Qualche mese fa [quando erano ancora aperte], un amico ha invitato James in una palestra di arrampicata nella città dove vive. James non faceva sport “solo dio sa da quanto tempo,” ma gli era piaciuto guardare Free Solo, un documentario del 2018 che racconta la salita in free climbing dell’arrampicatore californiano Alex Honnold su per una parete di roccia alta 900 metri allo Yosemite National Park. Così ha pensato di fare una prova. “Da allora, sono completamente ossessionato,” mi racconta.
Poco dopo la prima sessione, James ha iniziato ad arrampicare tre o quattro volte alla settimana. “Non è solo la fatica fisica, ma anche il lavoro mentale che fai, per visualizzare il percorso prima di percorrerlo,” spiega. “È anche divertente darsi obiettivi in competizioni amichevoli con le persone con cui sei.”
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James non è il solo conquistato da questa attività. Negli ultimi due anni, l’arrampicata ha vissuto un nuovo boom di popolarità. Nel 2018, il Guardian ha dichiarato che questo sport è passato da essere attività di nicchia a “fenomeno globale,” con una crescita degli iscritti ai centri di arrampicata al chiuso del 20 percento annuo. Nel 2019 The Cut ha chiesto “Perché improvvisamente si stanno tutti dando al bouldering [una versione dell’arrampicata fatta su massi di medie dimensioni]?”, citando Zac Efron e Brie Larson tra le celebrità dedite a questo sport. Il successo di Free Solo e di altri documentari simili—compreso The Dawn Wall, che racconta della lotta dell’arrampicatore Tommy Caldwell contro un gruppo di terroristi, mentre completa un record mondiale in free climbing—hanno contribuito a introdurre un pubblico ampio all’arrampicata.
“Qualche anno fa, quando mi trovavo a una festa in casa e parlavo di arrampicata, vedevo la gente annoiarsi,” racconta Pez, che vive a Londra e arrampica da otto anni. “Ma ora, basta dire mezza parola e vedi la gente spalancare gli occhi e mettersi a parlare di The Dawn Wall.”
Per quanto le donne—come la campionessa di bouldering Shauna Coxsey—siano ampiamente presenti nell’arrampicata professionista, la versione hobby di questo sport sembra attrarre più uomini millennial. Chi non conosce almeno un tizio che ha poco meno o poco più di 30 anni e non fa che parlare di qualche parete conquistata a mani nude? In genere si presenta al bar con una giacca di Patagonia, segue su Instagram un mucchio di californiani che si spaccano di free-climbing, e sa tutto della geologia delle montagne di Joshua Tree, nonostante non ci sia mai stato. Ha appena speso 100 sacchi per un paio di scarpette da arrampicata di La Sportiva anche se non potrà usarle a breve.
Brett Ffitch e Sophie Cheng sono due istruttori di arrampicata in montagna che insegnano a scalare all’aperto nel Regno Unito e in giro per l’Europa, oltre a gestire il canale Youtube Climbing Nomads. Negli ultimi anni, mi dicono di aver visto un incremento della clientela.
“Molti dei corsi che teniamo sono seguiti da persone che hanno imparato ad arrampicarsi al chiuso e vogliono mettersi alla prova all’aperto,” dice Ffitch. “È così che va oggi, iniziano tutti al chiuso e imparano le basi, poi vanno all’aperto.”
Il bouldering al chiuso, che avviene su una parete in genere alta pochi metri con appigli colorati incastonati, è il tipo di arrampicata che fa James. A differenza di altre varianti dello sport, non richiede una fune di sicurezza né picchetti, per cui è facile provarlo—ti presenti in palestra, noleggi delle scarpette e inizi dal percorso più semplice. “È più accessibile,” dice Cheng. “Possono fare bouldering in un centro di arrampicata, anziché mettersi in macchina e raggiungere un posto chissà dove.”
Adam, che vive a Londra, è andato per la prima volta in una palestra di arrampicata dopo la fine di una relazione. “Nella mia testa immaginavo un mucchio di sfigati in un posto chiuso che fanno micro movimenti su pezzetti di plastica incollati al muro,” dice. “Pensavo che sarebbe stato facile. Invece è stata una vera sfida, sia fisicamente che mentalmente.” Si è appassionato in fretta e ora arrampica regolarmente in diverse palestre attrezzate.
