Nel corso dell’ultimo anno, a Ostia sono cambiate diverse cose. Due su tutte: il municipio non è più commissariato per mafia, ma è guidato da una giunta a Cinque Stelle; e la magistratura ha dato un bel giro di vite alle attività criminali del clan Spada, che fino a poco tempo fa spadroneggiava in alcune parti del quartiere.
Quello che non è cambiato è il coraggio di CasaPound, che anche questa estate se l’è presa con i temibili venditori di asciugamani e cocco. Sto parlando, ovviamente, delle ronde dei “fascisti del terzo millennio” di questo fine settimana.
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Nel video pubblicato su Facebook si vede il consigliere Luca Marsella—eletto alle scorse amministrative con circa il 9 percento dei voti—alla testa di un manipolo di militanti in pettorina rossa, tutti intenti a dare la caccia agli ambulanti. Qualcuno di questi viene allontanato dalla spiaggia dai prodi camerati, mentre altri—alla rassicurante vista della squadra di CPI—scappano a gambe levate.
In sottofondo, la voce di Marsella spiega che “siamo qui per riaffermare il principio di legalità” e che le polemiche di “buonisti” e “radical chic” lasciano il tempo che trovano, poiché “siamo dalla parte dei commercianti italiani tartassati da tasse e multe, e siamo dalla parte del nostro popolo.”
Com’era scontato, l’azione ha sollevato diverse polemiche. I Giovani Democratici del X Municipio hanno detto che “le ronde di CasaPound sono un atto pericoloso da non sottovalutare”; per il deputato di LeU Stefano Fassina si è trattato dell’“ennesimo atto vigliacco, contro chi per mangiare è costretto a sudare 10-12 ore di lavoro lungo le nostre spiagge per racimolare qualche euro.”
Matteo Orfini del Partito Democratico, invece, ci è andato giù pesante su Twitter: “Forse è bene ricordare a tutti che CasaPound che fa le ronde a Ostia […] è la stessa che a Ostia faceva le iniziative insieme al clan Spada. Perché come spesso accaduto nella storia di Roma fascisti e mafiosi vanno a braccetto.”
Infine, anche la presidente del X municipio è intervenuta sulla vicenda: “Nessuno pensi attraverso ‘ronde’ improvvisate di poter intimidire chiunque, tantomeno se rappresenta le istituzioni come consigliere.” Giuliana Di Pillo del M5S, inoltre, ha ricordato che “il controllo dell’abusivismo commerciale sulle spiagge rientra nei compiti delle forze dell’ordine e solo a loro spetta il sanzionamento e l’allontanamento.”
E in effetti, come hanno sottolineato in molti su Facebook e altrove, non si capisce a quale titolo un gruppo di militanti politici si arroghi il diritto di cacciare persone da una spiaggia. A quanto mi risulta, infatti, la pettorina con la tartaruga frecciata non ha (ancora) il valore di un distintivo.
CasaPound, alla fine, cercava proprio questo: il colpo mediatico ad effetto, la polemica a tutti i costi. Del resto, non si tratta nemmeno di una novità: già nel luglio del 2017 ci sono state le ronde in spiaggia a Ostia.
Ma inquadriamo questa azione in un contesto lievemente più ampio, al di là della penosa propaganda di Marsella & co. (“abbiamo ricevuto solo applausi e strette di mano dai romani per il blitz anti-abusivi”). Quando fanno cose del genere, i “fascisti del terzo millennio” hanno in testa il “modello Alba Dorata.” Cioè azioni d’impatto, a favore di telecamera, che simbolicamente li pongono in una posizione di surroga (o supplenza) rispetto a uno Stato o a una forza di polizia. Sia i neonazisti greci, che i loro alleati fascisti italiani, declinano però questo Stato in maniera “etnica”: solo per greci, o solo per italiani.
E infatti, come scrive Valerio Renzi in un’appendice al libro di Elia Rosati CasaPound Italia, “dietro la lotta al ‘degrado’, slogan abusato il cui significato semantico è sempre più vago e sfumato, si nasconde una lotta selettiva ai fenomeni illegali, prendendo di mira le attività in cui sono impiegati migranti irregolari, cittadini rom e i luoghi di fortuna dove dimorano.”
Sia chiaro: non siamo di fronte a chissà quale evoluzione—anzi. Dal 2012 a oggi, infatti, il “modello Alba Dorata” è diventato una specie di bibbia per tutti i movimenti neofascisti in Europa occidentale e oltre. E CasaPound lo segue pedissequamente da anni.
Tuttavia, a essere cambiato è il quadro politico in cui si muovono i “fascisti del terzo millennio”; e quindi, nonostante si tratti della stessa azione, le ronde in spiaggia del 2018 assumono un significato diverso rispetto a quelle del 2017.
Non sto a girarci troppo intorno, perché è piuttosto palese: CasaPound non fa che giocare di sponda con il suo ex alleato Matteo Salvini. L’operazione “spiagge sicure” è stata immediatamente elevata a priorità dal nuovo ministro dell’Interno, perché è l’apoteosi di questa “lotta selettiva ai fenomeni illegali.” In più, si tratta di una “misura” di pura propaganda (che, tra l’altro, è proposta incessantemente da decenni) attraverso la quale è facile sciorinare dati inutili—nonché la perfetta occasione per farsi selfie in spiaggia.
Eppure, la “tollerenza zero” contro gli ambulanti significa prendersela con l’ultimo anello della catena, contro i più deboli e i più esposti; non di certo con il bersaglio grosso.
A Ostia, CasaPound si guarda bene dal fare le “ronde” contro gli “italianissimi balneari” che—rileva il giornalista Mauro Favale su Repubblica—“hanno costellato il litorale di illeciti grandi e piccoli.” A livello nazionale, Salvini se la prende anche con persone che provano a vendere 16 (sedici) fasce per capelli, per un valore complessivo di 15 ( quindici) euro.
Il punto, aggiunge Favale, è purtroppo sempre quello: “È più semplice (e anche elettoralmente più efficace) essere forti coi più deboli e deboli più forti.” E in questo, CasaPound e la parte verde dell’attuale governo sono del tutto indistinguibili.