Identità

9 scenari per capire se i litigi con la persona con cui stai non vanno affatto bene

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Come reagiscono le persone durante un litigio con la persona con cui hanno una relazione? Di solito accade a porte chiuse, non se ne parla molto in pubblico, e la maggior parte di noi in realtà non ha nemmeno idea di come una conversazione concitata con la persona con cui si sta dovrebbe sembrare—perché nessuno ce lo ha mai davvero spiegato.

Qui di seguito, trovate riuniti alcuni scenari e discussioni piuttosto comuni, analizzati con l’aiuto di Rosara Torrisi, sessuologa di Long Island.

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“Litighiamo praticamente ogni settimana”

Innanzitutto, Torrisi sostiene che esiste una differenza sostanziale tra una discussione e un litigio. “Il litigio implica che una persona ferisca l’altra intenzionalmente,” afferma. Una discussione invece, per quanto accesa, dibattuta, spiacevole e controversa, si rivela in ultima analisi salutare. Diventa un litigio vero e proprio quando le persone iniziano a tirarsi colpi bassi, si comportano scorrettamente, sono ingiuste o cattive.

In più, sottolinea che non è per forza un problema discutere di frequente e, anzi, può indicare che chi è nella relazione si senta a proprio agio a esprimersi. “È giusto sia così,” dice. “Ai partner capita di avere opinioni, pensieri, sentimenti, convinzioni e valori diversi. Tutte cose che si spera vengano comprese e accettate, magari con un compromesso.”

Se pensi che il conflitto sia di per sé intrinsecamente negativo, o ti preoccupi all’idea che sottintenda qualcosa di terribile sulla tua relazione, può darsi queste convinzioni derivino dal modo in cui sei stato educato. “La maggior parte di noi è cresciuta con genitori che negavano di litigare, oppure lo facevano in maniera sgarbata, e ora ne abbiamo paura,” insiste Torrisi. “Ma se non discuti non puoi essere onesto e autentico con te e né con le altre persone.”

“Discutiamo spesso di fronte ai nostri amici”

Stabilire se sia o meno salutare discutere davanti ad altre persone è una faccenda del tutto culturale, spiega Torrisi, e dipende in larga misura da quanto gli altri si sentono a proprio agio. Poiché le discussioni sono un affare molto intimo e personale, c’è una buona possibilità i tuoi amici non vogliano assistere a discussioni troppo animate.

Se vi capita, comunque, Torrisi sostiene sia giusto e doveroso aggiornarli una volta che siete giunti a una qualche soluzione. “Altrimenti, vedono solo le discussioni e i litigi,” aggiunge, specificando che è oltremodo importante questo avvenga se il tutto è accaduto davanti a dei bambini. “Non è un problema che i bambini assistano alle discussioni,” conferma. “Ma non è nemmeno salutare si trovino in mezzo a veri e propri litigi. In ogni caso, se qualcosa sta accadendo, è giusto lo sappiano. Sì, discutiamo, la risolviamo e poi torna tutto a posto.”

“Discutiamo sempre delle stesse cose”

Per Torrisi è piuttosto comune, e succede perché un sacco di coppie hanno quelli che vengono definiti in gergo “problemi irrisolvibili.” Alcune sono questioni minori, come l’essere in disaccordo su pulizie e lavori domestici, e probabilmente vi troverete in più occasioni a rinegoziale senza trovare mai una soluzione definitiva. “Magari ne trovate una valida per tre mesi, e poi smette di funzionare,” spiega.

Ci sono invece anche quel tipo di problemi irrisolvibili che toccano valori e bisogni basilari della persona, e questi necessitano di particolare attenzione. Si tratta di questioni fondamentali, non gestibili con soluzioni sul breve termine.

“Potrebbero riguardare la religione, i soldi, il sesso, la possibilità di avere figli, dove vivere, ecc.,” spiega Torrisi. “Problematiche complesse, e magari dolorose… che spesso implicano la fine di una relazione.” Se quindi è questo il tipo di discussione che avete regolarmente, o se pensi che non siete allineati sulle grandi questioni della vita, potrebbe essere ora di chiedersi se siete davvero compatibili.

“Le nostre discussioni vanno avanti per ore”

Passare un’intera giornata a discutere non implica che la relazione sia disastrata, tuttavia è incredibilmente sfiancante. Se senti di star perdendo anni della tua vita dietro queste lunghissime conversazioni, Torrisi sostiene possano esserci delle ragioni precise.

