Gli Oneida al DalVerme. Foto via.
A volte dai per scontato che i posti che frequenti, nei quali hai passato metà della tua vita a buttarci sangue e sudore, rimangano lì in eterno proprio in virtù dell’ affetto che hai per loro: poi invece una mattina ti svegli e li trovi chiusi—senza motivo o comunque per motivi risibili—dal potere. Con un provvedimento che ricorda molto l’assurdità del “Processo” di Kafkiana memoria, gli amici e compagni d’avventure soniche del DalVerme si sono ritrovati costretti a smontare la baracca. Sono sette anni che questo circolo Arci è un punto di riferimento musicale a Roma ospitando concerti di indubbio valore, è gente che si fa il mazzo, insieme ne abbiamo passate tante. Questo non vuole essere affatto un articolo agiografico: al contrario. Se ho un problema con loro io vado direttamente dagli individui (perché di quello si tratta) e con una modalità dialogica mi confronto, se fanno stronzate sono il primo a andargli sotto, se fanno suonare gruppi de merda glielo dico. Ma se uno arriva dall’alto, spegne la luce e sparisce nell’ ombra senza spiegazioni, lanciando accuse infamanti… Eh no, questa cosa riguarda tutti, non solo un buco di circolo. E quindi diamo la parola a Claudia, che da anni è una delle responsabili della programmazione artistica del Dalverme, e capirete che non possiamo più chiudere gli occhi di fronte al continuo latrocinio delle nostre intelligenze da parte di chi potete facilmente immaginare.
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Noisey: Allora dimmi un po’ di quest’ordine di chiusura… Da dove proviene?
Claudia: Be’, l’ordine arrriva dalla questura di Roma—che ci imputa non s’è capito cosa… Una serie di reati assurdi. Pare stiano facendo un indagine preliminare su alcune accuse che ci imputano. Tipo che non siamo un’associazione culturale, che siamo un’attività di tipo commerciale travestita da associazione culturale, nonostante ci siano stati due interventi della questura stessa in cui non era stata rivelata in nessun modo questa cosa, perché non è stato trovato nessuno dei nostri soci senza tessera all’interno del circolo e neanche fuori, nessuno è stato trovato con bevande del nostro circolo fuori, mai. Sono state intervistate alcune persone che hanno saputo raccontare vita morte e miracoli del circolo e delle attività—tra l’altro una delle serate in cui sono intervenuti è stata la seconda serata di Thalassa, che è uno dei festival a livello culutrale piu riconosciuti, la gente che è venuta era anche da fuori Roma e sapeva perfettamente che cos’ era il circolo e che tipo di attività svolgeva, quindi questa cosa è surreale. Sono andati via con questi verbali in cui c’era scritto che la nostra è un’ASSOCIAZIONE CULTURALE, quindi non si capisce perché ad un certo punto, da che la questura stessa ha confermato questa cosa, il questore dice che non è un’associazione culturale.
E perché? Come mai?
AH non lo so! Sicuramente è un atto repressivo di tipo politico. Mi sembra ovvio, non vediamo altre ragioni altrimenti.
Ma forse c’erano delle antipatie nei vostri confronti? Che so… I vicini?
Il discorso è che secondo me c’è stata sempre una strumentalizzazione delle lamentele…Questa cosa è stata sfruttata come strumento, come mezzo di coercizione. Tipo “disturbi il vicinato, ci sono degli esposti,” ma se questi esposti siano di uno, di quattro o di tutta una famiglia, o di tutta una strada, pare non faccia differenza, perché davvero basta che ci siano quattro persone che si lamentano ed è lo stesso. E poi non si sa bene neanche di cosa si lamentino, perché anche là ci sarebbe da discutere. Ci sono stati diversi interventi della polizia, dei vigili, anche dell’ARPA, che ha rilevato un disturbo, non chiedendo nessun tipo di chiusura ma semplici adeguamenti (che sono stati effettuati dopo sospensione della scia da parte del municipio con la nuova ripresentazione approvata dal municipio stesso), ma in nessun modo questo è base o giustificazione all’atto subito successivamente. Nell’ultimo mese c’è da dire che i controlli sono stati sempre più serrati: in 15 serate in cui eravamo aperti abbiamo ricevuto dieci controlli, ma nessuno ha rilevato nulla, nessuna di quelle chiamate ha avuto un esito. Loro stavano davanti a noi, si prendevano il documento e scrivevano chiaramente che non c’era niente di anomalo all’interno del circolo.
