Ogni anno Forbes pubblica una 30 Under 30 Issue, cioè un numero della rivista focalizzato su seicento “tra i più brillanti giovani imprenditori, innovatori e rivoluzionari”. Sulla copertina di quest’anno c’è Kendrick Lamar, che ha concesso un’intervista al senior editor di Forbes, Zack O’Malley Greenburg. Ora la loro chiacchierata è stata pubblicata e, come potevamo aspettarci da Kendrick, è onesta e profonda allo stesso tempo.
Greenburg chiede a Kendrick che cosa ne pensa dell’etichetta “conscious”, del fatto che viene definito un rapper “intellettuale” in opposizione alla sensibilità del mainstream. Kendrick risponde:
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Tutti hanno le loro opinioni, ma… ripenso sempre a quello che disse 50 Cent, una frase che mi ha sempre colpito. E quando la disse, il suo significato era ancora più valido. Disse, “Siamo tutti conscious, che tu faccia gangsta rap, che tu faccia il cosiddetto conscious rap, qualsiasi genere tu possa fare, perché ricopri una carica, sei vivo e stai raccontando i tuoi veri sentimenti… questi sono i tuoi veri pensieri e sei ‘cosciente’ della loro esistenza, sai di averli. Sei conscious, è semplice.”
A Kendrick è stata anche chiesta un’opinione sulle prevalenza del cosiddetto “mumble rap”, e se considera che il suo stile più articolato esista in quanto ostacolo “responsabile” al sound di Lil Uzi Vert e compagni. Kendrick riconosce che capire le radici dell’hip-hop sia interessante (“Non trarrei mai vantaggio dalla nostra storia e non la userei mai in modo sbagliato.”), ma crede che le generazioni più giovani possono fare quello che gli pare, a patto che non gettino spazzatura sui loro predecessori:
…al contempo voglio evolvermi. Capisci? Voglio che l’hip-hop continui a evolversi. È per questo che non posso evitare molti degli artisti che possono non essere un altro Kendrick Lamar. Ogni volta che ne incontro qualcuno gli dico… sii te stesso e fai quello che fai, ma sappi chi ha posato le fondamenta. Non parlarne male nelle tue interviste, non dire che non ti piacciono e che non ti interessa di loro. È la tua opinione, è ok, ma devi portare rispetto. Parlare male delle persone che ci hanno ispirato in tutto questo non può mai essere giusto. Capisci quello che voglio dire? In fondo, sii la persona che vuoi essere, ma rispetta tutto quello che ci ha permesso di essere qua, è così che si continua a evolversi.
Nel resto dell’intervista, Kendrick chiama Barack Obama “Big Barack”, esprime la sua ammirazione per “Fuck Donald Trump” di YG (“è vera storia dell’hip-hop, sicuramente)”, e parla di come lui e la sua etichetta fanno affari. Trovate il testo completo qua.