In primo luogo, una delle persone implicate potrebbe aver problemi a esprimersi o sentirsi compresa. “Capita di dover riconoscere che il destinatario del discorso abbia bisogno di ricevere le informazioni in maniera diversa o particolare, ma lo stesso vale anche per chi si sta esprimendo,” dice Torrisi. Se ti sembra di non parlare lo stesso linguaggio del partner, puoi provare prima a mettere per iscritto quello che devi dire, a parlare più lentamente, fare domande per cercare spiegazioni, o semplicemente riformulare il tuo messaggio.

Pensa inoltre a tutti quegli elementi esterni che possono interferire con il tuo discorso e considera l’idea di parlarne in fasi diverse della giornata (ad esempio, quando nessuna delle parti implicate è occupata, distratta o ubriaca) o in luoghi considerati neutrali (un parco invece della camera da letto). Inoltre, una delle persone chiamate in causa potrebbe essere molto prolissa e potrebbe voler descrivere nei particolari tutte le ragioni per le quali è arrabbiata. I monologhi però, in special modo se lunghi, tendono ad affaticare la capacità altrui di prestare attenzione, benché possano essere molto catartici per il parlante.

In altri casi, secondo Torrisi, le discussioni si trascinano perché in realtà si evita di parlare dei problemi più profondi e, se si rimane al dibattito più superficiale, difficilmente si risolverà la questione. Ad esempio, se discutete dei calzini sporchi lasciati in giro, il problema sottostante potrebbe in realtà essere quello del mancato rispetto nei confronti del partner, oppure la mancata considerazione dei bisogni altrui. Dunque, chiediti se c’è un problema inespresso da affrontare.

“Ogni volta che discutiamo, qualcuno finisce in lacrime”

Le persone piangono per un buon numero di ragioni diverse e Torrisi sottolinea che in realtà si tratta di una reazione piuttosto neutrale. Le lacrime possono essere la manifestazione fisiologica di una distensione emotiva, un modo con cui il corpo prova a calmarsi, oppure un’espressione del dolore emotivo. Quindi, piangere durante una discussione non implica per forza di cose di essere stati cattivi o scorretti, o che ci sia qualcosa di intrinsecamente sbagliato nella vostra relazione o nel modo in cui discutete.

“Diverse persone si sentono manipolate dal pianto,” afferma Torrisi. “Le esorto a considerarlo un tema su cui lavorare.” Il pianto è una reazione naturale e difficile da controllare o fermare, accusare la persona con cui si sta di utilizzarlo per manipolare significa presupporre che abbia cattive intenzioni. “Se è così, hai problemi ben più gravi del semplice pianto, un problema di fiducia,” conferma Torrisi.

“Le nostre discussioni sono davvero accese”

Se alzate la voce non dovete necessariamente preoccuparvi. Si tratta di un punto di vista molto soggettivo. “Abbiamo tutti un’idea diversa dell’intensità e del volume delle conversazioni,” sostiene Torrisi.

Se siete comunque a disagio per il volume dei vostri diverbi, può significare che vi state agitando e innervosendo molto, ed è questo a preoccuparvi davvero. “Il fatto di aver alzato la voce ci informa che il sistema nervoso è iperattivo e sottoposto a stimoli eccessivi,” precisa Torrisi. “E quindi non riuscirete ad avere una conversazione produttiva.”

Tuttavia, non è l’unico segnale per capire che siamo inondati dalle emozioni, bisogna comunque prestare attenzione ad altri indicatori. Ad esempio, cambiamenti fisici come un battito cardiaco più accelerato, l’aumento del calore corporeo o il diffondersi del rossore sulla pelle, la contrazione dei pugni o una stretta sui capelli, o ancora i cambiamenti nel tono della voce. Se si realizzano, è meglio fermare subito la conversazione.

Tuttavia, affinché questa pausa si realizzi con successo, bisogna che le parti in causa siano concordi a tornare sulla discussione in seguito—non deve insomma diventare una scusa per posticipare il discorso a data da destinarsi. E tutti devono decidere di comune accordo di non stare a rimuginare sull’argomento durante la pausa, per quanto possa sembrare impossibile. “Dovresti occupare quel tempo con attività che permettono di sbollire la rabbia,” consiglia Torrisi. “Una passeggiata o una doccia, un riposino o una sessione di meditazione. Qualsiasi cosa torni utile e funzionale.”