Be’, io sono testimone dell’ infondatezza di tali lamentele, tanto che una volta proprio a livello dimostrativo ho fatto un dj set da voi solo di dialoghi a bassa voce o di gente che parlava, a volumi ridicoli. Nonostante questo sono riusciti a venire a rompere i coglioni lo stesso, vicinato con l’orecchio appizzato anche se non c’era un cazzo.
Esatto. Una volta sono riusciti addirittura a scendere e dire che c’era la musica a palla anche se il locale era VUOTO, essendo giorno di chiusura. Ma quando ci si inasprisce… cioè tutti abbiamo un vicino di casa anche dove viviamo, che magari ci rompe i coglioni perché facciamo un lavoro notturno, torniamo tardi la notte oppure facciamo una cena a casa con gli amici, teniamo lo stereo alto, teniamo la televisione alta o urliamo quando scopiamo. Io penso che il 90 percento della popolazione italiana abbia questo probelma. Quindi io non penso sia così strano che ci possa essere un vicino accanito, soprattutto quando non sei un vicino qualunque, ma sei un posto che aggrega delle persone, quindi è facile diventare un capro espiatorio della QUIETE DOMESTICA. Un’espiazione di evidenti repressioni personali. Ma da qui a quello che ci è stato detto ne passa, cioè ora ci accusano di non essere un’associazione culturale e di comportare un GRAVISSIMO PERICOLO…
Ma è assurda sta cosa.
… ma ti dico io perché. Applicano l’ articolo cento del T.U.L.P.S, ovvero una legge degli anni Trenta, dell’ età regia, per dirti come stiamo, per sottolineare…
Be’ retromania totale!
Eh sì, assimila la nostra attività quotidiana del circolo—quella di fare concerti, di aggregare, di associare persone, di parlare—ad un problema di ordine pubblico. Chiunque ha frequentato il circolo sa invece che è uno dei posti in cui i concerti finiscono prestissimo, di DJ set se ne fanno pochissimi e a volumi moderati, se non inesistenti. Come anche il nostro bar, che viene segnalato come POSSIBILE attività commerciale e in realtà è un bar e basta…
Spieghiamo meglio questo punto.
È normale che una associazione culturale offra un servizio ai soci come quello del bar. Ok? Il bar, specialmente quello del Verme, (anche qui chiunque l’abbia frequentato può confermare) offre nel nostro caso qualcosa di CULTURALE, perché Andrea, Francesco, Mario, i ragazzi che si occupano di star dietro al bar, sono appassionati di mixology, di birre, di vini, ma anche io e Marzia …Insomma, ci piace bere bene e quindi abbiamo una scelta, abbiamo prodotti che vengono da microbirrifici, che noi promuoviamo culturalmente, cioè è parte del lavoro culturale anche far conoscere quei prodotti al più possibile numero di persone, di soci. Fortunatamente non esiste solo la birra Peroni: perché dobbiamo berci per forza la merda in un’associazione culturale? Quando sono diventata socia ci siamo incontrati anche su quella scelta lì, avevano dei vini da paura perché spingevano delle realtà particolari, ti spiegavano tutti i dettagli, di come si arrivava a quel vino…
A contributo del socio.
Be’ certo, sai le volte che uno arriva e dice “ao c’ho due euro…” è a contributi di risposta della materia prima alla fine che sono assolutamente quelli, perché io propongo prodotti che magari hanno un costo di materia prima molto più alto, perché sono prodotti particolari, locali, ma quella comunque è fare cultura. Cioè, incontrarsi per bere insieme un vino buono, particolare, e non il Tavernello, conoscerlo, o sapere che in un posto non vai solo a bere un cocktail, ma ti spiegano come viene fatto, la storia, le sue varianti… Tutti lo sanno che al bancone la sera, prima di consumare, minimo passano trenta minuti di chiacchiere.
Poi magari col Marziano che offre a caso!
Si, tra l’altro. Cioè il discorso che ci contestano sul bar commerciale è una fandonia. Perché se io sul sito scrivo la qualità del prodotto è perché sto veicolando cultura …È una scelta molto etica, direi anticommerciale, perché io non sto spingendo un prodotto dicendo “ti faccio lo sconto”, e non capitalizzo, no. Da noi lo puoi approfondire perché te ne parliamo e perché bevi una cosa buona che non conosci. È come la musica. Io spingo il mio concerto perché reputo valido quell’ artista culturalmente.
Ecco, parliamo della musica, che è il vostro pane… Da quando è nato il Verme, sette anni fa, è diventato il punto di riferimento di certe scene.
