L’umanità che si trova al ristorante è più o meno la somma di Where’s Willy, la Fattoria degli Animali e il cast di Happy Xmas messi insieme. Non conosco letteralmente nessuno che non abbia mai messo piede in un ristorante. Le persone che però ti capita di avere vicine di tavolo, in piedi a fare la fila per un panino, o al bancone di un bar, non sono tutte uguali. E alcune sono più simpatiche o più più insopportabili di altre.
Con questa lista potresti imparare a riconoscerne qualcuna, oppure rifletterti nelle posate appena lucidate per capire se quella persona, sì sei proprio tu.
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Amina, 20 anni. È una di quelle persone che dice alle amiche: “Ordina questo, così poi facciamo a metà”.
Salvatore, 68 anni. “Ma non ci cucinavamo meglio a casa?” dice al genero alla fine della cena.
Raffaele, 40 anni. Ordina le cose più costose sul menù perché tanto con gli amici si paga sempre alla romana.
Maria Laura, 25 anni. È in fissa con la cucina cinese, e non fa che parlarne sul suo Instagram. Mangia solo nei posti che hanno il menù “segreto” scritto in caratteri cinesi e si ostina a ordinare le zampe di gallina anche se non le piacciono. Nelle sue story però usa la caption “Che mina questo piatto”,
Giovanni, 56 anni. Padre di famiglia, ama le cose semplici, i sapori rassicuranti, i piatti abbondanti e senza “intrugli”. Per lui il tempo si è fermato prima di MasterChef, è un esemplare della vecchia guarda. Tutelalo.
Piero, 9 anni. I genitori l’hanno trascinato per l’ennesima volta in un ristorante in cui servono piatti come Insalata di radici, Trota & beurre blanc e dove si beve solo vino naturale. Alla quinta portata, si trasforma nel remake dell’Esorcista per rendere la serata indimenticabile a tutto il ristorante.
Michelle, 22 anni. Si trova in città per un viaggio che ha programmato da tempo. L’Italia le sembra molto wonderful, ma anche un po’ messy. È arrivata qui su consiglio di una guida che tiene appoggiata sul tavolo. I bordi delle pagine sono sporchi di sugo. Il pomeriggio deve aver fatto merenda con un supplì.
Rashad, 37 anni. Mangia da solo al bancone perché sa che è lì che si rimorchia meglio.
Guido, 49 anni. Annusa i piatti, ispeziona le posate, controlla i bordi dei bicchieri prima di mangiare perché l’ha visto fare nel film Il Sapore del Successo.
Margherita, 22 anni. Trovato un pelo nel piatto se ne andrà indispettita per lasciare un’infuocata recensione su Tripadvisor che comincerà così: “Non sono solita lasciare recensioni ma…”.
Enzo, 79 anni. Detto il professore. Mangia con eleganza, parla con voce moderata, si fa accompagnare da una bella signora dell’alta borghesia. Prova a sfruttare il fattore età per fare il vento e non pagare il conto. Lo riacciufferanno all’angolo della strada già con il pos in mano.
Flavia, 43 anni. Mangia vegano, senza glutine, crudista. Ha prenotato in un ristorante onnivoro senza avvertire nessuno.
Fabrizio, 45 anni. Ha finto per anni di capirci qualcosa di vino. Gli hanno portato una carta che sembra più un tomo della Treccani. “Questa volta sono fottuto” pensa.
Gloria, 52 anni. Ha portato a pranzo sua figlia nel giorno del suo compleanno e fa finta che sia tutto ok quando vede i prezzi del menu.
Eugenia, 23 anni. Ha puntato questo ristorante da una vita. Ha aspettato il giorno del suo compleanno per far pagare il conto al fidanzato. Che l’ha lasciata una settimana fa, costringendola a ripiegare sulla mamma.
Andrei, 51 anni. Chiede allo chef un selfie a fine serata.
Jin-Ae, 48 anni. Si ritiene un’ottima cuoca e cerca di capire come poter replicare i piatti che assaggia nella cucina di casa. Per farlo fa un sacco di domande ai camerieri e chiede di parlare con lo chef.
Roberta, 30 anni. Non ha scelto lei il ristorante e non perde occasione per rinfacciarlo a suo marito.
Karim, 38 anni. È l’appassionato, la groupie dei ristoranti. Chef casalingo, scribacchino a tempo perso, passa il tempo a fare paragoni sui piatti che assaggia e quelli che ha provato in un famoso ristorante di Copenaghen. Alla fine della cena se ne andrà scontento per non aver ricevuto lo sconto sostanzioso su cui aveva contato.
Cristina, 28 anni. Segue una famosa influencer di ristoranti e prenota un tavolo appena vede le story di lei in un nuovo locale.
Giulio, 17 anni. È la sua unica serata fuori con gli amici. Voleva andare al sushi all-you-can-eat del suo paese che nel frattempo è stato chiuso per carenze igienico-sanitarie. Durante la serata scopre la cottura a bassa temperatura. Il giorno dopo si iscrive a una scuola di cucina.
Caroline, 27 anni. Guardando il conto dice al tavolo: “Certo che a questi prezzi l’amaro ce lo potevano pure offrire.”
Jacopo, 39 anni. Fa il cuoco e oggi è il suo giorno di riposo. Nel mezzo della cena arriva lo chef del ristorante con cui si stringe la mano alla Braccio di Ferro. Parlano del più e del meno, sparlottano dei colleghi, si salutano.
Giorgio, 39 anni. È il compagno del cuoco. Mentre arriva lo chef del ristorante a fare un po’ di ma-quindi-anche-tu-grazie-per-essere-venuto-devo-venirti-a-trovare, pensa che avrebbe passato volentieri l’unico giorno libero di lui a casa a vedere Netflix.
Ana María, 32 anni. Guarda indispettita il cameriere che fa assaggiare al suo compagno la bottiglia di vino che lei stessa ha scelto, ordinato e che a fine serata pagherà.
Diego, 24 anni. Si è appena laureato in economia e ha portato tutti gli amici a cena con la carta di credito del padre.
Michele, 37 anni. Fotografa tutti i piatti, compreso il cestino del pane. Poi a fine serata pubblica un TikTok con titolo “Un posto a Roma che dovete assolutamente conoscere.”
Marika, 35 anni. Al ristorante ci va con un codazzo di amici fashion icon. In pizzeria si fotografa sempre con la pizza degli altri. Sarà per questo che la sua rimane miracolosamente intatta.
Ginevra, 18 anni. O almeno, sarebbe dovuta essere Ginevra quella seduta al tavolo, su una sedia vuota circondata da altre sedie vuote, su cui si sarebbero sedute le sue amiche, per cui aveva prenotato. Nessuna si è presentata e nessuna ha avvisato il ristorante.
Domenico, 55 anni. A ogni piatto scrive delle annotazioni su un taccuino di carta. Tutti pensano che sia un critico della Guida Michelin, in realtà fa solo disegnetti a caso.
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