Se ti suona esagerato, folle o infattibile, sappi che vale per molti, ma, per il bene della tua relazione, devi almeno provarci. “Esiste la ‘dinamica inseguitore-inseguito’, dove una persona dice ‘Ho bisogno di una pausa’ e l’altra ribatte ‘Non andrai da nessuna parte fin quando non abbiamo finito,’” esplicita Torrisi. Ma è probabile che l’inseguitore sia iperstimolato e non riesca a calmarsi da solo, motivo per il quale cerca l’aiuto del partner continuando a discutere—ma difficilmente ci riuscirà, vista l’agitazione generale. In più, quando si arriva a questo livello possono verificarsi anche episodi di comportamento abusivo.

Per evitare di arrivare a questo punto, Torrisi suggerisce di provare a realizzare “tentativi riparatori,” che possono aiutare a ricostruire la fiducia e il legame. Ad esempio, provare a stringere la mano, ad abbracciare la persona con cui si sta. Piccoli gesti che possono davvero cambiare il tono della conversazione e placare il sistema nervoso dei presenti, comunicando il messaggio che “facciamo parte della stessa squadra.”

“Spesso volano insulti”

Non va per niente bene, secondo Torrisi. “Se volete mantenere una relazione positiva, dovreste proprio evitarlo,” conferma. Se però usate questo tipo di linguaggio spessissimo e con disinvoltura, per voi potrebbe non essere un grande problema. Rimane il fatto che insultarsi durante una discussione non è produttivo e rischia di tracimare in un litigio vero e proprio.

In più, rischi di nascondere e seppellire i tuoi veri sentimenti. Se stai per scattare con un insulto, è meglio dunque tornare ad esprimersi in questo modo: “Mi sento molto frustrato.” “Sono deluso.” “Mi hai mancato di rispetto”. “Mi sento ferito.” “È molto importante espandere il proprio vocabolario emotivo, benché molti tra noi non l’abbiano appreso,” spiega Torrisi. “È il momento giusto per imparare ad esprimere a dovere quello che proviamo.”

“La persona con cui sto usa la tattica del silenzio”

Torrisi spiega che ignorare in toto qualcuno, una pratica conosciuta come “ostruzionismo”, è un “modo molto problematico per relazionarsi al partner.” Ricordati però che c’è una grande differenza tra il silenzio totale e chiedere una pausa per calmarsi. “Da una parte stai cercando di essere presente, rispettoso e autentico e, siccome non stai riuscendoci, cerchi di calmarti e provarci ancora,” spiega Torrisi. “Dall’altra, l’atteggiamento è più: ‘Non me ne frega niente. Ne ho abbastanza. Ti punisco.’”

Al di là di questo, il trattamento del silenzio viene spesso usato per manipolare gli altri. “È un modo per negare il legame emotivo, intellettuale e sessuale,” spiega. “È un comportamento meschino. Una ritorsione da occhio per occhio. Non è una buona strada da scegliere.” “Spesso significa che porterà alla fine della relazione,” precisa. “Perché almeno una persona non avrà più voglia e intenzione di andare avanti, avere un atteggiamento positivo e provare a creare un senso di connessione. Di solito non è un buon segno.”

“Ci distraiamo spesso per colpa di una discussione ulteriore, incentrata sul modo stesso in cui discutiamo. Alla fine, abbiamo due discussioni in una”

Tutti abbiamo le nostre cattivi abitudini quando si tratta di essere in disaccordo e può volerci molto tempo, sforzo ed esercizio prima di capire il modo migliore per comunicare col partner, quando si è agitati, tristi o arrabbiati. Di certo non c’è nulla di male a identificare le tattiche più nocive o meno produttive. Ma provare a intervenire su questi atteggiamenti durante una discussione può far perdere molto in fretta il filo del discorso, perché si finisce a parlare di quale dovrebbe essere il momento/luogo/modo migliore per avere questa stessa discussione, e tutto ciò può contribuire a peggiorare la situazione.

“Se discutete di come litigate, e succede spesso, è davvero un ottimo momento per recarsi da un terapeuta,” afferma Torrisi. “Una volta riconosciuto che vi mancano alcune abilità o elementi per affrontare il discorso, è meglio farsi aiutare.” Oppure potrebbe essere d’aiuto leggere libri o ascoltare dei podcast che si concentrano sulla comunicazione e le relazioni. In sostanza, Torrisi conclude, si tratta di “diventare voi stessi esperti nell’aiutare la vostra relazione al meglio possibile.”

Rachel Miller è autrice di The Art of Showing Up: How to Be There for Yourself and Your People. Seguila su Twitter.