Sette cose che dimostrano che la campagna elettorale è definitivamente iniziata

Buongiorno a tutti e buon rientro dalla vacanze. Vi siete riposati abbastanza? Spero vivamente di sì, perché bisogna essere pronti per due mesi ininterrotti, folli e febbricitanti di campagna elettorale—24 ore su 24, sette giorni su sette, anche quando stiamo dormendo, fino al 4 marzo.

Dopo l’immenso casino montato intorno ai sacchetti biodegradabili, questo weekend la campagna ha iniziato a sgasare alla grande e incalzarci minacciosa da dietro—una specie di remake di Duel dove noi, ovviamente, siamo quelli che scappano dal tir impazzito.

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Da un lato le varie formazioni stanno giocando la complicata partita dei 348 collegi uninominali e plurinominali, affidati a un pugno di politici che hanno in mani il destino dei candidati; e dall’altro stanno nervosamente compulsando i sondaggi, che consegnano un sostanziale pareggio tra le due coalizioni di centrodestra e centrosinistra, e il MoVimento 5 Stelle.

In mezzo ci sono le firme da raccogliere entro il 29 gennaio per riuscire a presentarsi alle urne, le alleanze da congegnare, i nomi su cui puntare, la presentazione dei primi programmi e la formulazione delle prime proposte. A questo proposito: di cosa si è parlato in questi ultimi giorni, esattamente? Chi sta scendendo in campo? Come ci si sta muovendo?

Vediamolo in sette agili punti, ok? Ok, partiamo.

UN MEDICO NO-VAX HA FONDATO UN PARTITO

Lo scorso maggio, il medico legale Dario Miedico è stato radiato dall’Ordine per le sue posizioni a dir poco controverse sui vaccini. La decisione non ha però scoraggiato Miedico, che ormai da anni gira l’Italia e riempie le sale dov’è chiamato a parlare.

Forte del seguito guadagnato sul campo, l’ex medico ha così deciso di fondare un partito. Si chiama “SìAmo,” il simbolo è arancione (il colore dei no-vax), e il punto principale del programma è l’abolizione della legge Lorenzin sull’obbligo vaccinale—oltre alla “rinazionalizzazione della Banca d’Italia” (?).

In un’intervista a Il Giorno, Miedico ha detto che “il problema più grosso” è la raccolta delle firme: “Se ne stanno occupando i miei collaboratori. Io facevo il medico, non mi occupo di politica. Ma a giudicare dall’affluenza di pubblico delle mie conferenze nei mesi scorsi non sarà difficile.” Speriamo che Big Pharma (o la Banca D’Italia) non gli metta i bastoni tra le ruote.

C’È GIÀ IL PIÙ BEL LOGO DI PARTITO

C’è stato un periodo nella storia di questo paese in cui l’ex magistrato Antonio Ingroia era considerato una “risorsa” per la sinistra. Personalmente l’ho rimosso, come si fa con quegli incubi talmente vividi che ti chiedi per due minuti se fosse tutto vero o meno. Ma ecco, non era un incubo: è successo davvero.

Come noto, l’esperimento di Rivoluzione Civile non era andato un granché e Ingroia era un po’ sparito dai radar. Questo, almeno, fino ad ora. Ingroia è tornato, e insieme a Giulietto Chiesa ha tirato su la Lista del Popolo—che qualche mese fa si chiamava “La mossa del cavallo,” e a mio giudizio era il miglior nome mai ideato per una formazione politica.

Le coordinate entro cui si muovono i due sono chiare: la proposta “non è di sinistra”; la legge Lorenzin è anticostituzionale; non mancano poi una spruzzata di complottismo (anche se, purtroppo, “l’11 settembre non fa parte del nostro programma) e la modestia. “Abramo Lincoln ci provò venti volte prima di diventare presidente,” ha detto Ingroia a Repubblica. “Io sono appena alla seconda…”

IL VIGNETTISTA GRILLINO MARIONE È SCESO IN CAMPO

https://twitter.com/marionecomix/status/950072171820408832

Stando a quanto riportano i giornali, ben 15mila persone si sarebbero autocandidate per le parlamentarie del M5S. Tra queste, però, qualcuno già spicca più degli altri. Tipo Marione—il vignettista ufficioso dei grillini, colui che più di ogni altro raccoglie e dona forma grafica agli umori della base, colui che l’anno scorso aveva esortato la gente a “circondare il parlamento.”

Per l’occasione qualche perfido servo della Kasta ha ritirato fuori alcuni tweet lievemente sessisti su Maria Elena Boschi—definita un “puttanone”—e Laura Boldrini—“ho solo un rammarico per il passato capodanno…che quella donnetta della Boldrini non fosse a Colonia.”

Interpellato sul punto, Marione ha dichiarato di non ricordare quei commenti ed evocato il seguente scenario: “Potrebbero aver modificato gli screenshot che girano.”

MATTEO SALVINI HA MESSO IL CONTRASTO A SOROS TRA LE PRIORITÀ ELETTORALI

Pensavate che l’isteria su George Soros fossero finite con la campagna contro le Ong? Ecco, vi sbagliavate di grosso—ma proprio di grosso. In questo video di tre minuti, Matteo Salvini ha spiegato tutti i modi in cui il finanziere ungherese cercherà di influenzare le prossime elezioni in Italia.

NEL SIMBOLO DI FORZA ITALIA C’È IL NOME DI BERLUSCONI, ANCHE SE BERLUSCONI NON È CANDIDABILE NÉ VOTABILE

Giunti a gennaio del 2018, il dibattito sulle fake news ha fatto talmente tanto il giro che Berlusconi può dire e fare quello che vuole, senza timore di essere smentito o ridicolizzato.

Come mettere il suo nome sul simbolo di Forza Italia—e forse anche su quello della coalizione—anche se non può essere votato. Ma che importa, dopotutto? Davvero ci stiamo a formalizzare su questi dettagli?

ABBIAMO LA PRIMA FOTO VIRALE DELLA CAMPAGNA

Questa. Sì, sì: proprio questa. Con quell’albero di Natale enorme che sembra un portale aperto per il Sottosopra—o è lo stesso Berlusconi il portale?

Forse, però, il manufatto più incomprensibile è lo status che accompagna quella foto. E ciò mi porta al dato più smaccato e visibile di questo inizio di campagna, ossia:

TUTTI STANNO GIÀ PROMETTENDO L’IMPOSSIBILE

Nel suo messaggio di fine anno, il presidente della repubblica Sergio Mattarella aveva auspicato che i partiti elaborassero “proposte adeguate, realistiche e concrete, fortemente richiesto dalla dimensione dei problemi.”

Bene: al momento sta succedendo l’esatto opposto, soprattutto per quanto riguarda le proposte economiche. Come ha notato il Sole24Ore, è in corso una vera e propria “gara per accaparrarsi il consenso elettorale promettendo sconti fiscali, aiuti ai disoccupati, abbassamento dell’età per accedere alla pensione e aumenti degli assegni previdenziali.”

Si parte così dalla flat tax e l’abolizione della legge Fornero, si passa per l’introduzione del “reddito di dignità” del centro destra o del “reddito di cittadinanza” del M5S, e si arriva all’abolizione del canone Rai—una proposta del PD che ha già causato feroci litigi interni al partito (o di quello che ne rimane).

Il bello di tutto ciò è che siamo solo all’inizio; e che se questa è la situazione all’8 gennaio, be’, non oso immaginare cosa potrà essere il 2 marzo.

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