Sì, o meglio di alcune scene italiane e internazionali. Questo perché innanzitutto io e Toni [Cutrone, NdR] che siamo quelli che curano poi nella fattività la programmazione musicale, cerchiamo di tenere un po’ insieme i pezzi.
E qui approfondirei un po’ la storia…
Be’, come sai meglio di me, il problema nasce perché a Roma noi e i nostri amici—te compreso—non trovavamo un posto in cui suonare e in cui portare le band che ci piacevano. Da anni portavamo comunque queste band a Roma, ma eravamo costretti a farle suonare in situazioni spesso non adeguate, se non imbarazzanti. Si tratta, appunto, di persone che prendono attivamente parte alla costruzione degli eventi e propongono quotidianamente band, promuovono progetti che voglino sviluppare all’interno del circolo. Insomma, il circolo è nato da una necessità. E poi volevamo che fosse un posto con un taglio totalmente nuovo, totalmente nostro, nella nostra ottica e nella nostra modalità, e questo ci è stato abbondantemente riconosciuto.
Tu sei arrivata dopo, no?
Io attivamente un paio di anni dopo, ma le cose le ho incominciate ad organizzare anche io appena loro hanno aperto. Però conoscevo gli altri da tantissimo tempo, perché comunque abbiamo tutti sempre suonato, c’è da dire anche questo, siamo sempre stati attivi, da anni, ognuno nella sua modalità, nell’ ambito della scena underground romana, e non solo.
Tu sei la parte più hardcore, giusto?
Io sono quella un po’ più hardcore [Ride] però non è nemmeno troppo così… Più che altro sono quella che tiene insieme i pezzi di quel mondo, del versante HC, che vengono dalla cultura dei centri sociali, di squat e così via… Forse sarà per quello che ci danno dei delinquenti a caso? Però non sono solo legata a politche più “strong”, forse perché mi ascolto anche la musica classica. Quindi poi paradossalmente mi trovo a occuparmi di act anche più sperimentali, che magari Toni non conosce, perché mi vengono proposti o perché me li vado a sentire, o perché magari ci collaboravamo con la mia etichetta. Toni si occupa più del versante psic-occulto sperimentale, e tiene i contatti con Blutopia, quindi il filone free jazz, jazz. Blutopia è un’altra associazione culturale al Pigneto in cui c’è Fabrizio Spera, uno dei primi batteristi free jazz che ci sono stati qui a Roma, e lui in particolare ha contatti con musicisti molto importanti. Grazie a lui abbiamo fatto suonare gente come Evan Parker, come Chris Corsano, Colonna, Mike Cooper… Davvero tantissimi.
Ma c’è spazio anche per il pop, tutto sommato, no?
Certo. Be’ ad esempio tu facevi il festival Pop (o), ma per dire paradossalmente anche artisti che oggi sbancano, tipo Calcutta—che è un songwriter con una matrice molto pop—si sono fatti le ossa fra le mura del Fanfulla, altro circolo culturale fondamentale di zona, e poi sono arrivati al DalVerme. Calcutta ci cita anche in un pezzo del suo disco, fai te.
Quindi diciamo che coprite la musica a 360 gradi.
Sì certo, anche il post-rock, perché da precedenti esperienze avevo anche contatti più diretti con gruppi che facevano parte di quel filone quando andava un po’ più di moda a Roma. Siamo in contatto anche con band noise rock, di giri di amici, che sono davvero quelli con i quali hai condiviso tanto. E poi c’è tutto il versante post-hardcore, quindi cose più pesanti, un po’ più scure a livello di sonorità, più lente.
Be’, ricordiamo anche il grande spazio dato all’ elettronica.
Certo, un altro grande filone che magari può essere noise o sperimentale tipo Tau Ceti, che ha suonato da noi spesso. Anche Alvin Curran è un nostro grande estimatore, doveva suonare da noi, ma con questa situazione abbiamo dovuto cancellare tutta una serie di eventi in programmazione. Ad esempio la Fuzz Orchestra, che fa parte di un altro filone ancora, quello del rock indipendente italiano, è stata costretta a suonare al 30 Formiche, che fortunatamente ci ha messo a disposizione i locali dell’associazione. E i Fuzz sono cresciuti passando appunto per il DalVerme. Bruno Dorella degli Ovo è sempre stato di casa, ha suonato tantissimo da noi. Questo è solo per fare qualche nome, perché facendo 100 e passa concerti l’anno, l’elenco della roba bella che è passata da noi è indescrivibile. Anche tramite l’etichetta Boring Machines sono passati dal Verme alcuni act molte particolari, che non erano per forza psich ma anche folk, ecco. C’è anche gente come Franz Rosati che ha un’etichetta di roba d’avanguardia in cui si costruiscono i programmi da soli. Con i membri della sua label ha addirittura tenuto una serie di seminari qui da noi.
