Se non hai un gruppo di amiche strette, puoi dire di avere davvero delle amiche? Questo è il messaggio che la cultura pop promuove in modo più o meno esplicito alle donne. Cinema e televisione sono pieni di personaggi femminili con una ciurma di amiche fedeli con cui affrontano le sfide della vita—basta pensare a serie come Sex and the City e Girls, o a romanzi come Il club delle baby sitter e Quattro amiche e un paio di jeans.
Ma non tutte le persone hanno un gruppo di riferimento e, stando alla dottoressa Nilu Ahmed, psicologa comportamentale dell’Università di Bristol, non è neanche così raro. Le dinamiche di amicizia di donne e uomini tendono a differire per i condizionamenti della società, spiega. “Parlando in senso ampio, le amicizie tra uomini sono plasmate per essere orientate alla socialità, e dunque sono più di gruppo. Le amicizie tra donne sono concepite come più intime che sociali.”
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Abbiamo parlato con cinque donne che non hanno un gruppo di amiche strette, per sapere cosa significa per loro.
Tice Cin, 26 anni
“Avevo un gruppo di amiche, da adolescente, che era solido come la roccia. Quando però ho iniziato a maturare un mentalità diversa, non ero pronta a gestire atteggiamenti omofobi da parte di persone a cui tenevo. Verso la fine dell’adolescenza, sono migrata verso un gruppo di persone che accettavano le identità queer—ma non avevo niente altro in comune con loro, specialmente perché la cultura queer nelle periferie di Londra è in gran parte bianca.
Mi capita spesso di trovare una persona allineata ai miei valori e interessi, ma di rado un intero gruppo—che sarebbe importante, perché vorrei che tutte le persone nella mia vita si sentissero al sicuro e a proprio agio in situazioni di gruppo. Vorrei tanto organizzare un barbecue e divertirmi con tutte le amicizie che ho stretto in momenti diversi della vita ed essere sicura che tutte si trattino con rispetto e gentilezza.”
Um-E-Aymen Babar, 22 anni
“Le amiche che avevo durante i primi anni dell’università alla QMUL [Queen Mary University of London] erano asiatiche e di famiglie umili, mentre le amiche che ho conosciuto a Cambridge sono tutto il contrario. Credo che se non fossi nella situazione in cui sono—frequentare Cambridge e dover far parte di questo mondo—non le frequenterei.
Trovo che le mie interazioni con i due gruppi siano piuttosto diverse—con le prime amiche so di poter uscire e divertirmi ma non parlare di cose serie, mentre con le amiche di Cambridge sento che è un confronto più serio e accademico. Sarebbe bello farle incontrare, ma ho idea che non funzionerebbe, né potrebbero mai diventare un grande gruppo di amiche unico, perché hanno diversi scopi nella mia vita.”
Jasmine Grimshaw, 22 anni
“Socializzare è un po’ complicato per via dell’autismo, e ho spesso trovato difficile interpretare alcune situazioni di gruppo. In passato ho avuto gruppi di amiche, ma non sono durati perché qualcuna si è trasferita o semplicemente siamo cambiate crescendo. Ci sono stati momenti di fraintendimenti per via del mio modo… ‘diverso’ di imparare e gestire le situazioni sociali. E momenti in cui ho capito che non ero a mio agio con chiunque nel gruppo e che restavo solo per una o due persone.
In passato ho parlato espressamente [del mio autismo] con gruppi di amiche che hanno minimizzato con frasi come ‘oh, ci sentiamo tutte così a volte’ o ‘per tutte è difficile in certi momenti,’ sottovalutando il fatto che io posso avere serie difficoltà nell’interpretare le comunicazioni—specialmente se di gruppo.”
Alice Spencer, 28 anni
“Avevo un gruppo di amiche di scuola, ma con gli anni ci siamo tutte trasferite e perse di vista. Sono andata all’università a Newcastle dove ho formato un altro gruppo di amiche solido, ma c’è stata una faida che ha scompaginato tutto. Viviamo in tre città diverse, ora. Io mi sono trasferita a Londra qualche anno dopo, dove ho scoperto che la maggior parte delle persone ha già un gruppo di amicizie su cui contare. Per dire: una serata per bere una cosa con tutte le persone con cui lavoro richiede mesi di organizzazione.
Trovo molto stressante e impegnativo cercare di fare piani per vedere molte persone tutte insieme e mi manca la facilità e il senso di sicurezza dato dall’avere un gruppo stretto su cui contare. Ci penso tanto. Mi mette ansia prenotare le vacanze, perché la maggior parte della gente ha la persona con cui sta o un gruppo di amici e amiche con cui partire, e io finisco sempre per essere quella che si aggiunge al gruppo di qualcun altro. Vogli bene a tutte le persone amiche che ho e sono fortunata a considerarne più di una come migliore amica—ma le ho incontrate tutte in momenti diversi della mia vita.”
Jess Corcoran, 26 anni
“A meno che il tuo gruppo di amiche non nasca in un contesto semi-organizzato—tipo la scuola, l’università, un club sportivo—è improbabile che succeda consciamente. Non mi sento in imbarazzo perché sono molto contenta delle amicizie che ho e riconosco il valore di ognuna di esse, e le preferisco al trovarmi in un gruppo dove qualcuno non mi piace e devo comunque averci a che fare.
Ma alle volte sarebbe bello avere un gruppo di persone con cui dedicarsi a certe attività; è un po’ poco essere in due quando vuoi fare qualcosa di elaborato o più scatenato del solito. È anche un po’ strano ai compleanni o altre occasioni—mi piacerebbe ospitare un gruppo di amiche, ma quelle che ho non si conoscono tra di loro. La cosa peggiore forse è sentirsi esclusa dal tropo narrativo del gruppo di amiche onnipresente nei media. Io non so cosa significhi!”