Cosa abbiamo visto alla ‘marcia’ di CasaPound a Roma e al corteo antifascista

Al termine di una settimana contrassegnata da tensioni – e nonostante i ripetuti appelli di ANPI, deputati del centrosinistra e comitati di annullare la manifestazione – questa mattina si è regolarmente tenuta la “sfilata” di CasaPound per il centro di Roma.

In concomitanza all’evento – ribattezzato “Difendiamo l’Italia” e dedicato alla memoria dell’attivista francese di estrema destra Dominique Venner – c’è stata anche una manifestazione dei movimenti antifascisti, riuniti sotto lo slogan “CasaPound not welcome.”

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Per evitare il contatto tra i due cortei, la questura ha schierato migliaia di agenti ed allestito un imponente dispositivo di sicurezza. In particolare, piazza dell’Esquilino – luogo in cui si è radunato il presidio antifascista – era sbarrata da ogni lato con camionette, grate e idranti. Anche le strade tra quest’ultima e la limitrofa piazza Vittorio Emanuele, punto di ritrovo dei “fascisti del terzo millennio,” erano presidiate da blindati e agenti in assetto antisommossa.

Tutte le foto sono di Federico Tribbioli/VICE News

Il concentramento in piazza dell’Esquilino – formato da “studenti, migranti, associazioni, sindacati [tra cui FIOM e Cobas], palestre popolari, centri sociali e comitati di quartiere” – ha iniziato a riempiersi all’incirca verso le 9.30 del mattino.

Mezz’ora prima, stando a unanota rilasciata da Gioventù Nazionale – il movimento giovanile di Fratelli d’Italia – due loro militanti sarebbero stati aggrediti da “trenta individui armati di caschi e bastoni” mentre transitavano su via Cavour.

La marcia di CasaPound, invece, è partita poco dopo le 10.30 in un silenzio tombale. In apertura campeggiavano uno striscione con l’immagine stilizzata di Venner e la scritta “L’Europe s’insurge contre la fatalité,” e un altro che recitava: “Difendere l’Italia con lo spirito degli eroi del Piave.” A seguire circa due migliaia di militanti – schierati in circa 200 file da 8-9 persone – sventolavano le bandiere del partito e i tricolori.

In piazza c’erano anche il leader e fondatore di CPI, Gianluca Iannone, e il candidato sindaco di Roma Simone Di Stefano. “Siamo qui oggi per rivendicare l’identità, le patrie, le nazioni, i confini e i popoli,” ha detto quest’ultimo di fronte alle telecamere. “Queste cose non possono essere cancellate con un tratto di penna. Non possiamo più sentire sociologi la sera in televisione dire che ci dobbiamo far sostituire. […] Non possiamo subire questa invasione.”

A sinistra, il candidato sindaco di CPI Simone Di Stefano.

In seguito – mentre il corteo si snodava su via dello Statuto e via Merulana – sono partiti i cori abituali del partito, tra cui “autarchia / socializzazione / CasaPound Italia / per la rivoluzione” e “Siamo noi / scudo e spada dell’Italia siamo noi.”

A metà della marcia, dalla finestra di un palazzo di via Merulana (da cui pendeva una bandiera di Che Guevara) è partito un lancio di uova all’indirizzo dei militanti di CPI. Questi, in risposta, hanno gridato “scendi porco!” e “ammerda!”. Qualcuno ha poi fotografato i citofoni dello stabile.

La manifestazione è poi proseguita fino a Colle Oppio dove si è tenuta l’ottava edizione della “Tana delle tigri,” un raduno annuale di contest di MMA (Mixed Martial Arts) ed un concerto di “rock identitario” e RAC (Rock against communism). Oltre agli ZetaZeroAlfa – la band di Gianluca Iannone – la scaletta prevedeva anche i francesi In Memoriam, gli SPQR e i Mai Morti. Durante una canzone, come documentato da un video pubblicato su Il Fatto Quotidiano, sono stati fatti numerosi saluti romani.

Prima del concerto, dal palco allestito a Colle Oppio è intervenuto Simone Di Stefano. Il vicepresidente di CPI ha iniziato il suo intervento salutando il fratello Davide, attualmente agli arresti domiciliari, e ha dichiarato che il suo movimento politico è “pronto alla morte per difendere l’Italia, la sua identità, i suoi confini e tutto quello che i nostri padri e i nostri nonni ci hanno consegnato fin qui.”

“Entriamo in Parlamento,” ha aggiunto Di Stefano, “e nel giro di 10 anni ci riprendiamo la nostra nazione.”

Nel frattempo in piazza dell’Esquilino – dopo vari interventi, incluso quello della staffetta partigiana Tina Costa – il presidio antifascista si trasformava a sua volta in un corteo diretto verso piazza Vittorio Emanuele.

I manifestanti in testa reggevano striscioni con scritte come “Contro ogni fascismo / io non dimentico” – in ricordo del decennale dell’uccisione di Renato Biagetti – “Roma Libera / No ai fascisti vecchi e nuovi” e “CasaPound not welcome.” Sui cartelloni, invece, campeggiavano slogan come “Derattizziamo Roma” e “Unici stranieri / gli sbirri nei quartieri.”

Lungo il percorso – più precisamente a largo Brancaccio – qualche manifestante ha lanciato delle uova contro le forze dell’ordine. Una volta passata piazza Vittorio Emanuale, l’unico momento teso si è registrato in via Bixio, una laterale di via Emanuele Filiberto.

Una pulmino – bloccato nella via – è stato assaltato da un gruppo di manifestanti che ha distrutto i finestrini con dei caschi. Per sfuggire, l’autista ha fatto velocemente retromarcia e ha colpito alcune macchine parcheggiate. Inizialmente era sembrato che l’automobile fosse “piena di fascisti,” oppure che ospitasse a bordo una delle band che dovevano suonare a Colle Oppio.

Secondo la questura, invece, si trattava di “turisti tedeschi finiti sullo stesso percorso degli antagonisti,” e il danneggiamento del mezzo (un NCC) sarebbe stata “conseguenza di un alterco.”

Ma a parte questo episodio, entrambi i cortei – a differenza di quanto poteva sembrare alla vigilia di questa giornata – si sono svolti senza incidenti. La manifestazione antifascista si è poi sciolta nel quartiere San Lorenzo al grido di “siamo tutti antifascisti.”

Se si eccettua una breve schermaglia su Twitter tra i candidati Stefano Fassina e Giorgia Meloni, la politica nazionale e quella locale non hanno rilasciato alcuna dichiarazione sulla parata del partito di estrema destra nel centro di Roma.

Gianluca Iannone, leader di CasaPound.

“Il corteo di oggi è la nostra risposta a chi pretende di dire cosa possa o non possa fare CasaPound,” ha commentato Gianluca Iannone in una nota pubblicata su Facebook.

Poco prima della conclusione della “marcia,” inoltre, lo stesso leader di CasaPound ha affermato che in piazza c’erano 10mila persone (una cifra semplicemente impossibile), e infine ha dichiarato ai giornalisti: “Noi fascisti del terzo millennio? A noi piace fascisti, terzo millennio lo possiamo pure accantonare.”

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