Be’, siete stati sostenitori anche della breakcore, dell’ extratone, dell’ 8 bit …
Certo, oltre alle serate fatte da Microma ci sono quelle specifiche di Cervello Meccanico del Dr. Pira, che comunque ci collega anche al mondo del fumetto, al mondo della street art. Sono tutti filoni nati da determinati fermenti culturali. Uno dei nostri soci è Larva 108 che suona con Pira in un progetto black metal, ed è uno street artist fra i piu riconosciuti al mondo. Andrea Co. ci ha decorato la porta gratuitamente per sostegno del Circolo, ed è uno street artist riconosciuto, Simone Tso cura i nostri flyer, la grafica, i dettagli e la storia di Luchino, il personaggio che ha creato apposta per noi. Da poco ci aveva dipinto la nuova porta… Re delle Aringhe e Cristina Marguerita, per le esposizioni del Thalassa, hanno creato alcune opere meravigliose, non solo di arte: di artigianato, quello della minuzia di disegnare a mano… Chi le ha viste ha ben presente. Abbiamo Silvia Sicks e Francesco Niccolai, che tra l’altro è anche un regista riconosciuto in ambito indie, che disegnano le nostre locandine—sempre come volontari. Tutte le persone che hanno reso vivo il DalVerme si sono sempre sbattute senza scopo di lucro, con la volontà di fare delle cose insieme e con la passione e l’entusiasmo, e questo, secondo me, ha reso il Dal Verme quello che è. Cioè non siamo noi che stiamo dentro, in realtà, sono tutti quelli che ci vengono che hanno costruito questo posto. E la risposta che c’è stata dopo la chiusura me l’ha fatto capire ancora di più. Ci sono state mille e passa condivisioni e potevo dire di conoscere tutte le loro facce, di conoscere quasi tutti personalmente. O sono passati per suonare, o sono habitué, o hanno comunque fatto qualcosa per questo circolo. Questo buco alla fine è enorme, è come un transito, è un porto dove la gente lascia il meglio di sé e poi parte per altri lidi. È un approdo sicuro in questo mare de merda, diciamolo.
Ma quale è stata la cosa più “commerciale” che avete ospitato, venendo incontro anche a chi non ce capisce un cazzo, tipo l’assessore?
Beh a parte Calcutta che già dal nome del disco è uno Mainstream… [Ride] La parola commerciale ci fa venire la tigna, ma abbiamo avuto più che altro grandi maestri, conosciuti a livello nazionale e internazionale. Tipo Lino Capra Vaccina, che ha lavorato con Battiato. Basta leggere i credits dei dischi, ma anche Lori Goldston, la violoncellista dei Nirvana , Massimo Pupillo degli Zu che ha suonato con tutti praticamente, da Mike Patton agli Einsturzende Neubauten, Peter Brotzmann che è conosciutissimo… be’, all’interno di Handmades abbiamo fatto Teho Teardo che vuoi o non vuoi conoscono anche i sanpietrini…Insomma da noi hanno suonato alcuni nomi conosciuti, accostati ad altri meno noti ma comunque rilevanti. Appunto in Pigneto Spazio Aperto e Handmades abbiamo ricevuto dei finanziamenti dal comune di Roma, gli stessi che ora dicono che siamo un’associazione a delinquere!
Be’, quindi è una situazione nata da una cosa pre-elettorale…
Certo. In questo momento storico a Roma non ci sono regole. Siamo in pieno Far West sociale, culturale, legislativo. C’è una prefettura, un rettorato che al momento fondamentalmente gestisce la città, non c’è un sindaco con cui prendersela. È una scusa per poter portare avanti alcune azioni più o meno redditizie per alcune parti politiche, senza avere problemi di reali e vere ripercussioni gravi, almeno così pensano che sia. Il problema politico c’è, è che non c’è interesse e neanche attenzione a mettere sulla bilancia i due pesi e rendersi conto che abbiamo un circolo che è un fiore all’ occhiello… Ma come è stato per il cinema L’Aquila, nessuno ha fatto nulla.
