Da quello di Frate Indovino tuttora appeso in casa di mia nonna a quello di Martina Colombari che spopolava nei primi anni Duemila, i calendari sono sempre stati uno dei pilastri della civiltà italiana. E dopo anni in cui il settore sembrava aver perso l’ispirazione, ora è arrivato il capolavoro assoluto: il Calendario storico dei carabinieri 2016.
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Edito dal 1928, il Calendario storico dell’Arma dei Carabinieri non è in vendita in edicola come i calendari normali, ma può essere acquistato solo dagli appartenenti all’Arma. Ciononostante, ha comunque una diffusione enorme—per fare un esempio, la tiratura dell’edizione 2013 è stata di 1,2 milioni di copie. Questo perché, pare, la tradizione vuole che gli appartenenti al corpo ne facciano dono ogni anno a parenti, amici e conoscenti.
Ecco, ieri è stata presentata l’edizione 2016 del calendario, il cui tema è “I carabinieri e le arti.” Secondo il Ministro della Difesa Roberta Pinotti, presente alla cerimonia, il tema “sottolinea l’attenzione dell’Arma al mondo dell’arte proprio nell’anno in cui la sua bandiera è stata decorata della Medaglia d’oro per ‘la meritoria opera svolta a salvaguardia del patrimonio culturale italiano e internazionale’.”
In pratica il calendario è stato illustrato con delle riproduzioni di alcune opere d’arte classiche al cui interno sono stati inseriti dei carabinieri—o con dei quadri nello stile di artisti famosi che raffigurano dei carabinieri. Sembra assurdo, ma è la verità. È proprio una cosa da carabinieri, e il risultato è una bomba totale.
Ad esempio, per il mese di febbraio c’è un ritratto di un carabiniere nello stile di Modigliani.
A giugno ci sono dei carabinieri puntinisti.
Settembre e ottobre—tra le pagine migliori—sono dedicati al futurismo.
Ma il vero capolavoro è la pagina centrale, dedicata a Claude Monet.
Non so voi, ma vedendo queste immagini per la prima volta in vita mia ho rimpianto di non aver parenti tra i carabinieri.
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