Se in questo momento aprite la vostra home di Facebook e scrollate il feed per circa tre-quattro minuti, sono abbastanza sicuro che troverete almeno un post che propone una soluzione alla questione Autostrade per l’Italia. Del resto, dopo il crollo del ponte Morandi il 14 agosto, parte del dibattito pubblico si è concentrata sul tema della nazionalizzazione e del ritiro delle concessioni alla società.
Già un giorno l’accaduto, per esempio, Alessandro Di Battista, con un post commemorativo su Facebook, scriveva che “questo è un momento drammatico dove chi parla di cambiamento ha solo una cosa da fare: far tornare nelle mani dello Stato la gestione delle autostrade,” seguito dalle opinioni sulla nazionalizzazione di Giorgia Meloni e Potere al popolo. Ieri anche Salvini ha dichiarato che stanno studiando la faccenda. Ovviamente la questione non è delle più semplici, ma soprattutto sui social la semplificazione la fa da padrone.
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Dal 17 agosto, per esempio, sta girando un post su Facebook con decina di migliaia di condivisioni e centinaia di commenti. Il post è una semplice card illustrata dal titolo “AUTOSTRADE? VOGLIAMO LA TARIFFA FISSA ANNUALE” con sotto un piccolo testo e un’Audi rossa che suggerisce l’introduzione della possibilità di percorrere le strade soggette al pagamento del pedaggio senza limitazioni di chilometri percorribili tramite un fisso annuale—in questo caso di 80 euro.
Quello che molti condividendola non sapevano, è che si tratta un’immagine di CasaPound che è stata semplicemente tagliata e privata dalla parte in cui è visibile il logo del partito.
La card originale era comparsa sulla loro pagina il 15 agosto, e oggi la paternità viene richiamata sempre da CasaPound Italia, che scrive: “vi invitiamo a dare massima condivisione alla nostra proposta CON il logo, a postare questa immagine sotto quelle ‘tarocche’ e a invitare chi posta l’immagine contraffatta a dare il giusto credito a CasaPound per la proposta.”
La nazionalizzazione delle Autostrade è, in effetti, un cavallo di battaglia di CasaPound, che nella campagna elettorale di quest’anno si è espressa più volte sul tema. A gennaio Di Stefano, in un’intervista a Radio 24, ragionava sulla possibilità di espropriarle, citando l’articolo 43 della Costituzione secondo il quale “la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscono a servizi pubblici essenziali.”
Quando nella stessa intervista, poi, gli è stato chiesto se è realmente possibile fare questa cosa, il politico ha risposto, “Certo, come no? Basta nazionalizzare le autostrade.” Ora, il problema è proprio questo: non è importante se quella foto sia di CasaPound Italia o meno, anche se magari a qualcuno darà fastidio sapere di avere condiviso sulla propria bacheca un loro progetto, ma è importante, in un momento così delicato, non improvvisarsi esperti sulla base del “in Germania funziona così”. Ai problemi complessi non ci sono mai soluzioni semplici.