Luglio 2015, la scena del crimine è un negozio di donuts nel sud della California. Ariana Grande, all’epoca 23enne popstar in erba, fa quello che farebbe ogni ragazzina spensierata della sua età: assaggia una ciambella, la tocca con la punta della lingua e poi non la compra. Ok, fa un po’ schifo, ma non è nulla di così grave. Chi di noi non ha mai dato un morso di prova a un biscotto o bevuto a canna dalla lattina di un amico senza farsi troppi problemi?
Ora, per dovere di cronaca, vi devo ricordare qualche dettaglio in più. Ariana stava all’epoca con il suo fidanzato Ricky Alvarez, anche lui colpevole di aver dato una leccata di troppo a una ciambella di Wolfee Donuts. Il punto è che dopo aver posato il dolce con aria disgustata, Ariana ha affermato “Odio gli Americani e odio l’America”, probabilmente riferendosi all’eccessiva quantità di zuccheri. Per tutta risposta, le è stato revocato un invito ufficiale alla Casa Bianca (che probabilmente riceve solo persone che amano l’America), ma la verità è che dopo aver leccato quella ciambella la sua carriera non sarebbe stata più la stessa.
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La scorsa settimana ha pubblicato “7 rings”, il terzo singolo dopo il suo album di maggiore successo ad oggi, l’ipnotico e folle sweetener del 2018. Dopo “thank u, next” e “imagine”, questa traccia è l’ennesima conferma che Ariana è la regina pop della generazione Z. Ma ne parliamo tra poco. Adesso, torniamo a quel negozio di ciambelle. Perché nonostante lo scandalo, quel momento ha trasformato la popstar in un essere umano (ora alzi la mano chi non ha mai fregato nulla alle casse automatiche, o rubato manciate di campioncini in hotel). Da quel momento in poi Ariana popstar è diventata anche Ariana essere umano, una ragazza come tante altre che forse in un’altra vita era la tua migliore amica. Ariana, per esempio, suona il corno, da ragazzina metteva le sue canzoni su GarageBand ed è una grande fan degli Imogen Heap (basta ascoltare questo pezzo che sembra quasi una cover “goodnight n go”).
Dall’episodio della ciambella, sembra che Ariana sia molto più a suo agio con il suo lato più bizzarro e irriverente. Poco dopo, ha parlato dell’accaduto durante un’intervista al Saturday Night Live, dove si è esibita in un ormai celebre sketch autoironico in cui imita le sue colleghe cantanti ed è pazzesca. Un anno dopo, ha rilasciato a Billboard un’intervista per il servizio di copertina. È così che Ariana ha iniziato a raccontarsi in un modo tutto suo. Anche se all’inizio i suoi fan erano principalmente i ragazzini che la seguivano su Nickelodeon, con Yours Truly nel 2013 e My Everything l’anno successivo —in particolare grazie ai singoli “Love Me Harder” e il featuring con Iggy Azalea “Problem”— Ariana ha dato vita a un personaggio completamente nuovo. Per Dangerous Woman, nel 2016, ha creato una sorta di alter ego di se stessa, con completino di latex e orecchiette da coniglio. Dal pezzo su Billboard: “Ogni volta che mi viene un dubbio o rimetto in discussione scelte che dentro di me so che sono quelle giuste, magari solo perché gli altri mi stanno dicendo il contrario, penso, ‘Cosa farebbe quella bad bitch Super Bunny?’ Lei mi aiuta a prendere le decisioni giuste.”
Oggi, Ariana è pienamente cosciente della propria immagine. Questa è Ariana Grande-Butera: una giovane donna che cresce, fiorisce e vince. Ed è proprio questa Ariana che abbiamo visto nel suo singolo “thank u, next ”. Dopo quello che le è successo (e se non sapete di cosa sto parlando vi rimando ai giornali di gossip) si era detto davvero di tutto prima dell’uscita del singolo. Di cosa parlerà il suo prossimo pezzo, sarà sul suo fidanzato scomparso, sulla rottura con quello successivo e se sì, cosa dirà di loro? Tolta dal contesto, la canzone è un capolavoro pop. Ma anche considerato tutto il resto, comprese le parti più incasinate, la reazione rimane la stessa: Wow. Il pezzo ha un testo quanto mai necessario e puntuale. Ascoltandola, è impossibile non provare uno slancio di felicità, come quando fai il tifo per un’amica in difficoltà.
