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Filmare i draghi di Komodo è più pericoloso di quanto sembri

I documentari naturalistici, in genere, sono collage fatti dei momenti più belli della quotidiana meraviglia che è il pianeta Terra. E la bellezza è facile da dare per scontata quando parliamo di serie documentario come Planet Earth II, prodotta dalla BBC. Filmata a risoluzione 4K e con l’aiuto di particolari tecnologie di stabilizzazione (come MoVI e DJI Ronin), Planet Earth offre uno sguardo senza precedenti ad alcune delle aree più selvagge e difficili da esplorare del globo. Ma il lavoro di ripresa e montaggio — così fluido, un passaggio continuo tra uno spettacolo visivo e l’altro — non rende giustizia al reale sforzo che filmare questa serie richiede.

Prendiamo, per esempio, la scena dei draghi di Komodo, che l’operatore Mark McEwen ha girato per la premiere dell’episodio intitolato “Islands.” Il filmato dura cinque dei 60 minuti totali dell’episodio, e ritrae due draghi maschio che lottano per ottenere le grazie di una femmina.

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“È una di quelle scene che, con tutta probabilità, necessita di tre settimane e mezza di pura dedizione,” ha detto McEwen in un’intervista con Motherboard. “Devi ottenere il perfetto insieme di elementi nello stesso momento.”

McEwen e la sua squadra sono andati sull’isola di Komodo durante la stagione dell’accoppiamento dei draghi, con la speranza di filmare qualche scena di lotta. Gli scienziati dell’isola hanno guidato la missione; ci sono solo 2000 draghi liberi sull’isola, ma gli scienziati, di cui alcuni lavorano sull’isola da anni, conoscono ogni creatura per nome.

Immagine: BBC America

“Senza questi incredibili esperti, l’intero progetto sarebbe stato impossibile,” ha detto McEwen. “Persino distinguere un maschio da una femmina è una missione ardua per un occhio non allenato.”

Le femmine in genere sono di taglia più piccola, mentre i maschi sono più grossi. Ma le dimensioni di un maschio possono variare abbastanza; in media, un drago maschio è lungo un po’ più di due metri e mezzo e pesa circa 70 kg, ma il drago più grosso di cui si ha prova era lungo più di tre metri e pesava oltre 160 kg. Per via di queste differenze, era impossibile prevedere con certezza una resa dei conti, anche se due maschi si fossero effettivamente incrociati davanti alla videocamera accesa di McEwen. Un drago piccolo conosce i propri limiti; non si metterebbe mai a litigare con un più grosso contro cui non avrebbe speranze di vincere.

Apro la porta del bagno e vedo un drago lungo due metri? Me la sono fatta addosso.

Così hanno proseguito le ricerche per giorni, dalla mattina alla sera. Alle cinque del mattino, un’imbarcazione lasciava McEwan e la sua troupe su una spiaggia dell’isola di Komodo, per poi riprenderli ogni giorno alle 7 e mezzo della sera. In altre parole, passavano più di 14 ore in un ambiente che raggiunge facilmente i 40°C.

C’erano un paio di posti sull’isola dove McEwan e i suoi potevano passare la notte se necessario. Ed è stato in uno di questi luoghi che McEwan ha ricevuto una sorpresa poco piacevole da un drago di Komodo, che si è intrufolato nel bagno e si è spaparanzato sulle piastrelle fresche del pavimento, mentre gli operatori erano fuori a filmare. La BBC ha poi caricato online il video dell’episodio, che è diventato virale.

Durante il caldo del giorno, quella stanza era il nostro rifugio,” ha riso McEwen. “Apro la porta del bagno e vedo un drago lungo due metri? Me la sono fatta addosso.”

Filmare i draghi è un lavoro che richiede cautela. Anche se i draghi di Komodo non danno la caccia all’uomo di proposito, in passato è capitato qualche attacco. Nel 2007, un drago di Komodo ha aggredito un bambino di otto anni che si era messo dietro un cespuglio per andare in bagno. Il bambino è morto dissanguato — il primo attacco contro un essere umano in 33 anni. Nel 2009, un uomo di 31 anni è caduto da un albero su cui era salito per cogliere delle mele, ed è stato aggredito e ucciso da due draghi. Così, per precauzione, McEwen viene scortato da sei ranger ovunque vada, armati di bastoni biforcuti con cui tenere alla larga le bestie.

“È capitato che i draghi si interessassero a me per qualche ragione,” ha raccontato McEwen. “Altre volte invece sembravano ceppi di legno; ignoravano del tutto i miei movimenti e la mia presenza.”

I draghi di komodo sono predatori da imboscata, ed è facile lasciarsi cullare da un falso senso di sicurezza,” ha proseguito McEwan. “Poi all’improvviso, uno di loro scatta. Hanno grossi artigli, la pelle come una corazza — voglio dire, sono praticamente i predatori perfetti. Creature assolutamente magnifiche.”