Be’ sì, ci sono dei precedenti inquietanti a Roma…
Mamma mia… Sulla città ce ne sono tantissimi. Sono stati sgomberati centri sociali che erano stati regolarizzati proprio con la scusa paradossale che erano stati regolarizzati! Le palestre popolari sono state sgomberate, Il Grande Cocomero, associazione che da decenni cura in maniera completamente libera ragazzi disabili con problemi pischici, è stato sgomberato. Le azioni sono arrivate a toccare addirittura Viva la Vita Onlus, che si occupa di malati di Sla… Non si guarda in faccia a nessuno! Dici vabè alla fine il circolo nostro è roba culturale, “non serve a un cazzo”, e invece poi non guardi in faccia neanche a problemi comprensibili da chiunque, anzi, li vai a manganellare? Vai a toccare il lavoro quotidiano di volontari e gente che prende degli stipendi da fame per fare lavori difficilissimi che non sono utili, di più?!? Questa gente copre, volontariamente, alcune voragini gestionali del Pubblico… Vienimi a dire che pure quelli hanno scopi commerciali. Li sgomberano come criminali tipo all’Auro e Marco a Spinaceto, hanno sgomberato la biblioteca sociale, in una zona che adesso è praticamente fantasma. Non era solo un posto dove studiare, ma anche un luogo d’incontro, senza che il ragazzetto debba per forza andare al baretto a farsi l’amaro o peggio a buttare la vita sulle macchinette o alle scommesse.
Pare che è questo che stanno promuovendo, più che la cultura.
Certo. Se tu rimani isolato nel tuo mondo, senza avere connessione con gli altri in quartiere già disagiato, dove spostarsi è difficile , dove rimani ingabbiato, tu sei facilmente controllabile dal potere e in teoria crei meno problemi, o comunque darti delle soluzioni facili è molto più semplice perché non poni troppe questioni. Questo è il discorso anche che ci sta dietro la stupidità e l’ignoranza di certe azioni politiche.
Insomma svuotare il cervello alla gente per poi riempirlo di …Nulla.
Sì, ma i politici mettono in difficoltà questi posti per raccattarsi magari veramente 4, 5 o 10 voti, quelli del vicino che si lamenta per il rumore, perché vede ragazzi sotto casa e non capisce cosa succede, e così via. Spesso dietro non c’è neanche questo grande, nobile, e oscuro disegno politico, ma c’è proprio la stupidità di dire VENDO , SVENDO, DO ALLE ORTICHE UN POSTO, non voglio nemmeno sapere cosa ci fanno dentro, perché mi guadagno dieci voti facilmente.
Che poi è quello che è successo al Pigneto Spazio Aperto, da luogo riqualificato al trionfo dei tossici.
La dinamica è partita anche lì da delle lamentele di alcuni vicini: anche lì sembrano esserci state alcune pressioni politiche, poi il parco è stato lasciato nuovamente allo sbando dopo che noi c’eravamo fatti il culo per renderlo vivibile. Quindi in seguito alla chiusura c’è stata una rivolta popolare al contrario perché gli altri abitanti del quartiere hanno detto “ma come… Non gli avete ridato il parco? È vero, facevano i concerti, ma alla fine quel rumore era tollerabile, soprattutto rispetto alla situazione attuale.” Anche perché noi siamo sempre stati precisi con gli orari, Pigneto Spazio Aperto non era una situazione complicata da gestire, non ci sono mai state risse , nulla di tutto ciò. Mai problemi di ordine pubblico neanche a Handmades, né tantomento al Verme in sette anni: manco uno che ha detto “te do na pizza in faccia”. Perché non è questo il clima che c’è all’interno del Circolo. Quindi a me fa ridere il fatto che tu, potente di turno, decidi di non riapprovare il nostro progetto un po’ per paura di perdere voti un po’ per volertene accaparrare. Latiti, lasci che le cose vadano da sé e non ti rendi conto che c’è un’altra parte della popolazione, pure più consistente di quella che si lamentava, che ti dice chiaramente che il parco che hai fatto chiudere ora si è trasformato in un covo di spacciatori. E quindi non capisco perché da questi signori mi devo sentir dire in finale, tra le righe, che lo spacciatore sono io, che io all’interno del mio Circolo promuovo dell’illegalità, che l’attività ricreativo-culturale che svolgiamo è un PROBLEMA SOCIALE (!????!?). A casa mia l’esistenza di un Circolo del genere significa forse che non te vai a fa ‘na pera, ma vieni al Verme perché preferisci ascoltare del drone-noise isolazionista, no? Per loro invece è un problema sociale. Abbiamo scoperto che il drone è peggio dell’ eroina, pensa un po’ in che cazzo di mondo viviamo.
