Dov’eri tu dieci anni fa? Io avevo appena iniziato l’università e stavo imparando a cucinare la pasta col tonno, oltre a fare quello che ho sempre fatto, cioè inseguire le mie ossessioni musicali con la determinazione di un ratto in un labirinto. Quando Avant! Records è venuta allo scoperto, a dicembre 2007, con lo split tra His Electro Blue Voice e Nuit Noire ero lì ad aspettarla, e nel 2017 tengo ancora le antenne alzate ogni volta che annuncia una nuova uscita.
Nel corso di tutto questo tempo il suono della label ha continuato ad arricchirsi ed evolversi, incorporando elementi di elettronica da un lato e neofolk dall’altro, ampliando la propria paletta rituale a nuove sfumature di nero e risultando a tutti gli effetti indefinibile se non, come ci aveva detto lo stesso fondatore Andrea Napoli un paio d’anni fa, dark, ma proprio nel senso di oscuro, peso, estremo.
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Dieci anni e una cinquantina di uscite dopo, per l’etichetta bolognese è arrivata l’ora di festeggiare il compleanno insieme ai propri fan, sabato 2 dicembre all’AterlierSi di Bologna. Sul palco saliranno gli Holiday Inn da Roma, che presentano il loro nuovo album in uscita a gennaio, i Veil Of Light, duo svizzero in bilico tra industrial e synthwave, e Qual, il progetto solista di William Maybelline dei Lebanon Hanover che scalderà il dancefloor a colpi di EBM nera come la pece. A chiudere il tutto sarà il DJ set di Phase Fatale, producer techno berlinese “scoperto” da Avant! e in seguito approdato alla Hospital Productions di Dominick Fernow (Prurient, Vatican Shadow).
Abbiamo chiesto ad Andrea di ripercorrere questi dieci anni mandandoci una canzone rappresentativa per ognuno. Ne è venuta fuori una playlist molto varia e piena di perle di rilucente velluto nero. Ascoltala qua sotto e poi corri sul sito di Avant! records a comprare le ultime uscite. Ci vediamo alla festa.
2007: Lamps – “Eliseo”
Un pezzo che chiude un’epoca, nei miei ascolti, e ne apre un’altra.
Basta garage-punk (se non nelle sue forme più eretiche) e avanti tutta con le peggio stramberie synth/noise/lo-fi. Questo pezzo si collocava esattamente a metà ed è uno dei mille motivi per cui ho sempre voluto bene alla In The Red di Larry Hardy.
2008: Cheveu – “Clara Venus”
La scena francese weird-punk di quegli anni era davvero all’avanguardia, nonché esattamente quello di cui avevo bisogno. Malessere urbano e sperimentazioni naïf con i primi aggeggi elettronici. Sto pezzo è un po’ il sunto di quel sound sboccato ma divertito.
2009: Ättestupa – “Änglamakerskan”
Ho sempre amato le scene locali, quei milieu dove quattro gatti danno vita ad una realtà di forte impatto.
La gang di Göteborg che ruotava attorno alla Release The Bats di Matthias Andersson aveva tutto quello che serviva: il mistero, l’estetica, il mood, l’attitudine.
Questo pezzo è preso dal 10″ compilation/manifesto di quell’esperienza irrimediabilmente UG.
2010: Darkthrone – “Eyes Burst At Dawn”
Eh vabbè, sono un metallaro, si sa. Il mio primo amore sono stati gli Iron Maiden e certe cose non te le scrolli di dosso.
Come molti ho amato la svolta metal/punk dei Darkthrone che ha dato linfa vitale ad un gruppo storico altrimenti creativamente defunto e questo è uno dei tanti pezzi che ruggiscono come si deve.
2011: Lakes – “Altered Grey Night”
Il neofolk è sempre stato un pò un mio guilty pleasure, benchè siano stati davvero pochi i gruppi che hanno saputo reinventare (per modo di dire) il genere negli anni Duemila.
I Lakes ci hanno provato con la loro formula combat folk molto basilare ma quando azzeccano il pezzo come in questo caso fanno scuola.
2012: Trust – “Bulbform”
Volevo mettere “Chains” dei Gatekeeper ma è del 2010 quindi beccatevi sto singolone zarro che a suo tempo aveva fatto strage di cuori.
Chissà in quanti se lo ricordano oggi?
2013: Croatian Amor – “LA Hills Burn at the Peak of Winter”
Inizia da parte mia un’apertura sostanziale all’elettronica.
Non che ne fossi completamente a digiuno precedentemente, ma questi sono gli anni in cui entra sempre più prepotentemente nelle mie heavy rotation.
Non a caso Ombre Lunghe nascerà di lì a breve.
2014: Huerco S. – “Untitled B1”
L’elettronica, per l’appunto. Ma sempre con uno sguardo che riflette il gusto affinato (?!) negli anni.
Quindi roba a tinte fosche, confusa, straniante. Anche quando si tratta di house e techno.
2015: Tarquin Manek – “Sassafras Gesundheit”
Blackest Ever Black non ha certo bisogno dei miei props però va detto che poche label hanno saputo e sanno destreggiarsi così bene tra i mille risvolti della musica underground contemporanea.
Poi vabè il nome da solo vince tutto. Un pezzo così non poteva che uscire per questa etichetta.
2016: Rixe – “A Countre-Courant”
(Come dicono in TV) chi mi conosce lo sa. La mia passione per l’Oi! è un affaire di lunga data, fin da quando ero ragazzino.
E, come è stato giustamente detto in questa intervista ai Crown Court, è assurdo come un genere così definito sia stato così spesso frainteso.
I Rixe invece hanno capito tutto.
2017: Rope Sect – “King of the Night”
Una delle scoperte per caso più interessanti degli ultimi mesi.
Un misterioso combo tedesco che mescola alla perfezione sound BM e forma-canzone (post)punk, con un’ottima capacità di scrivere le melodie e di inventarsi un’epica propria che faccia da collante al tutto (per chi vuole approfondire, leggere qui).
Horns up!
La festa per il decennale di Avant! records sarà sabato 2 dicembre all’AtelierSi di Bologna. Segui l’evento su Facebook.