Anche Robin vive a Londra e dopo aver provato l’arrampicata al chiuso con alcuni amici, ne ha fatto il suo hobby fisso. “Dopo qualche mese ho comprato le scarpette,” spiega. “Ho iniziato ad andarci più regolarmente, ho capito che mi piaceva, e quando le palestre sono aperte mi alzo alle 5:45 al mattino per andare ad arrampicare alle 6:30, due o tre volte alla settimana.”
Per Robin, è un po’ come fare “un puzzle 3D interattivo con il tuo corpo.” Il subreddit r/climbing è pieno di consigli su come prevenire il gomito dello scalatore, e di selfie da vertigine pubblicati da arrampicatori dopo aver completato un percorso senza cadere o fermarsi per riposare. Vlogger di arrampicata famosi come il professionista norvegese Magnus Midtbø illustrano consigli per allenarsi a centinaia di migliaia di iscritti.
“Entri in fissa forte con tutto ciò che riguarda l’arrampicare,” dice James. “È bizzarro; è un aspetto molto nerd della mia vita. Ammetto che sfianco un po’ la mia famiglia e i miei amici a forza di parlarne.”
Arrampicarsi su per una parete ha anche il beneficio aggiunto di essere di fatto esercizio fisico ma non sembrarlo. “È molto interessante osservare diversi arrampicatori uomini,” dice Pez. “Potresti pensare ‘il tizio con le braccia più grosse sarà il migliore.’ E invece non è sempre così. Se fai un pezzo in sporgenza, ti servono i muscoli della schiena e del petto, ma devi anche saper essere delicato sui piedi. L’idea di ‘maschio potente’ è spesso ribaltata, nell’arrampicata.”
Ad ogni modo, il fascino per l’arrampicata tra gli uomini millennial non è solo questione di esercizio mentale e fisico. A differenza della palestra normale o degli sport di squadra, l’arrampicata ha un elemento sociale forte. Passi un sacco di tempo sui materassoni con altri arrampicatori, e si creano opportunità di conversazione—sia con amici che con sconosciuti. “Arrampicare è uno sport dove si chiacchiera un sacco,” dice Pez. “Si sta seduti, a pensare al percorso fatto o da fare. Se si è in due a provare lo stesso percorso e non ci si conosce, ma si fanno gli stessi errori, parlarsi diventa naturale.”
Robin è d’accordo: “Andavo molto ad allenarmi in una palestra normale, prima. Ho capito che andavo in palestra solo per tirare su dei pesi e non parlare con nessuno. Ma se vado ad arrampicare, ci sono un sacco di persone che mi aspettano e fanno il tifo per me.”
È stato scritto tanto sulle difficoltà che molti uomini hanno nel mantenere le amicizie dopo i vent’anni, che sia per le lunghe ore passate a lavorare o per la mancanza di consapevolezza rispetto alle proprie esigenze emotive. L’arrampicata, con il suo spazio per le chiacchiere e la scusa che offre per incontrare lo stesso gruppo di persone ogni settimana, fornisce un antidoto valido al problema.
Robin dice: “Con l’arrampicata hai una scusa per vedere gente perché ti alleni a fare una cosa che è molto divertente.”
“Per me,” dice Adam, “l’importante era trovare qualcosa da fare in compagnia che non includesse l’alcol.”
Tutti gli arrampicatori con cui ho parlato sono consapevoli dello stereotipo che aleggia su di loro (Robin sottolinea che molti uomini che arrampicano regolarmente lavorano nel mondo tech: “li riconosci perché vanno in giro con una maglietta di Dropbox”), ma non gli importa molto. Nessuno arrampica per imitare Alex Honnold, né per poter comprare una felpa di Arc’teryx Proton. Incontrarsi tra amici e sfidarsi—mentalmente e fisicamente—è il motivo per cui tanti si appassionano a questo sport. E sì, sono anche consapevoli di quanto suoni salutare.
“L’arrampicata ha cambiato completamente il mio stile di vita,” dice James. “Lo consiglio a chiunque, anche solo di provarci, perché fa la differenza per molta gente.” Detto questo, è chiaro che per James le giornate a bere pinte su pinte al pub sono un ricordo lontano. C’è sempre l’acqua con cui ubriacarsi quando sei in parete, d’altronde.