Il deputato dei Cinque Stelle che crede di essere in un film di Rambo

Angelo Tofalo, deputato M5S al suo secondo mandato, viene considerato un “esperto di intelligence”: è stato membro del Copasir nella precedente legislatura, ha conseguito un master in materia presso la Link Campus University (la stessa dove insegna l’attuale ministra della difesa Elisabetta Trenta) e ora è sottosegretario alla Difesa.

L’ultima volta che mi sono imbattuto nella sua figura era per un grottesco fotomontaggio presente sul suo sito, in cui si vedeva metà faccia di Tofalo e metà del T-800 di Terminator. Ora invece me lo ritrovo con una mimetica e un mitra in mano, immortalato in un video su Facebook mentre spiega di essersi vestito così “per capire cosa si prova” a essere un militare.

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Qualche giorno fa, Tofalo si trovava a Palazzo Esercito per una riunione in cui ha approfondito con l’Esercito “specifici aspetti tecnici dell’operazione ‘Strade Sicure’”—un’operazione di sostegno alla pubblica sicurezza avviata dal governo Berlusconi nel 2008.

Durante la riunione, a detta di Tofalo, sono stati sottolineati i risultati positivi e si è parlato anche dell’equipaggiamento dei soldati. “Potrebbe sembrare banale,” ha dichiarato nel video postato su Facebook in cui ricostruisce la sua giornata. “Ma posso assicurarvi che non lo è ed è per questa ragione che ho chiesto di poter indossare quello che i nostri militari portano addosso nei turni di servizio, per acquisire maggiore consapevolezza e conoscenza.”

Il video poi riprende il sottosegretario alla difesa mentre maneggia un mitra e spiega le varie tipologie di equipaggiamento militare come se fosse sul set di un Rambo qualsiasi. Tra i commenti in molti lodano la sua iniziativa, sostenendo che non era “mai accaduto prima che un politico indossasse letteralmente i panni di chi rappresenta come incarico di Governo.”

In un’intervista apparsa sul Corriere della Sera Tofalo è poi tornato sull’esperienza dicendo che calarsi nei panni di un militare è stato “molto utile,” e che proverà addirittura a fare un turno in strada “senza fare pubblicità per non attirare curiosi o mettere a rischio i militari.” Davanti al dubbio che possa passare un messaggio sbagliato, il sottosegretario ha precisato di averlo fatto per “sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza del sacrificio di questi uomini per la sicurezza collettiva.”

Una dichiarazione che lascia il tempo che trova se si pensa che Tofalo nel 2017 era finito nelle cronache per il suo rapporto (non penalmente rilevante, va detto) con una coppia di coniugi napoletani accusata di trafficare armi in Libia e Iran.

Così come lascia il tempo che trova se lo si pensa in un’aula parlamentare a mettere in filodiffusione ” People have the power” con un iPad o urlare “Boia chi molla.”