Aggiornamento del 30/03/2022: In una versione precedente di questo articolo, il giornalista Ilario D’Amato aveva detto che Hamer era stato condannato per omissione di soccorso in Germania. In realtà è stato solo accusato di quel reato, venendo alla fine assolto. D’Amato ha precisato la questione anche sul suo blog.
Dal Rinascimento a oggi il mondo è cambiato così tante volte che non basterebbe una vita spesa in biblioteca a ripercorrere i progressi e le evoluzioni che ci sono stati in tutti i campi. Eppure, c’è almeno un fenomeno sociale che ha attraversato indenne secoli e secoli di storia: quello dell’imbonitore e del “guaritore” che seduce il popolo propinando cure miracolose per ogni male.
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L’Italia—per circoscrivere il campo agli ultimi decenni—è un paese che di fantomatiche “cure” non solo ne produce a bizzeffe, ma ne importa pure; una di queste, ad esempio, è la cosiddetta “Nuova Medicina Germanica.”
Per chi non la conoscesse, si tratta di una teoria pseudo-medica e pseudo-scientifica inventata negli anni Ottanta da Ryke Geerd Hamer, un ex medico tedesco deceduto il 2 luglio 2017 in Norvegia—paese in cui si era rifugiato nel 2007 per sfuggire a sentenze emesse dai tribunali di mezza Europa.
Della sua “invenzione” si è parlato molto l’anno scorso a seguito del caso di Eleonora Bottaro, la ragazza padovana di 18 anni morta per aver rifiutato la chemioterapia. Sia lei che i genitori, infatti, erano dei seguaci della NMG: erano convinti, cioè, che le malattie siano causate da traumi psicologici non risolti.
È proprio in questa convinzione che sta il fondamento della “teoria,” elaborata da Hamer dopo un tragico caso di cronaca in cui è rimasto coinvolto suo figlio Dirk. Nel 1978, mentre si trovava in vacanza in Corsica, viene raggiunto alla gamba da un colpo di fucile sparato non si sa dove e non si da chi—almeno a livello giudiziario. Vittorio Emanuele di Savoia è indagato per omicidio preterintenzionale ma poi assolto. Dirk muore quattro mesi più tardi, al termine di 111 giorni di straziante agonia.
L’evento segna Hamer per sempre. Gli viene diagnosticato un tumore ai testicoli, e alla moglie un tumore al seno. Inizia a pensare che sia tutto legato alla morte del figlio. Quando Dirk—come sostiene—gli appare in sogno per confermargli questa idea, il medico dà vita alla Nuova Medicina Germanica. Questa nuova “cura” non la sperimenta su se stesso (sconfiggerà il tumore facendosi operare) ma sulla moglie, che definisce “la mia prima paziente.” Tuttavia, non finisce bene: la moglie muore nel 1985. Come scrive il giornalista Ilario D’Amato nel libro di recente pubblicazione Dossier Hamer, si tratta della “prima di una lunga scia di morti che le teorie […] si lasceranno dietro in Europa e oltreoceano.”
Lo stesso d’Amato, inoltre, da dieci anni cura un sito che raccoglie una grande quantità di documenti, sentenze, testimonianze e storie sulla NMG. Ed è proprio a lui che, in occasione della morte di Hamer, ho deciso di fare qualche domanda.
VICE: Ciao Ilario. Visto che ti occupi da così tanto di Hamer e delle sue teorie, mi puoi spiegare perché hai deciso di seguire questa storia?
Ilario D’Amato: Mi sono imbattuto nelle teorie di Hamer nel 2006. All’epoca frequentavo il MeetUp nazionale che Beppe Grillo aveva appena lanciato, uno spazio digitale di discussione molto vivace. Accanto a temi più politici, c’era un topic che era sempre in prima pagina, con decine di migliaia di commenti: “Il dottor Hamer, una storia che il mondo vuole tenere nascosta.” All’epoca ero un giornalista di provincia, e mi sono subito interessato a questa presunta “storia nascosta.”
Mi si è aperto un mondo: a essere nascosta era la vera storia di Hamer, documentata in numerose sentenze a suo carico. Non era andato a Roma con la famiglia per curare gratuitamente i malati, come dicevano i suoi seguaci, ma stava scappando dai debiti; non era stato cacciato dall’Ordine dei medici perché costretto ad abiurare la sua “Nuova Medicina Germanica,” novello Galileo, ma a seguito delle decine e decine di morti causate dalle sue teorie.
Chi era davvero Ryke Geerd Hamer?
Era un medico tedesco, nato nel 1935, che ha sempre avuto una visione un po’ particolare della medicina e della sua professione. Il suo più grande pregio è stato quello di aver voluto “umanizzare”—per dirla così—la scienza medica in un momento storico in cui questa procedeva verso una forte specializzazione e “spersonalizzazione.”
