Una candela luccica sul balcone, a ovest di Nairobi mentre alcuni amici siedono su un cuscino sotto un cielo nuvoloso. Attendono che la luna getti qualche raggio di luce. Naree, il capobanda non ufficiale della serata, afferra la piccola fiala opaca e versa qualche millimetro di liquido sciropposo in un cucchiaio di metallo. Rovescia un po’ di cera sul pavimento, fissando velocemente l’estremità non accesa della candela in modo che stia dritta, ben ferma sulle mattonelle. Tiene il cucchiaio sulla fiamma, che la accarezza delicatamente.
“Questa è la parte più oscura” dice Naree, ridendo. “Quella che di solito spaventa le persone. La gente vede un cucchiaio e subito pensa all’eroina.” Nulla di tutto questo è illegale, abbiamo comprato la ketamina dalla farmacia di un piccolo distributore di benzina in fondo alla via, senza nemmeno una ricetta medica. L’intera bottiglia è ccostata a malapena 4 dollari, meno di un giro di birra.
Dopo alcuni minuti, il liquido inizia a sfrigolare e tra i sottili fili di fumo bianco compaiono i primi cristalli. L’odore fa pensare a qualcosa di chimico, ma amaro. “Ok, tienilo bene, e ruotalo un po’, in modo da non bruciare quello che è già pronto”, dice Naree. Da istruzioni a Nana. Non so se stia fissando il cucchiaio o la fiamma, ma i suoi occhi sono immobili, non batte nemmeno le palpebre. La piccola pozza di liquido lentamente si restringe e scompare con un sibilo: è il segnale, è pronta.
Naree usa una lama poco affilata tirata fuori dalla tasca per grattare la polvere sulla copertina lucida di un quaderno. Divide il mucchietto in strisce e prende una banconota da un dollaro, arrotolata stretta, della misura di una narice. Tiene in mano il quaderno, mi guarda e sorride.
La ketamina è un potente tranquillante, usato comunemente come anestetico per usi medici. Nota come K, Kitty, Special K, vitamina K, Mauve, e un parecchi altri nomi, la ketamina è usata per divertimento in Europa, Asia, Australia e Nord America. È una droga da rave, insieme ad altre sostanze piuttosto popolari, come MDMA e Speed.
La capitale keniota Nairobi è un ammasso di luminosi edifici finanziari, mescolati a uno degli slum più grandi dell’Africa orientale. La disoccupazione giovanile è alta, perciò molti si rivolgono al traffico illegale di alcolici e di altre sostanze per trovare il modo di spassarsela. Negli ultimi anni, i giovani kenioti hanno alzato il livello dll’uso di ketamina a scopo ricreativo. Lo usano per rilassarsi e ammazzare la noia. Sembra una schifezza, ma è più salutare che sniffare colla, un altro dei passatempi più diffusi tra i ragazzi dell’Africa orientale.
L’effetto della ketamina è diverso da quello di altre droghe da club, e questo a causa delle sue proprietà anestetiche. È un calmante, ma ti consente di mantenere una sorta di controllo cognitivo, e questo nonostante la parlata biascicata e i movimenti un po’ a caso. È un po’ come avere sotto controllo tutto, ma anche niente. Chi usa ketamina si sente ubriaco, ma non disorientato, fatto ma non assonnato, e vive in un senso di tranquillità che si mischia a una qualche condizione di caos post-rave.
Ma a Nairobi raramente una cosa del genere si trova in discoteca. Le tradizioni musicali e i balli tipici di qui la rendono una pessima opzione per una serata fuori. Per questo le persone preferiscono usarla in casa, in gruppo, ognuno aspettando la sua striscia per farsi un trip in santa pace.
Gli effetti durano dai trenta ai sessanta minuti, dipende dalla quantità. La ketamina è un’alternativa economica all’alcool, ed è molto meno scontata di farsi una canna in discoteca–anche se questo non è proprio insolito in Africa.
