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Ieri, una corte brasiliana aveva ordinato il blocco del servizio di messaggistica WhatsApp in tutto il paese per 48 ore, a partire dalle 23:30. La misura è stata presa in risposta al rifiuto della compagnia di cooperare a un’indagine in corso.
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Tuttavia, stando a quanto riportato dall’agenzia AFP e dalla BBC, nella tarda mattinata di giovedì (ora locale) un tribunale ha annullato la sentenza, ponendo quindi fine al blocco di WhatsApp.
Mercoledì era arrivata l’ordinanza del tribunale di San Paolo: il quotidiano Folha de Sao Paulo ha scritto che non tutte le compagnie hanno eseguito immediatamente l’ordine, perché bloccare l’uso di WhatsApp è un’operazione molto complicata.
Chi non ha imposto il blocco rischia tuttavia delle multe pesanti, o l’arresto dei propri dipendenti. Da questa mattina, WhatsApp risulta bloccato in tutto il paese.
Il giornale ha riportato che il servizio di messaggistica è stato colpito perché si è rifiutato di consegnare i dati personali che gli erano stati richiesti dagli investigatori. Un sentenza simile è stata emessa a febbraio durante un’indagine su un caso di pedofilia: gli investigatori ritenevano che l’applicazione fosse usata per far circolare immagini pedopornografiche—la decisione, tuttavia, è stata annullata in appello prima che il blocco venisse messo in atto.
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WhatsApp è molto popolare in Brasile: è usato da circa 100 milioni di persone, il 93 per cento della popolazione che ha accesso a internet. Gli utenti hanno reagito con disappunto su altri social media, e molti hanno usato l’hashtag #ripwhatsapp. “Quanti messaggi sono stati mandati e non sono stati visti,” si è lamentato un utente. “Rischiamo di trovare l’esercito quando usciremo in strada? Mi sento come se fossi in una dittatura!” ha scritto su Twitter un altro utente.
‘See you soon, little friend!’ #WhatsappMourning
“La giustizia brasiliana riesce a bloccare un’app di messaggistica per cellulari—ma non riesce a bloccare la rete telefonica nelle prigioni. Questo è il Brasile,” si legge in un meme postato su Instagram.
Le celebrità brasiliane hanno aggiunto le loro voci ai tanti messaggi di condanna.
“Perché non fermiamo la corruzione per 48 ore? Perché non usiamo i soldi pubblici per la salute e l’educazione per 48 ore? Che genere di democrazia è questa?” ha detto Gustavo Lima, uno dei cantanti più famosi del paese.
“In questo paese, le decisioni vengono prese in maniera arbitraria, e ai diritti delle persone viene data un’importanza minima,” ha detto l’attore Marino Salvador.
Cesar Menotti, un altro cantante, ha cercato di vedere il lato positivo. “Useremo quest’opportunità, parleremo con qualcuno che non sentiamo da tanto, chiameremo qualcuno con cui per molto tempo abbiamo intrattenuto solo un freddo rapporto virtuale,” ha detto. “Il blocco di WhatsApp è una grande opportunità per riscoprire quei dettagli preziosi che per noi hanno smesso di esistere.”
A febbraio Telegram, un sistema di messaggistica rivale, ha annunciato di aver guadagnato 2 milioni di nuovi utenti in Brasile nelle 20 ore successive alla pubblicazione della sentenza. Giovedì Telegram ha scritto su Twitter che in tre ore mezzo milione di nuovi utenti brasiliani si sono iscritti al servizio.
WhatsApp è di proprietà di Facebook. In un comunicato, il CEO di Facebook Mark Zuckerberg ha scritto: “Questo è un giorno triste per il Brasile. Fino a oggi, il Brasile è stato un alleato nella creazione di un internet libero. I brasiliani hanno sempre condiviso le loro voci online in maniera molto entusiastica.”
“Sono sbalordito che i nostri sforzi per proteggere i dati delle persone abbiano portato a una decisione tanto estrema da parte di un singolo giudice per punire ogni singola persona che in Brasile usa WhatsApp.”
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