Ma è stato anche un uomo condannato per truffa, che lasciava i suoi pazienti urlare dal dolore senza dare loro alcuna morfina, che trasportava i loro corpi di notte fuori dal suo “ospedale” per non fare vedere agli altri quanti morivano, che ha continuato ad applicare le sue teorie sui malati anche quando gli è stata tolta l’abilitazione medica. Un uomo con chiare manie di persecuzione, che non ha mai riconosciuto i danni che ha fatto.
Quali sono i capisaldi della “Nuova Medicina Germanica”?
La teoria di Hamer è complessa e usa un linguaggio para-medico che impressiona i neofiti. Ricordo che Hamer, oltre ad essere laureato in medicina, era anche laureato in teologia. La NMG mischia questi due elementi sostenendo che la malattia non esiste, ma sarebbe un “programma biologico e sensato della natura” che risponde a uno shock, un improvviso evento traumatico vissuto con un senso di isolamento.
La leucemia, ad esempio, sarebbe un “conflitto di svalutazione di sé” e non andrebbe curata con la chemioterapia—che per Hamer uccide invece nel 98 percento dei casi. Hamer esprime queste due teorie in quelle che chiama “Cinque leggi della natura,” e sostiene che questi “processi” (le malattie) non andrebbero combattuti ma solo accompagnati, risolvendo i “conflitti” alla base. Sostiene anche che questi siano visibili facendo delle TAC al cervello, che lui chiama “focolai di Hamer” ma che in realtà sono dei banalissimi artefatti ad anello.
Quanti e quali problemi con la giustizia ha avuto Hamer?
Molti. Ne ha avuti sin dal 1985, con l’apertura della sua clinica “Amici di Dirk.” Hamer perde l’abilitazione medica nel 1986, si trasferisce a Colonia e continua a esercitare la professione. Nel 1992 viene condannato per aver “trattato” con le sue teorie il tumore di un ragazzo. Nel 1993 è condannato per calunnia. Nel 1995 scoppia il caso di Olivia Pilhar, una bambina austriaca malata di cancro ai reni. I genitori fuggono a Malaga, dove c’era una “clinica” di Hamer, per evitare che fosse trattata. Alla fine le autorità riescono a convincere i Pilhar a tornare in Austria. Alla bimba è estratto un tumore di 4 chili (ne pesava solo 16) e si salva.
Nel 1997, poi, è accusato a Colonia di omissione di soccorso a persona in pericolo (in seguito verrà assolto). Nel 2000 viene condannato in Francia per esercizio illegale della professione medica, ma scappa in Spagna. Nel 2004 è condannato anche per frode. Nel 2007 viene indagato per incitamento all’odio razziale, visto che sostiene che gli ebrei usino segretamente la sua NMG condannando coscientemente tutti gli altri ad un “Olocausto” medico.
A questo proposito, come mai Hamer a un certo punto abbraccia tesi antisemite e negazioniste?
Non dimentichiamo che Hamer nasce in Germania proprio quando il nazismo raggiunge il suo apice. Un tribunale ha asserito che Hamer non sia pazzo, ma abbia una personalità “fanatica” che non ammette repliche. Da questa combinazione nasce il fatto che lui parli dei trattamenti medici basati sulla scienza come di un “assassinio su commissione, intenzionalmente premeditato contro i non ebrei, a vantaggio di una supremazia sionista in tutto il mondo.” Hamer sostiene anche che gli ebrei si sono curati segretamente con la sua NMG, ma i dati epidemiologici ovviamente lo smentiscono.
Nonostante la radiazione e le condanne, Hamer è riuscito a crearsi l’immagine di profeta perseguitato. Come mai?
Perché incarna quello che molte persone vogliono vedere a tutti i costi: un uomo perseguitato dai “poteri forti,” che non ha paura di dire la “verità” e di pagarne le conseguenze sulla sua pelle, che lotta contro “Big Pharma” ma che soprattutto toglie la paura della malattia e dà risposte semplici e rassicuranti. Perché mi è capitato un tumore? E perché proprio a me? La scienza medica fornisce risposte sulla base delle probabilità, ma non può (e non vuole) dare certezze, né può rispondere a domande che appartengono più alla sfera religiosa che a quella medica.
Chi segue le teorie di Hamer è convinto di aver finalmente trovato la risposta alle proprie angosciose domande, crede di essere in controllo di un qualcosa che per sua natura non lo è: tutto è preferibile all’incertezza e alla paura. In più, mentre i medici parlano di chemioterapia, interventi e statistiche, Hamer li rifiuta con forza e parla di “leggi.” Una soluzione comoda, ma purtroppo falsa.
In quali paesi ha attecchito di più la Nuova Medicina Germanica?