Non solo Ariana ha dimostrato di essere una vera dura, ma allo stesso tempo ha abbracciato e accettato la sua sfortunata situazione sentimentale con orgoglio. “Thank u, next” e “7 rings” sono tra i suoi brani migliori, e non è un caso che entrambi parlino della sua vita personale in modo così intimo ed esplicito. Con il terzo singolo, la storia continua. In questo brano seguiamo Ariana in un giro di shopping con le amiche dopo che ha restituito a Pete Davidson l’anello di fidanzamento. Come ha detto a Billboard, nella sua intervista da Woman of the Year: “Io e le mie amiche siamo andate da Tiffany insieme perché avevamo bisogno di un po’ di shopping-terapia. E sai che mentre aspetti da Tiffany ti danno un sacco di champagne? Ecco, a un certo punto eravamo così ubriache, che ci siamo comprate sette anelli di fidanzamento e quando sono tornata in studio, ho dato a tutti un anello dell’amicizia. Ecco perché li abbiamo tutti uguali, ed è così che è nata l’idea della canzone.”
Per quanto la traccia non sia altro che il racconto (arricchito) di un’esperienza personale, è anche, in un certo senso, una grande prova di forza. Un inno da vera rich bitch. E nonostante questa sfumatura capitalista del testo, c’è una buona dose di energia personale nella traccia; una storia che racconta di come i soldi non siano fondamentali, anche se è proprio quello che potrebbe sembrare in superficie. Come ha detto Ariana su Twitter, “‘7 rings’ è un inno all’amicizia. A come ti fanno sentire i tuoi amici. L’energia di ‘thank u next’ si è evolve e si trasforma in questo nuovo capitolo”.
Il tema reale è prendersi cura di sé nel modo più opulento possibile, anche se il massimo che puoi fare è sognare quello che racconta Ariana nella storia, che, per diversi motivi, è proprio quello a cui serve il pop: a farci viaggiare e trasformarci, per sentirci un po’ Prince nei suoi momenti migliori, o Adele quando aveva il cuore spezzato, o Lady Gaga scatenata sul dancefloor.
Questo nuovo capitolo della storia va ben oltre la musica di Ariana Grande, e si evolve in qualcosa di inaspettato. Durante il discorso che Ariana Grande ha pronunciato in occasione del premio Donna dell’Anno di Billboard, ha ammesso di aver vissuto un anno intenso, il migliore ma anche il peggiore della sua vita, e ha parlato di come, nonostante non si noti dall’esterno, la giovane popstar non abbia ancora messo ancora insieme tutti i pezzi. Guardarla parlare è uno spettacolo gioioso e traumatico al tempo stesso, perché lei stessa sembra ferita ma anche felice. Ma forse il sentimento che è emerso in modo più evidente è stato una sensazione di presa di potere, di empowerment. “Non lo dico con compassione”, ha detto. “Voglio dire a tutti quelli che mi ascoltano, che se non avete idea di quello che state facendo, non preoccupatevi, non siete soli”. Nel caso di Ariana, conoscendo la sua storia e il suo passato, le sue parole assumono un significato nuovo e autentico. Le sue parole sono fonte d’ispirazione, proprio quello che dovrebbero fare le parole di una popstar di successo come lei.
A parte questo, Ariana usa i social media per trasmettere il suo lato umano, per mostrarsi come una ragazza normale e simile a tutte le altre. Mi ricorda Rihanna che, prima di bombardarci di promo di Fenty, la sua linea make-up, postava su Facebook tutte le foto delle sue vacanze, e su Twitter messaggi tipo “FOTTITI SATANA!!! Vaffanculo!!!”. Anche adesso, in realtà, anche quando posta i prodotti Fenty, riesce sempre a essere simpatica. Rihanna è il modello della popstar diversa da tutte le altre: non è irraggiungibile come Beyoncé, ma anzi in qualche modo sembra vicina, come quell’amica delle medie con cui parli due volte l’anno, o quella tizia simpatica che hai incontrato in serata e ha un senso dell’umorismo assurdo. Ariana segue il modello Rihanna alla lettera, rilascia informazioni a poco a poco, e fa sentire i suoi fan coinvolti e vicini. Ma, come i the 1975, usa il linguaggio di internet, quindi scrive il titolo del suo disco in minuscolo, sweetener, e riposta su Twitter i commenti dei suoi fan usando il classico slang da chat e pieno di emoji.
Ovviamente, anche “7 rings” ha i suoi problemi. Ariana è stata criticata per aver usato un linguaggio inappropriato, per aver riempito il video della canzone di temi rap e Soulja Boy, Big Sean e Princess Nokia l’hanno accusata pubblicamente di plagio e appropriazione culturale. Ora, per quanto questo tema sia profondamente importante, richiederebbe un intero articolo a sé e non è questo il momento giusto per affrontarlo.
Problemi con i colleghi a parte, nella canzone Ariana esprime inequivocabilmente se stessa. È una storia vera, tanto per cominciare. Ma soprattutto, Ariana è una donna che ha il controllo totale sulla sua immagine, sulla sua personalità. Il Donutgate ci ha fatto conoscere la ragazzina spensierata che lecca le ciambelle. Le sue nuove canzoni ci hanno fatto scoprire Ariana Grande, la popstar più rappresentativa di questa generazione.
La versione originale di questo articolo è stata pubblicata da Noisey UK.