Tributo a Celebrity Deathmatch, il lato più bello e truce di MTV

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Ho sempre pensato che il coefficiente d’impatto di un certo prodotto sulla cultura pop a cui fa riferimento sia misurabile dal tipo di reazione che provoca se viene nominato dopo le tre del mattino e una serie di birre. Provate, per esempio, a parlare di Beck: otterrete solo cenni svogliati e sbuffi. Se invece parlaste di Jackass la reazione sarebbe ben diversa: nel giro di due minuti vi ritrovereste davanti a uno schermo a guardare Steve-O buttarsi in mare con un amo infilato in una guancia mentre qualcuno dei vostri amici considera seriamente di farsi tre chilometri a piedi per comprare altra birra.

Ecco, Celebrity Deathmatch rientra perfettamente in questa categoria e, non a caso, quando il presidente del network MTV Chris McCarthy, il 5 dicembre, ha annunciato un reboot del programma in collaborazione con la società Cube Vision del rapper Ice Cube, ha definito Celebrity Deathmatch “i meme prima dei meme” e ha sostenuto che sarà “un modo brillante e divertente per trattare la retorica eccessiva di una certa cultura pop di oggi.”

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Ora: che MTV, negli anni, abbia attraversato fasi di televisione discutibile è evidente. Ma McCarthy ha ragione: il programma è stato, forse, una delle poche rappresentazioni realistiche delle condizioni dello showbusiness contemporaneo, e di conseguenza una delle cose più intelligenti successe su MTV.

Da quando è andato in onda la prima volta nel 1998, per proseguire fino al 2002 (con una serie di tentati e poco riusciti reboot), ne sono state trasmesse 98 puntate. Ciascuna è un concentrato di brutalità e realismo spietato nel prendersi gioco di due figure di pongo con le fattezze di celebrities che si fanno saltare i denti a vicenda. Questo mix ha fatto sì che oggi YouTube sia pieno di video da milioni di visualizzazioni, che esistano pagine internet che si immaginano i grandi scrittori scontrarsi sul ring e che, ovviamente, la notizia di una nuova serie abbia suscitato reazioni spropositate.

Celebrity Deathmatch era davvero i meme prima dei meme: esattamente come un meme si rifaceva a qualcosa di conosciuto e ci scherzava sopra decontestualizzandolo. C’erano i layer d’ironia, gli inside joke e citazioni che hanno reso il programma molto meno stupido di quanto sembri. Certo, non sto dicendo che sia un programma educativo. Quello che voglio dire è che da sempre è stato in grado di ridicolizzare aspetti di persone che tendiamo a idealizzare. E così facendo a restituirgli un grado di umanità, sebbene sotto forma di pupazzi o scene inverosimili come un sassofono nel culo di Kenny G o un barboncino di Paris Hilton utilizzato come arma.

In ogni caso, stando a quanto dichiarato da McCarthy a Variety, la serie sarà disponibile nel 2019 in episodi settimanali, non sui canali MTV ma “su una piattaforma di streaming.” Il programma si inscrive perfettamente in una una serie di revival di titoli classici—fra cui Daria—che probabilmente saranno distribuiti su servizi streaming partner di MTV Studios.

Non so dire se questa tendenza al throwback sia sensata o solo l’ennesimo tentativo di MTV di riprendersi una scena che ha contribuito a creare, come non so se la potenza visiva di un Ol’ Dirty Bastard che estirpa la lingua a LeAnn Rimes o di Noel Gallagher che strappa il monociglio di Liam sia replicabile. Quello che so è che ci saranno altri deathmatch. E onestamente, mi fa ridere solo il pensiero di vedere Ed Sheeran di pongo alle prese con Post Malone.

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