All’inizio in Germania, e poi in Francia, Spagna, Austria—seguendo gli spostamenti di Hamer. Un caso a parte è l’Italia, dove Hamer ha soggiornato per breve tempo ma che è, come scrive un suo seguace in uno dei suoi libri, la nazione dove c’è più fermento su questa teoria. Ci sono decine di medici che non nascondono di rifarsi esplicitamente alla NMG, e solo recentemente l’Ordine sta prendendo dei provvedimenti. Forse troppo poco e troppo tardi, ma è un inizio. Del resto, all’Università di Salerno c’è un ginecologo che dice di insegnare una “ginecologia olistica” e tra i libri di testo e gli argomenti consigliati compare proprio Hamer.
La NMG è anche diffusa in Canada e stava attecchendo in Norvegia, dove Hamer avrebbe “curato” illegalmente alcuni pazienti poi morti. In Europa poi le sue teorie si sono trasformate in tanti rivoli come, ad esempio, la “metamedicina.”
Che ruolo ha giocato l’avvento di Internet e dei social network nella sua espansione?
Sicuramente notevole, ma starei attento a dare la colpa per la diffusione della NMG alla rete. I primi a diffondere queste teorie sono stati alcuni giornalisti negli anni Ottanta; Hamer, ad esempio, è stato anche intervistato dalla RAI. La rete ha sicuramente accelerato—esasperando il processo di disintermediazione dalle fonti primarie—ed esacerbato la polarizzazione, per cui i seguaci di Hamer si chiudono in gruppi chiusi su Facebook dove si scambiano consigli su malattie che affliggono parenti e amici.
Quanti sono i seguaci di Hamer in Italia? E com’è strutturata la loro rete?
Fino a pochi anni fa c’era l’associazione ALBA (“Associazione Leggi Biologiche Applicate”) guidata da Mark Pfister, un ex pranoterapeuta senza alcuna formazione medica e amico di Hamer. Questa associazione raccoglieva migliaia di seguaci e si proponeva anche di formare “terapeuti” con l’aiuto di alcuni medici. Hanno anche chiesto una sperimentazione al Ministero della Salute, che tuttavia non ha mai ricevuto la documentazione necessaria per avviare l’iter. Non a caso, i seguaci di Hamer “applicano” le sue “leggi” senza averle mai dimostrate e senza mai aver pubblicato un solo studio scientifico, sostenendo che ognuno possa verificarle da sé—e a dirlo sono anche medici.
Nel 2013, comunque, Hamer ha addirittura accusato l’associazione ALBA di essere parte del complotto ebraico: cominciavano i primi guai giudiziari per gli hameriani italiani, e per difendersi sostenevano che la NMG non fosse una “terapia”. Hamer ha dunque “scomunicato” ALBA, che si è scissa in una Onlus e una associazione dedicata a formare “terapeuti”.
Gli hameriani in Italia si sono quindi parcellizzati in decine di correnti più o meno ortodosse, ognuna rispondente a un preciso pezzo del mercato della disperazione declinato in conferenze, libri e “formazione” di “terapeuti”. Si tratta di un giro d’affari difficile da quantificare, ma sicuramente enorme.
Nel tuo libro raccogli molti casi di pazienti che hanno seguito le teorie di Hamer. Come mai queste persone si erano rivolte alla NMG? E come ne sono usciti? C’è un caso che per te è particolarmente emblematico?
Purtroppo ne sono usciti tutti in un solo modo: morendo, credendoci quasi fino all’ultimo. Non si trattava di persone “all’ultima spiaggia”, ma spesso erano persone con concrete probabilità di guarigione. Spaventate, hanno cercato su internet un’alternativa che facesse meno paura. E su Internet le teorie di Hamer sono tra le più seguite, senza alcun contraddittorio.
È però difficile scegliere tra un solo caso: sono tutte storie dolorosissime. Forse mi ha colpito di più quello di Marina. Si trattava di una giovane madre che aveva un melanoma di pochissimi millimetri, e che lasciandolo crescere è arrivato fino a una massa purulenta di oltre 11 centimetri. Alla fine è morta a causa delle metastasi—che per gli hameriani, ovviamente, non esistono. La cosa più sconvolgente, come ha stabilito una sentenza di primo grado, è che un medico l’ha convinta a seguire queste teorie mentre sarebbe bastata una piccola operazione ambulatoriale.
Per finire: credi che il “movimento” sopravviverà alla morte del suo fondatore?
Ovviamente. Il “metodo Di Bella” sopravvive al suo creatore. La truffa di Stamina è continuata e continua anche dopo l’arresto di Vannoni. L’avvocato di Hamer ha già detto che la NMG continuerà ad essere diffusa da una “fondazione,” e comunque le sue teorie continuano a vivere in mille modi diversi in tutto il mondo.
Ora se ne parla perché Hamer è morto, si continuerà a farlo per un paio di giorni e poi tutto tornerà come prima. E gli hameriani contano proprio su questo. Sono trent’anni che sopravvivono a ogni inchiesta giornalistica o giudiziaria: sanno che l’indignazione del pubblico dura lo spazio della prossima storia sparata, e che continueranno a fare soldi e vittime come prima. Nel silenzio complice non solo delle istituzioni, ma di noi tutti.
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