Negli ultimi giorni è girato parecchio il video di un intervento nel consiglio regionale lombardo del leghista Marco Mariani. Se non l’avete visto l’oggetto del contendere era la “legionella,” batterio accusato di aver causato alcune morti sospette in Lombardia. Lo scorso 11 settembre Mariani aveva così avanzato una strana teoria, facendo velatamente intendere che fosse stata importata—in qualche modo—dai migranti.
In realtà, e in parte lo spiega nella stessa seduta il consigliere Michele Usuelli di +Europa, la legionella non non ha nulla a che fare né con i migranti né tanto meno con i “legionari” nell’accezione data da Mariani. Deve invece il suo nome all’epidemia acuta che nell’estate del 1976 colpì un gruppo di veterani della American Legion riuniti in un albergo a Philadelphia, negli Stati Uniti. Il batterio fu poi isolato nell’impianto di condizionamento dell’hotel.
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Le reazioni, ovviamente, non si sono fatte attendere. Tra cui quella di Roberto Burioni, che su Twitter ha ironizzato sulle parole di Mariani: “La legionella è la malattia dei legionari e la salmonella è la malattia dei salmoni. Povera Italia.”
Lo stesso Mariani, nella sua pagina Facebook (poco aggiornata e frequentata, a dire il vero) ha abbozzato una difesa in cui sostiene di conoscere perfettamente l’etimologia della legionella, e che “il mio intervento aveva una finalità diversa dall’analisi etimologica e una connotazione chiara che nulla ha a che fare con il razzismo o l’ignoranza di cui sono stato accusato da chi, evidentemente per scarsa esperienza, non sa certo che cosa significhi fare politica.”
Il consigliere ha poi detto di non aver associato la malattia all’Africa, dicendo però che “è innegabile che la situazione attuale presenti rischi da analizzare anche tenendo conto di nuovi elementi derivanti da frontiere molto labili e controlli decisamente lassi.” Il post si conclude con un attacco a certi commentatori su Facebook, che non conoscono Mariani e soprattutto non conoscono “l’arguzia voluta e iperbolica […] del mio eloquio.”
E in effetti, prima di questo weekend, non erano in moltissimi a conoscere il consigliere leghista. Ma chi è Mariani, e qual è stata la sua carriera politica finora?
In base alle informazioni contenute nel suo sito, il leghista è nato a Monza nel 1953 e si è laureato in medicina alla Statale di Milano, specializzandosi in ortopedia. Ha in seguito esercitato l’attività di medico di base, e questo—continua il curriculum—gli ha consentito “di conoscere da vicino i problemi della gente, in particolare di alcuni gruppi sociali, come gli anziani o gli extracomunitari, senza mediazioni politiche, ma nella concretezza del quotidiano.”
A livello politico, nel 1989 è tra i fondatori della sezione cittadina di Monza della Lega Nord. Nel 1990 entra al consiglio comunale di Desio, dove rimane fino al 1992. Successivamente è consigliere comunale a Monza, e nel 2007 è eletto sindaco di Monza con oltre il 53 percento delle preferenze.
Dalla sua biografia, in riferimento al secondo mandato da sindaco, si legge che “il suo orgoglio più grande […] è quello di aver perseguito l’obiettivo di far partire i lavori di restauro della Villa Reale, che hanno restituito alla città e a tutto il Paese un bene prezioso d’arte e di cultura.”
Villa Reale, tuttavia, è stata anche al centro di polemiche. L’allora governo Berlusconi, infatti, aveva deciso di distaccare alcuni sedi dei ministeri al nord—al tempo, la Padania tirava ancora—e una di queste si trovava proprio nella villa. I giornali si erano dunque focalizzati sull’arredo, che prevedeva foto del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ma anche di Umberto Bossi in versione giovanile e la statua di Alberto da Giussano.
Nello stesso periodo, inoltre, Mariani aveva rifiutato 18 milioni di euro che la Regione Lombardia voleva dargli per riqualificare il quartiere di Cantalupo. La motivazione? Quei soldi, dice, avrebbero solo “favorito l’arrivo di altri immigrati” e avrebbero creato a Monza una sorta di “banlieue di immigrati.”
Nel 2013, Mariani si dimette da consigliere comunale in aperta polemica con il suo partito, che non l’ha candidato alle elezioni politiche. “Le ho dovute dare [ le dimissioni], dopo essere stato pugnalato alle spalle mentre dormivo a pancia in giù,” ha dichiarato alla stampa. “Dopo 25 anni di Lega è stata una vera porcheria.”
Da allora, il rapporto con il partito è sempre stato piuttosto tiepido. Dopo essere stato eletto al consiglio regionale alle ultime elezioni del 2018, Mariani ne ha approfittato per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. “Devo dire con grande rammarico che dalla sezione della Lega di Monza posso ringraziare solo poche persone, poche ma buone, anzi ottime,” ha affermato,” che mi hanno supportato con un impegno convinto e profondo.”
Dentro il consiglio regionale, Mariani fa parte delle commissioni Sanità e politiche sociali e Territorio e infrastrutture. Secondo la pagina sul sito della Regione è stato firmatario di tre proposte di legge (una si intitola: “autorizzazione ad effettuare la cattura di uccelli selvatici per la cessione”) e ha presentato (insieme al gruppo della Lega) un paio di mozioni, tra cui una sulle “limitazioni alla circolazione della auto diesel euro 3” e una sui “centri culturali islamici.” Oltre, ovviamente, al famigerato intervento sulla legionella.