Identità

Ex utenti BlackBerry parlano dell’impatto che il telefono ha avuto sulle loro vite

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Oggetto culto per molte celebrità—da Leonardo DiCaprio che lo sfoggia a una partita di baseball a Lana del Rey che gli dedica una canzone—il BlackBerry non ha solo rappresentato un nuovo mondo di ambizioni, ma ha anche dettato la moda prima di qualsiasi altro dispositivo. Ben prima dell’iPhone, BlackBerry era sinonimo di status.

A gennaio 2021, la casa madre ha deciso di interrompere la produzione dei modelli 10, 7.1 OS e precedenti: fatta eccezione per i dispositivi su cui gira Android, chi possiede un BlackBerry classico non potrà più mandare messaggi, fare chiamate o usare internet.

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Un sondaggio del 2010, quando il BlackBerry aveva appena iniziato a scomparire dal mercato, ha rivelato che una buona fetta di popolazione preferiva il BlackBerry nonostante non supportasse app né potesse ospitare molta musica. Gli utenti, a quanto pare, non riuscivano a fare a meno della sua lucina rossa, della tastiera ergonomica e di tutte le altre piccole cose. Stando a :text=The%20vulnerability%20is%20serious%2C%20allowing,even%20acknowledge%20the%20flaw’s%20existence.” target=”_blank” rel=”noopener”>ricerche, il BlackBerry ora estinto, su cui girava il sistema operativo originale, era anche vulnerabile a svariati problemi di privacy e sicurezza.

Abbiamo chiesto a ex utenti BlackBerry cosa ha significato per loro questo telefono e come ha cambiato le loro vite.

Rashi Singh, 33 anni

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Il BlackBerry era il mio meccanismo di difesa dell’epoca. Ero molto introversa e quel periodo era particolarmente duro, ero piena di dubbi su me stessa. Il telefono mi aiutava a fuggire, anche se ha poi avuto un effetto negativo sulla mia salute mentale.

Dopo circa un anno che l’avevo, nel 2013, si è rotto. Ed è stato un punto di non ritorno. Mi sono chiusa in camera per quasi una settimana, non parlavo con nessuno, ero chiusa nel mio guscio. Avevo attacchi di panico a ogni ora. Mia sorella, con cui ho da sempre un bel rapporto, continuava a dire ai nostri genitori che il BlackBerry aveva rovinato il nostro rapporto.

Persino oggi riesco a notare gli effetti collaterali di quella fase nel modo in cui uso i social media. Condivido ancora più del dovuto, pubblico post su tutto, da una tazza di tè al fatto che mi sia lasciata. Per quanto non sia serio come allora, posso dire che è iniziato tutto dal BlackBerry.

Anannya Sarkar, 29 anni

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Era il 2013. Il mio ragazzo dell’epoca e io avevamo problemi di comunicazione, non parlavamo e non condividevamo niente in modo sano. Io ero pronta a fare i salti mortali per aggiustare le cose. Così ho comprato un BlackBerry. La ragione era semplice: lui era attivo su BBM (BlackBerryMessenger) quasi ogni singolo minuto del giorno. Così ho pensato che se mi fossi unita anche io a BBM, magari avremmo risolto i nostri guai.

Ma c’era un problema. Non volevo comprare il solito BlackBerry Curve, che avevano tutti al college. Volevo il più costoso Storm 2, per distinguermi dalla massa—una scelta che ora sembra decisamente poco sensata. Ho dovuto convincere mio padre e mio nonno a darmi i soldi perché mia zia negli Stati Uniti potesse comprarmi lo Storm 2, che in India era quasi introvabile.

Tutto questo, alla fine, per niente, perché il comportamento del mio ragazzo è rimasto uguale—mentre io avevo comprato un telefono costosissimo per risolvere i nostri problemi, e avevo anche esaurito i miei genitori. Uno spreco totale. Ho ancora quel telefono e non è un bel ricordo.

Vidhi Bubna, 23 anni

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Era il 2012. I miei genitori avevano sentito dire che i BlackBerry erano criptati e quella era una ragione sufficiente per loro per dare il mio BlackBerry a mio fratello, molto più piccolo di me. Mi dissero che avrei ricevuto un iPhone in cambio, che all’epoca mi era sembrato un buon affare.

Ora che ci penso, il punto è che non volevano che una ragazza usasse un telefono criptato perché temevano di non poter entrare nei miei messaggi. E la cosa è tanto sessista quanto malata. In India si dice che i figli maggiori abbiano tutte le libertà, ma se la maggiore è una femmina e il minore è un maschio, le libertà vanno tutte a favore del secondo.

Più avanti, mio padre ha tolto il BlackBerry a mio fratello perché voleva usare lui il telefono “criptato”.

Mrinali Singh, 33 anni

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Era il 2010 quando ho comprato il mio BlackBerry Curve. Il suo design mi piaceva tantissimo. Lo associavi automaticamente a un certo senso di professionalità. Andava tutto alla grande, finché non ho iniziato a uscire con un tipo.

Avevamo personalità contrastanti, era chiaro dall’inizio. Io avevo bisogno di spazio, di privacy e non ero il tipo di persona a cui piace dar prova continuamente della propria fedeltà. Nel mentre, una feature del BlackBerry che permetteva di condividere la posizione era diventata super popolare. Era venduta come una feature anti-furto, ma con Mr Ficcanaso, come lo chiameremo, l’obiettivo era un altro. Io avevo appena 20 anni, ero in una fase ancora di sviluppo della mia personalità. Non capivo quanto fosse tossica la situazione.

Quando ho attivato la condivisione della posizione con lui, è stato come consegnarsi in carcere. Dovevo dare conto di ogni singolo secondo della mia vita—dov’ero, cosa stavo mangiando in un certo ristorante e con chi, perché ero uscita dall’ufficio mezz’ora prima. Le cose sono tracollate quando ho preso la metro e la rete non prendeva. La posizione arrivava al suo telefono con 10 minuti di ritardo e lui è esploso.

Sono rimasta traumatizzata per mesi, ma questa esperienza mi ha insegnato una cosa molto importante su come funziona la prepotenza maschile, su come quel tipo di uomo tossico cercherà sempre di avere il controllo totale della tua vita tramite la tecnologia o qualsiasi strumento abbia a disposizione. Dare pieno accesso tecnologico a qualcuno che ami non è mai giustificabile, a prescindere dalle ragioni.