Fino a poco prima che la cosa diventasse totalmente ufficiale, ieri mattina verso le sei, nutrivo ancora delle speranze: forse Trump non esiste davvero, è una performance di Maurizio Cattelan—come Giovanardi. Forse mi sono addormentata davanti alla tv e a distanza di ore sto pagando il prezzo onirico di quel burrito in Colonne. O forse Mentana si sta prendendo gioco di me.
Stranamente nessuna di queste opzioni si è rivelata fondata e Donald Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti. La cosa ha disorientato un po’ tutti: le borse crollano, i vertici dell’Unione Europea mandano lettere preoccupate e la mia timeline di Facebook si riempie di paura e disgusto e di io-lo-dicevo-un-mese-fa, che è un po’ il Protocollo Nazionale di reazione su Facebook ai grandi cambiamenti.
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La cosa che più mi dispiace di questa elezione, però, è che ancora una volta mette in luce la nostra esterofilia. Sono tutti impegnati a rimarcare che “almeno lui è stato votato!!1!”, o a disperarsi per la sua inarrivabile malvagità fatta di successo con la fascia bianca e incazzata della popolazione, stato mentale ambiguo e affermazioni imbarazzanti.
Ma la verità è che anche qui in Italia abbiamo del talento, personaggi che possono aspirare al podio di Trump italiano in caso di corsa per la Presidenza del Consiglio. Guardiamo insieme questa piccola, non esaustiva lista di germogli di speranza per il futuro:
MATTEO SALVINI
È il paragone che viene più immediato non solo perchè Salvini è l’unico della lista a possedere effettivamente una foto con Donald Trump, ma anche perché i due sono famosi per avere un sacco di interessi in comune, fra cui l’abbigliamento sportivo e l’amore per chiunque non sia nato nei confini nazionali. A dire il vero Salvini ha un po’ sprecato la sua occasione di diventare il Trump italiano perdendo consenso a livello nazionale, ma a portargli fortuna abbiamo, anche qui come per Trump, il partito di provenienza che lo sbeffeggia a ogni occasione possibile.
Infatti la sua grande idea è togliere il “Nord” da “Lega Nord”, convinto che questo basterà a rilanciare la sua leadership a livello nazionale e farà dimenticare ai meridionali tutti quegli scherzoni sul separatismo, i terroni, le ampolle con l’acqua del Po e via dicendo.
Date la tenacia, il rigore e la memoria d’acciaio dell’elettorato italiano ovviamente funzionerà e presto lo troveremo di nuovo sul tg nazionale a spiare gente che piscia nelle vicinanze delle stazioni.
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ: 5
SIMONA VENTURA
Certo non si arriva dove è arrivato Trump con le sole cazzate sugli immigrati. Ci vogliono carattere, determinazione. Devi essere squalo. Come Simona Ventura.
Infatti dal punto di vista caratteriale direi che questa è la candidata più credibile. Per guidare una maggioranza parlamentare devi trasudare autorevolezza, devi ispirare rispetto. Io di Simona Ventura ho paura, di Civati no.
E poi se Trump ha dimostrato di essere in grado di fare dei soldi e la usa come sua principale fonte di credibilità gli andrebbe ricordato che Simona Ventura ha fatto i soldi e ha vinto numerose prove fisiche all’Isola dei Famosi dimostrandosi un essere umano di categoria evidentemente superiore a tutti noi su diversi campi. Inoltre un’intera stagione di The Apprenctice non fa minimamente ridere quanto mezzo giudizio di Simona Ventura a X Factor.
Spero saremo tutti d’accordo nell’ammettere che Super Simo sia l’unica personalità italiana vivente a contenere quell’unico mix di attitudini business/dittatoriali/lezioni di UMILTÀ/#pazzacolbotto#credercisemprearrendersimai che serve per guidare una Nazione all’altezza dei nuovi Stati Uniti.
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ: 9
ALESSANDRO DI BATTISTA
Principalmente a consentire la vittoria di Trump è stato il fatto che sia riuscito a raccogliere sacche e sacche maleodoranti di malcontento, trasformandole in una rabbia sterile antisistema che è esattamente il contrario dello spirito critico.
Questa rabbia a sua volta cambia forma e diventa frasi tipo “costruiamo un muro per dividerci dal Messico!” o, perché no, “usciamo dall’Euro! È tutto un komplotto delle banche della ka$ta!”
Il buon Dibba è un veterano di guerra del consenso spicciolo: si lamenta costantemente, è l’indossatore di felpe numero uno del suo partito, è un piccolo re dei like di facebook e se ne va in giro in moto a buttarsi a casa delle persone come un fuorisede che sta facendo un Poetico Erasmus della Vita.
Inoltre anche in Italia la situazione futura dipende parecchio da un voto che incombe, il referendum. E non vorrei essere nei vostri panni quando il Ministero delle Scie Chimiche verrà a sapere che avete dei libri in casa.
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ: ∞
MAURIZIO GASPARRI
Un vero leader però, è in costante contatto umano con il suo popolo. Gasparri non ha bisogno di andare in giro in moto per socializzare con i fan, in quanto è chiaramente il miglior utente italiano che Twitter possa vantare. Vulcanico, instancabile, fantasioso, carico d’odio. Soprattutto non snob: Gasparri non chiocciola i famosi per mendicare visibilità, Gasparri li menziona per puro furore. E poi non fa che parla solo con chi è super seguito: non nega a nessuno un insulto o un blocca profilo.
Se Trump è quello che twitta in piena notte, non appena viene lasciato solo col cellulare, già mi immagino Gasparri mentre manda al diavolo i vertici ONU twittando direttamente dal suo posto durante una seduta parlamentare.
Purtroppo come tutti gli uomini del popolo è inviso all’apparato e dubito che qualcuno gli offrirebbe davvero la guida del centro destra in assenza di carestie, pestilenze che hanno già decimato il 90 percento della popolazione.
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ: 3
FLAVIO BRIATORE
Come prima cosa vorrei smentire il fatto che Salvini avrebbe più possibilità di vincere il nostro contest in quanto unico possessore di foto con Trump, perché mi sono ricordata dell’esistenza di questa foto.
In effetti Briatore e Trump sono già colleghi, visto che il primo ha dato vita allo spin off italiano di The Apprentice, anche lui alla ricerca di un assistente personale. Ultimamente però il Trump in pectore è sempre meno presente sui giornali, è dimagrito: diciamo che accusa l’arrivo di Gianluca Vacchi nella Gara dei Bomber che ha sempre dominato. Lo stesso però non possiamo dimenticarci quanto lui sia stato il primo vero Trump italiano, quando esserlo era ancora una cosa totalmente risibile proprio come lo è oggi.
E rimane comunque una parte di me che non riesce a smettere di immaginare quanto sarebbe bello se la gioielleria da uomo e le vacanze estive al Twiga fossero finalmente obbligatorie per legge.
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ: 6
FABIO ROVAZZI
2015: Rovazzi chi?
2016: Certo che “Andiamo a comandare” nel remix in dialetto salentino cantato dal Papa è davvero troppo, però dai ancora qualche mese e ce la saremo lasciata alle spalle.
2018: Speriamo che il presidente Rovazzi non firmi davvero quell’ordine di decapitazione per tutti i maggiorenni, chi si prenderà cura dei miei figli?
LIVELLO DI PERICOLOSITÀ: 10
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