Con un dosaggio sufficientemente alto, chi ne fa uso si ritrova nel “K-hole”, uno stato di dissociazione dal corpo, disorientamento, perdita di memoria e allucinazioni audiovisive. All’improvviso cadi all’indietro, non ti rendi conto di aver colpito il pavimento e ti sembra che da qualche parte qualcuno ti copra con una coperta calda. Il fatto è che nonostante tu sia completamente indifferente agli avvenimenti che ti circondano ne sei comunque consapevole, almeno in parte.
Dopo l’esplosione della ketamina nel mondo occidentale, lo United States Controlled Substances Act del 1999 l’ha classificata come droga di terzo grado. Questo però non impedisce ricercatori e medici di ottenerla legalmente. Al momento la ketamina è oggetto di una ricerca sulle sue proprietà mediche nel trattamento dei disturbi post traumatici, specialmente per i veterani.
Il suo impiego tra i giovani occidentali invece è oggetto di parecchie discussioni, e questo soprattutto in materia di morale e legalità. Ma qui a Nairobi, mettere le mani su una dose di ketamina è facile come comprare un’aspirina. La maggior parte delle piccole farmacie ne vende a bizzeffe e senza ricetta. Non servono motivazioni speciali, una volta varcata la soglia, a nessuno sembra importare dove va a finire.
Naree mi ha portato a prenderla in una piccola farmacia del posto, Rafiki. Il farmcaista ci ha raccontato che l’ultima persona ad aver comprato una dose di ketamina era stato un ragazzino, uno di quelli che tornano tutte le settimane. “Diceva che ne aveva bisogno per il cane, ma è un po’ che non si vede in giro. Magari è successo qualcosa al suo cane.”
Un uso frequente e prolungato di ketamina è stato associato a disturbi neurocognitivi e deficit della memoria. I casi di dipendenza sono rari, ma come per tutto, c’è sempre spazio per l’abuso e per la dipendenza psicologica.
Il dottor Pierre Blier è uno dei maggiori ricercatori in materia di ketamina del nord America. Lavora presso il Dipartimento di Psichiatria e Medicine Cellulari e Molecolari all’Università di Ottawa. Per anni ha fatto ricerca sull’uso clinico di piccole dosi di ketamina come trattamento rapido per depressioni e disturbi bipolari–e con successo. “Quando prendi droghe pesanti per strada”, mi ha raccontato Blier, “ non sai mai che cosa ci può essere dentro. Ketamina, certo, ma di sicuro anche altre sostanze, tutte mescolate. Per questo quando la gente ne compra una dose, per divertirsi, sicuramente si ritrova ad avere a che fare con tutta una serie di altre sostanze illegali.”
Parlando di diffusione incontrollata, come quella di Nairobi, il professore mi dice che se la si sniffa la ketamina entra in circolo molto più velocemente. Più se ne prende, più aumenta il rischio di modificare fino allo stremo la propria pressione sanguigna, provocando nei casi peggiori l’esplosione dei vasi sanguign,i e persino la morte.
Nessuno sa esattamente quando è iniziata la passione di Nairobi per la ketamina, ma non sembra che stia passando. Anzi, probabilmente aumenterà. Ritorno sul balcone, gli effetti della ketamina svaniscono lentamente. La risata isterica sparisce e tutti quanti riprendono conoscenza, più o meno. Giusto in tempo per rendersi conto che ci vuole un’altra striscia per continuare la serata. I ragazzi, con aria stordita, ricominciano tutto daccapo. La parte inferiore del cucchiaio è diventata di uno sgradevole colore ferro-bruciato.
“È una cosa così, sai”, dice Naree, rimettendo in equilibrio il liquido sulla fiamma e attendendo i fuochi d’artificio. “È come qualsiasi altra cosa. È un altro modo per spaccarsi, un altro modo per farsi.”