Dopo il “mistero” del signoraggio, quello delle scie chimiche e quello del gruppo Bilderberg & Monti, il nostro Paese—con le sue migliaia di dietrologisti in sella alla tastiera del PC in costante liveblogging dalla mansarda di mamma—ha scoperto che se ti arrampichi sui tralicci dell’alta tensione, e tocchi i fili dell’alta tensione annunciando prima che lo avresti fatto in diretta radio, c’è effettivamente il rischio che si registri un passaggio di corrente ad alta tensione. Insomma, non era affatto una cospirazione dei Poteri Forti intenzionati a impedirci di arrampicarci su quei buffi cosi ai lati di campi e strade.
A parte questo, devo ammettere di avere dei problemi col “Movimento NO TAV”. Nonostante io sia, in linea di massima, sempre d’accordo con tutto ciò che promuove la distruzione di individui e cose, trovo le motivazioni NO TAV un po’ superficiali. Sul loro sito ci sono 150 motivi per non costruire la Torino-Lione. Io li ho letti tutti e centocinquanta, e mi hanno ricordato quelle popolazioni ancora non contattate dalla civiltà che tirano le frecce al cielo quando vedono passare un aeroplano. Non solo non capiscono che non è un grosso uccello di acciaio a volare, ma condividono la stessa percentuale di successo nel fermare cosa li spaventa così tanto. Trovare 150 motivi a favore di qualcosa non credo sia poi positivo. Sono per il Rasoio di Occam, la teoria filosofica che sostiene che la risposta più semplice tende a essere quella giusta, scoperta da Jodie Foster nel 1997. Non ho neanche 150 motivi per alzarmi la mattina. Non credo che ne troverei 150 neppure per motivare l’entrata in guerra contro Hitler—forse 4, o 5?
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Spesso penso, come dopo l’uscita così incredibilmente cinematografica del suonatore theremin di Bon Iver nei confronti di un celerino muto, che il Movimento NO TAV sia in realtà un progetto di COINTELPRO dei servizi segreti italiani. Perché non riesco a credere che delle persone che combattono contro la tecnologia più nuova della Rivoluzione Industriale del 1770 possano essere così ingenue e stupide. Ora, grazie ai cinque minuti di cazzo duro del tizio, ci dovremo sorbire tutto il moralismo “liberale” peloso del Corriere che rilancia continuamente lo scambio, e a seguire tutti gli altri giornali e TG. Ogni volta che ci sarà uno scontro con la polizia il video sarà riproposto e citato, e verranno scritti ottocento editoriali che filosofeggeranno su ‘sta cosa. Qualcuno citerà ancora una volta Pasolini.
Come si può fare un errore del genere coscienziosamente? È difficile immaginarselo, dato che è stato commesso dalle stesse persone secondo cui costruire delle infrastrutture intorno a villaggi fantasma abitati all’89 percento da anziani porti alla distruzione della fiorente economia locale. Come del resto è storicamente accaduto ogni volta che sono stati costruiti aeroporti o autostrade intorno ai centri urbani. Ecco perché gli americani hanno perso la guerra in Vietnam: invece di bombardarli con il napalm avrebbero dovuto collegarli con dei treni in orario.
Per farsi una idea della NO TAV credo basti vedere i leader che si sono scelti. Io sono ancora convinto che problemi seri attirino gente seria. Negli anni Sessanta Gian Maria Volonté trafugava prigionieri politici sulla sua barca. Oggi c’è Beppe Grillo. I leader della lotta erano intellettuali snob e semplici operai. I leader NO TAV sono un ex banchiere e un tizio di Torino bruciacchiato in un letto non per colpa delle leggi dello stato, ma per quelle della fisica di terza elementare. L’ignoranza non sta mai dalla parte della ragione.
La TAV non è il G8 di Genova o la guerra in Iraq o un presidio di CasaPound, non possiamo caricare tutto ciò che è protetto da un cordone di caramba perché è l’unico modo per farci sentire dalla parte della ragione. Bisogna essere lucidi. Affrontare il fatto che il Movimento NO TAV ha riportato alla luce uno dei più grossi problemi di ogni movimento di protesta nel nostro Paese. Il fatto che sono tutti guidati dal tizio che al liceo con te ascoltava Frankie HI-NRG.