Ok allora faccio la domanda da avvocato del diavolo. Siete davvero sempre stati in regola?
Certo, perché siamo un associazione. Mai commesse illegalità. L’illegalità è: te sei scordato di mettere il cartello vietato fumare? OK, questo sarebbe un reato passibile di chiusura immediata? Nessuno ha mai fumato all’interno del circolo. Magari possiamo commettere degli errori o abbiamo potuto commetterli, ma questo succede perché le normative cambiano ogni tre secondi e per stare in regola devi sempre correre appresso alle leggi. Però ti assicuro che abbiamo sempre messo tutto assolutamente a norma: l’impianto è completamente in regola, abbiamo un impianto di areazione sia al piano di sotto che a quello di sopra, abbiamo insonorizzato la sala concerti con lavori che sono costati una cosa come 30mila euro, è un lavoro grosso e anche lì chiunque sia stato al Circolo sa che stando al piano di sopra non arriva nessun suono dal piano di sotto, nel quale c’è il gruppo che suona. E l’impianto è anche buono, cristallino. Al gruppo diamo tutta la possibilità di potersi esprimere cercando di non dare fastidio agli altri. Siamo sempre stati attenti, non si può stare fuori con la birra, è così e basta. Certo, forse non abbiamo esposto le tabelle degli alcolici, e vabbè, nessuno è infallibile, ma questo non ha niente a che fare con le ingiunzioni che improvvisamente ci impediscono di somministrare bevande, di fare concerti.
Abbiamo sempre cercato di stare nella legalità perché nessuno vuole problemi e perché soprattutto ci teniamo al posto in cui stiamo. E vorrei sottolineare, come già sottolineato, che quest’anno abbiamo ricevuto visite continue di polizia, questura, carabinieri, vigili, veramente non lo so… Mancava solo la forestale! Magari dovevano mandarcela per capire come stavano gli alberi di fronte al Verme! [Ride] E nessuno ha mai rilevato alcuna irregolarità. Quindi vorremmo capire, e spero ce lo spiegheranno, se il provvedimento andrà avanti, viste le cose infamanti che ci sono scritte nei verbali. A quanto pare per ora la Questura non ha voglia di risponderci al telefono, chissà come mai.
Quali sono quindi i prossimi appuntamenti per mobilitarsi in tal senso?
In queste ore la moblitazione è stata soprattutto mediatica. In realtà il calore l’ho sentito reale, la gente si è mobilitata proponendo cose da fare, eventi benefit, incontri con gli altri circoli Arci di zona come il Fanfulla e il 30 Formiche che vogliono capire come procedere con un piano d’azione comune. Già ieri con i Fuzz Orchestra abbiamo iniziato i benefit. Poi ci saranno altri eventi in posti occupati come l’ex Snia, il Brancaleone e altri spazi che non conoscevamo, come associazioni di teatro. Insomma, ci stanno dando la disponibilità per recuperare concerti e iniziative. Ma anche, per dire, da tutta Italia e anche fuori dall’Italia ci hanno proposto eventi a favore del Verme, la ToLose LaTrack ci ha proposto di fare delle compilation in cassetta contenenti brani di gruppi romani legati al Verme insieme ad altri gruppi della ToLose legati al circolo, e il ricavato verrà dato alla causa. Onga di Boring Machines ha messo tutto il catalogo in scarico a 49 euro (meno di un euro a disco) e anche lì il ricavato è tutto per sostenere questa situazione. Altri soci singoli come Carlo Cimmino, che riprende da sempre i concerti col suo microfono, volevano sostenerci. Insomma, la risposta è stata incredibile. Se non è associazionismo questo…
E cosa ti aspetti alla fine?
Noi riapriremo: riapriremo e non ci chiuderanno più.
DOMANI MARTEDÌ 10 MAGGIO andremo davanti al Municipio alle 10.30, una manifestazione spontanea per far sì che il Municipio accetti di incontrare una delegazione del Circolo. È importante essere un numero sostanzioso, ovviamente spargete la voce a quanti possano venire, ci rendiamo conto che è mattina e molti di voi lavorano, ma fate mente locale per il supporto. Il Municipio è a VIA DI TORRE ANNUNZIATA, Centocelle, dietro la Rampa Prenestina, vicinissimo alla fermata della metro C TEANO. Vedrete un sacco di macchine della municipale: beh, siete arrivati. Per il resto, andate sul sito del DalVerme.