Una cosa che mi piace da impazzire sono le famiglie d’elezione, cioè quelle in cui non entri per involontario destino genetico ma per affinità di interessi, attivamente creando una bolla di intimità e “cura” nel senso latino/Franco Battiato del termine, di affetto come preoccupazione per l’altro. Famiglie di adolescenti così ci sono negli ambiti più disparati dal balletto alle crew di skater, ma alcuni elementi visuali attraverso cui passano sono stranamente spesso gli stessi: la fisicità che mischia me e te, la nudità, la condivisione di simboli.
È in questa dinamica che si inserisce Head of the Lion di Claudio Majorana, libro fotografico uscito pochi giorni fa per Cesura Publish che racconta il coming of age di un gruppo di skater di Misterbianco, cittadina alla periferia di Catania.
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“Penso che non ci si possa fare una vera idea di una città senza conoscere le sue periferie,” spiega Claudio. “Oltre a essere spesso il vero specchio dello stato di una città, sono anche le zone più esposte, come lo sono i loro abitanti. Le periferie sono aree di frontiera, ed essendo l’unica parte in espansione di una città rappresentano il futuro dell’urbanizzazione, e dunque il futuro dell’umanità in generale.”
Non è il primo libro dedicato alla scena skate siciliana di Claudio, che ne ha fatto parte per 15 anni durante il quale ne ha raccontato la nascita e ha fotografato i tour internazionali che dal 2004 hanno cominciato ad approdare sull’isola creando quell’hype che deriva dalla possibilità di skateare luoghi ancora ‘vergini’ per l’immaginario della scena.
Nel caso di Head of the Lion, invece, “ad attirarmi è stata la determinazione di questi ragazzini a volere imparare ad andare in skate. Quando li ho conosciuti era il 2011, passavano interi pomeriggi a costruire rampe utilizzando i materiali di scarto di un cantiere abbandonato, per lo più legni e tubi di metallo tenuti insieme dal nastro adesivo,” racconta. “È stato naturale rivedermi in loro e voler fotografare il momento di scoperta che stavano vivendo. Mi rivedevo nel loro sogno di diventare grandi skater, come anche nella paura di diventare grandi. Vederli crescere è stato come rivivere una seconda adolescenza.”
E in effetti l’adolescenza come rito di passaggio—simboleggiato dalle foto proprio dal salto dalla Testa del Leone, la scogliera dove i ragazzi passano l’estate—è un altro argomento che torna prepotentemente nella ricerca di Claudio Majorana, sia in quella fotografica sia in quella scientifica (si è recentemente laureato in Medicina). “Medicina e fotografia possono entrambe rappresentare un punto di vista diverso attraverso il quale osservare la stessa cosa, che sia durante un tirocinio in pediatria oppure passando una giornata al mare sulla Testa del Leone. In entrambi i casi si tratta di un incontro tra persone in cui l’equilibrio tra empatia e partecipazione emotiva resta sempre alla base di tutto. Credo che medici e fotografi debbano necessariamente avere delle caratteristiche comuni,” spiega Claudio.
“Dell’età adolescenziale amo i contrasti e il modo in cui le persone scoprono il loro crescente bisogno di indipendenza sentendo però, allo stesso tempo, ancora un forte bisogno di protezione. È l’età delle prime scelte e del sentirsi invincibili, ma anche quella in cui comincia ad annidarsi il dubbio di cosa sarà diventare adulti. È un campo affascinante, anche da un punto di vista scientifico. Le modificazioni comportamentali rispondono a precise modificazioni anatomiche del sistema nervoso e ai diversi stimoli ambientali.”
Per quanto riguarda invece la famiglia famiglia, è anch’essa fonte di stimoli e linee guida che danno forma ai progetti presenti e futuri del fotografo catanese: “”Appartengo a una famiglia con una lunga storia di scienziati, senatori o giovanissimi studiosi e questo, a volte, impone un grosso senso di responsabilità. Sento un forte legame con queste storie e sono anche affascinato da queste vite vissute con estrema intensità. Per esempio, Angelo Majorana si laurea a Roma a soli 16 anni e a 17 è già docente di Diritto Costituzionale. Muore al culmine della sua carriera a 44 anni, quando molti lo vedevano come possibile Presidente del Consiglio. Ettore sparisce in circostanze misteriose a soli 31 anni, dopo una brillante carriera scientifica. Credo che la cosa più importante che mi hanno trasmesso sia un senso del dovere che mi impone di cercare di vivere il mio tempo intensamente. ” spiega Claudio.
“Da qualche anno sto lavorando sull’archivio fotografico di mio nonno Claudio Majorana. Lui non era un fotografo, ma trovo bellissimo il fatto che non si separasse mai dalla sua macchina fotografica e che, oggi, quelle foto siano il mio modo per conoscerlo. Negli ultimi mesi ho lavorato in particolare a una serie di fotografie che scattò nel 1957 durante un lungo viaggio di lavoro negli Stati Uniti nell’ambito della prima missione politica della Regione Sicilia là. Le sue fotografie in bianco e nero raccontano quel viaggio on the road, durato oltre un mese.”
Contemporaneamente, insieme ad Arianna Arcara sta lavorando a un progetto sulla città-satellite catanese di Librino, e a un collage work sulla high-rise syndrome, la tendenza dei gatti a lanciarsi dai balconi, ispirata alla storia di Zira, la gatta che ha ricevuto in regalo da Samuel e Shanti, che vedete fotografati mentre si abbracciano sott’acqua qui sotto.
Head of the Lion è in vendita sul sito di Cesura Publish. Segui Claudio su Instagram.
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Guarda altre foto tratte dal libro qui sotto: