di dire qualcosa che può risultare pesante e fastidioso.

Johanne è la fondatrice di GRIOT. Tra le altre cose, ha realizzato The Expats, The Untold Stories of Black Italians Abroad, una serie documentario girata tra New York e Londra in cui creativi italiani afrodiscendenti e non raccontano la loro esperienza di essere neri in Italia e all’estero. Segui GRIOT su Facebook e Instagram.