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‘Mangiateli tu!’: gli insetti sono la nuova ossessione della destra italiana

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Fin dal giorno del suo insediamento, ma a dir la verità anche prima delle elezioni, il governo Meloni ha creato nemici di ogni tipo.

Oltre ai grandi classici—tipo i “comunisti,” o George Soros—la lista si è via via arricchita strada facendo. Uno dopo l’altro sono così arrivati i raver, le Ong che sono “taxi di carne umana,” gli anarchici, Rosa Chemical che promuove “l’ideologia gender,” e tanto altro ancora.

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Negli ultimi tempi, però, la più grave minaccia agitata dalla destra italiana è rappresentata dagli insetti commestibili.

La premier Giorgia Meloni, ad esempio, ha promesso di difendere “il vino, la carne, i salumi” dagli attacchi di “quelli che ci vogliono far mangiare la polvere di cavalletta.” Matteo Salvini se l’è presa con la “polvere di grillo,” che “qualcuno in Europa ha piacere a mangiare” mentre lui preferisce “i sapori e i profumi della nostra terra.”

Anche programmi tv e personalità mediatiche di destra si sono gettati a capofitto sul tema. La trasmissione Fuori dal coro ci ha dedicato un servizio sobriamente intitolato: “L’EUROPA FA LA GUERRA AL NOSTRO CIBO E VUOLE FARCI MANGIARE INSETTI.” Francesco Giubilei, consulente al ministro della cultura, ha parlato di “attacco alla dieta mediterranea e alle nostre tradizioni.”

Più in generale, il presunto obbligo di mangiare insetti si accompagna a bufale sul “vino annacquato,” paranoie sulla “bistecca sintetica” (creata da, manco a dirlo, Bill Gates), o ancora a timori sull’insalubrità degli alimenti e al loro inserimento surrettizio in alimenti comuni.

Negli ambienti complottisti gli insetti rientrano nella narrazione “Grande Reset”—una teoria di estrema destra, nata nei primi mesi della pandemia di Covid-19, che immagina il solito piano di dominazione globale delle “élite.”

La questione ha pertanto assunto le caratteristiche di una vera e proprio ossessione politica. Ma come siamo arrivati fino a questo punto? E c’è qualcosa di fondato—anche solo vagamente—in queste accuse?

Proviamo a fare un po’ di ordine.

L’Unione Europea e gli insetti commestibili

La recente ondata di polemiche si è sollevata quando l’Unione Europea, nel gennaio del 2023, ha autorizzato l’immissione sul mercato di Acheta domesticus, ossia il grillo domestico (in farina, congelato ed essiccato).

Sempre nello stesso mese sono state commercializzate le larve di Alphitobius diaperinus, il verme della farina minore, anch’esse congelate, in polvere o essiccate.

Come ricorda il sito di fact-checking Facta, non è una novità assoluta: tra il 2021 e il 2022 l’Ue ha infatti approvato la commercializzazione della locusta migratoria e della larva gialla della farina.

Tutti questi tipi di insetti commestibili ricadono nella categoria dei novel food, ossia cibi che non erano consumati a livello significativo in Europa prima del 1997. Nel sito dell’Efsa (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) si legge che i “fattori scatenanti di tale fenomeno risiedono nell’aumento della globalizzazione, nella ricchezze di popolazioni diverse e nella ricerca di fonti nuove di sostanze nutrienti.”

In tal caso, l’ammissione di questi prodotti dipende soprattutto da motivazioni ambientali e di contrasto alla crisi climatica.

Gli insetti commestibili, scrive sempre Facta, possono essere allevati “utilizzando dal 50 al 90 per cento in meno di terra rispetto al bestiame convenzionale” e producono circa “cento volte meno emissioni di gas serra.”

Gli insetti commestibili fanno male?

Arriviamo dunque al tema della sicurezza alimentare. Un luogo comune, che circola parecchio sui social, è che gli insetti sarebbero dannosi perché contengono due sostanze chiamate chitina ed ecdisterone.

La prima è un polisaccaride molto diffuso in natura, e tra gli altri è presente negli invertebrati marini, nei funghi e in alcune alghe. Secondo la vulgata, la faccio breve, la chitina sarebbe non digeribile e provocherebbe il cancro.

Tuttavia, come hanno dimostrato varie ricerche, non è così. Mareike Janiak, autrice di uno studio pubblicato nel 2018 sulla rivista Molecular Biology and Evolution, ha spiegato all’agenzia Afp che “gli esseri umani hanno un gene funzionale per questo enzima, quindi […] possiamo effettivamente elaborare la chitina nelle nostre viscere.” Un altro studio del 2007, pubblicato su Annals of nutrition & metabolism, conferma che i succhi gastrici possono “degradare” la chitina.

Per quando riguarda l’ecdisterone, si tratta di un ormone naturale che è presente in alcuni insetti e piante (tipo gli spinaci). Anche in questo caso, esistono diversi studi che hanno accertato la non pericolosità per l’essere umano; da tempo poi l’ecdisterone è commercializzato come integratore alimentare.

Oltretutto, prima di essere commercializzati gli insetti commestibili—e tutti i “nuovi alimenti”—devono sottostare a una serie di rigorosi controlli dell’Efsa, proprio per evitare rischi legati ad allergie o cattive modalità di conservazione.

Vogliono davvero costringerci a mangiare insetti?

Arriviamo dunque all’ultimo punto, quello che provoca più indignazione e paura: l’obbligatorietà del consumo di insetti.

Secondo varie teorie, infatti, i prodotti alimentari a base di insetti sarebbero un ulteriore strumento di controllo sociale e biopolitico introdotto dalle “élite globaliste”—le stesse che, durante la pandemia, hanno imposto lockdown, mascherine e vaccini per privare la popolazione dei propri diritti fondamentali.

La destra, e non solo in Italia, ci ha aggiunto lo spin dell’attacco alla tradizione: non solo ci costringono a mangiare la “polvere di cavalletta,” ma ci tolgono pure il vino e i nostri piatti.

Chiaramente, nessuno ci sta togliendo una bottiglia di Nebbiolo o il ragù dalla tavola. L’Efsa stessa ha detto che “i consumatori potranno scegliere con fiducia ciò che mangiano, ben sapendo che la relativa sicurezza è stata accuratamente verificata.”

E nessuno mette di nascosto gli insetti nel cibo comune che si può trovare al supermercato—un’accusa virale che recentemente ha colpito la Barilla, rilevandosi naturalmente falsa.

Vale la pena ribadirlo ancora una volta, insomma: non siamo costretti in alcun modo a mangiare questi nuovi prodotti.

Siamo invece costretti a sorbirci un esasperato nazionalismo alimentare, che si muove in una realtà parallela fondata sulla disinformazione e sul panico morale.

Ma del resto, come scriveva il giornalista Edmondo Berselli, nella storia della destra ci sono sempre state “battaglie talmente finte da essere diventate tremendamente vere.” E quella sugli insetti è soltanto l’ultimo episodio di una lunghissima serie.

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