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Quando l’Unione Sovietica ha messo al bando l’alcol per far smettere di bere i russi

Campagni anti alcol russia anni 80

Lo stereotipo più diffuso sui russi è che bevono vodka come se fosse acqua. Però non sono sempre stati autorizzati a farlo. Nel 1985 il leader sovietico Mikhail Gorbachev ha parzialmente vietato il consumo di alcol. L’idea era di aumentare la salute e la produttività nel paese, ma ha velocemente portato a un disastro economico.

L’economia era stagnante da anni e l’alcol veniva considerato una grande parte del problema – i lavoratori arrivavano in fabbrica ubriachi e la vita familiare e sociale ne risentiva.

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Quest’anno la casa editrice FUEL ha pubblicato il libro fotografico ALCOHOL, una collezione delle locandine degli anni Sessanta e Ottanta che mostravano gli inutili sforzi del governo sovietico per tenere lontani i cittadini dal bere. Nel libro lo storico Alexei Plutser-Sarno racconta anche la storia del bere nell’Unione Sovietica e racconta come le “leggi sobrie”abbiano portato a una crescita della birrificazione casalinga.

Ho parlato con Damon Murray, editore del libro, sugli effetti di due anni di parziale messa al bando degli alcolici.

Perché impegnarsi a lavorare se non c’era niente da comprare con i soldi che avevi guadagnato?

VICE: Che cosa comportava la legge, precisamente?

Damon Murray: La direttiva del 1985 era chiamata On Measures to Overcome Drinking and Alcoholism and to Eradicate Bootlegged Alcohol [Misure per superare il bere e l’alcolismo e sradicare l’alcol di contrabbando, NdT]. Era un divieto parziale, conosciuto in Unione Sovietica come la “legge sobria”. Gorbachev ha costretto le distillerie a passare dalla produzione di bibite e ha alzato i prezzi di birra, vino e vodka. Ha anche ristretto le ore e i luoghi in cui era legale comprare alcolici. I negozi potevano venderli solo dalle due di pomeriggio alle sette, quindi i russi iniziavano a mettersi in fila molto presto la mattina, a volte anche la notte precedente. A causa della folla, spesso scoppiavano risse – e presto ance i negozi più piccoli avevano una guardia della polizia a mantenere la calma.

Perché il governo sovietico ha deciso di vietare parzialmente gli alcolici?

L’economia era stagnante da anni e l’alcol veniva considerato una grande parte del problema – i lavoratori arrivavano in fabbrica ubriachi e la vita familiare e sociale ne risentiva. Gorbachev sperava che, costringendo i Russi a bere meno, la produttività sarebbe significativamente cresciuta. Un altro obbiettivo era che i soldi che venivano spenti in alcolici sarebbero stati spesi in beni di consumo – aiutando così l’economia. Non è quello che è accaduto: l’equilibrio di richiesta e domanda è cambiato radicalmente e all’improvviso i livelli di produzione non hanno tenuto il passo. Per peggiorare le cose, la mancanza di beni ha avuto un effetto negativo sugli incentivi delle persone a lavorare. Perché impegnarsi a lavorare se non c’era niente da comprare con i soldi che avevi guadagnato?

Fare vino o vodka a casa diventò un crimine per cui potevi finire in prigione per due anni.

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“Il suo mondo interiore”. P. D. Yegorov, Ukrainian SSR. 1987

Come hanno reagito i russi?

Hanno iniziato a prodursi l’alcol a casa. Lo distillavano da rifiuti organici o da ingredienti economici di bass qualità, come il grano, lo zucchero, le patate o le barbabietole marce. E cercavano alternative agli alcolici da bere – come sostanze per pulire la casa, medicinali, colonia. A bottiglia di colonia con, ad esempio, una percentuale alcolica del 64% costava 98 copechi nel 1988, mentre una bottiglia di vodka costava più di 10 rubli [ci sono 100 copechi in un rublo]. La differenza di prezzo era tutto quello che i russi avevano bisognano per ignorare la puzza di colonia. Fondamentalmente bevevano qualsiasi surrogato dell’alcol – vernice, colla, lucido da scarpe, liquido dei freni, antigelo, liquido per pulire i vetri, insetticida. Perfino il liquido sbrinante dai velivoli militari – l’aeronautica lo prendeva dai velivoli, lo distillava e lo beveva. È accaduto che venisse rimpiazzato da acqua, che ovviamente ad alte altitudini congela.

Quindi come ha fatto il governo a rendere effettivo il divieto?

Fare vino o vodka a casa diventò un crimine per cui potevi finire in prigione per due anni. In aggiunta, chiunque fosse stato beccato ubriaco veniva preso dalla polizia e mandato in un centro di ricovero. La polizia guadagnava dalle multe alle persone che bevevano quindi era particolarmente contenta di sorprendere qualcuno nell’atto.

E il governo ha anche creato le locandine. Che cosa mostrano esattamente?

Sono immagini di lavoratori letteralmente intrappolati dentro una bottiglia o strangolati da un serpente verde [un simbolo russo dell’alcol]. I personaggi sono il tipo di fannullone che non fa bene il suo lavoro, che si ubriaca mentre aspetta un bambino, guida ubriaco, trascura la famiglia, è violento e pericoloso per se stesso e le persone intorno a sé. Ma la grafica è vivace e particolare, il che li rende così interessanti.

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“Combatti l’ubriachezza!”. V. Zharinov. 1977

Ha funzionato? L’economia e la produttività sono cresciute?

No, l’effetto sull’economia è stato abbastanza catastrofico. Prima del 1985 le vendite di alcol erano sta il 30 e il 40 percento delle rendite dello stato, ed entro il 1987 queste rendite si erano ridotte di 37 miliardi di rubli in soli tre anni. In realtà la campagna è stata uno dei fattori principali della crisi economica del 1987. Le persone non avevano smesso di bere; erano passati a birra fatta in casa e alcolici alternativi.

Perché il governo ha ritirato la campagna?

Beh, non era stata un successo. Il suo effetto sulle casse dello stato, e l’enorme crescita nel consumo di alcolici alternativi a quella dei negozi, ha superato di gran lunga qualsiasi beneficio. Così Gorbachev ha nuovamente aumentato la produzione statale di alcolici, segnando la fine della messa al bando.

Qui sotto altri poster sovietici anti-alcool.

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“Le feste chiassose finiscono con un amaro hangover” Sul tatuaggio c’è scritto “Amo l’ordine.” P. Sabinin. 1988

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“Un’unione vergognosa – fannullone + vodka!” V. O. Pushenko, Ukrainian SSR, 1980

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“Non tra alberi ed erba / Il serpente è tra noi / Non succhiare da lui / O ti trasformerai tu stesso in un rettile” A. E. Bazilevich, Ukranian SSR, 1972

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“A poco a poco, finisci come un facinoroso / La tolleranza al bere è pericolosa / C’è solo un passo dal bere al crimine.” Artista sconosciuto. c.1986

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“Lo sconfiggeremo!”. Sul serpente si legge “Alcolismo”. E. Bor. 1985

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“Non berti la vita”. I. M. Maistrovsky. 1977

Questo articolo è originariamente apparso su VICE Poland

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