Com’è uscire con qualcuno quando sei ansioso e depresso

depressione

La vita relazionale, quando hai un disturbo mentale, può essere una vera merda. Lo stigma esiste, e spesso prospettive promettenti si risolvono in una doccia fredda.

Guy A. Boysen, professore associato di psicologia alla McKendree University, ha recentemente analizzato due studi che, tristemente, lo confermano. Nel primo, i partecipanti hanno confermato che secondo loro le persone con disturbi mentali come depressione e schizofrenia hanno meno probabilità di avere successo nelle relazioni, brevi e lunghe. Nel secondo, i partecipanti dovevano indovinare la bellezza fisica di alcune persone a partire da indicazioni caratteriali—in cui venivano menzionati anche i disturbi. In generale, entrambi gli studi hanno confermato che le persone con disturbi mentali sono considerate meno “adatte” per le relazioni a lungo termine.

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Abbiamo chiesto ad alcuni ragazzi e ragazze com’è uscire con qualcuno quando hai un disturbo mentale, e quali sono le cose più difficili.

MATT, 23 ANNI

“Ho da sempre un disturbo d’ansia generalizzata e sono ipocondriaco. Al liceo andavo dal medico in continuazione, dicendogli ‘Ho un tumore al cervello!’ All’università, ho cominciato con gli attacchi di panico. Dopo i primi anni mi sono reso conto di aver bisogno di medicine. Ora prendo escitalopram sempre e benzodiazepine al bisogno.”

Mi puoi raccontare un episodio in cui ti sei sentito giudicato?
Una volta sono uscito con un ragazzo su Tinder, eravamo a cena. Era l’ora in cui prendo le medicine di solito, e quando ho tirato fuori il flacone mi ha chiesto cosa fosse. Ho detto, “Oh, niente, ansiolitici,” ma nel momento stesso in cui l’ho detto ho avuto la netta sensazione che lui alzasse un muro. Ovviamente non sapeva niente di salute mentale. Non ci siamo mai più visti, ma anche se si fosse fatto sentire non l’avrei voluto vedere.

E poi, come si è evoluta la tua vita sentimentale?
Ho notato che faccio molta fatica a fidarmi delle persone, anche solo per uscirci. Quando una persona non è interessata alla questione della salute mentale, quando non capiscono che ci sono persone a cui le medicine servono—non funzionerà. E le medicine che prendo mi inibiscono anche la libido, a volte, quindi cerco di prenderle magari la mattina dopo. È dura, ma il mio partner attuale mi capisce—ma non penso riesca a comprendere davvero, perché non le ha mai prese e la sua libido è perfetta.

EMILY, 23 ANNI

“Mi hanno diagnosticato da poco il disturbo d’ansia generalizzata e la depressione, circa sei mesi fa. Prendo il Prozac, che funziona sia da antidepressivo che da ansiolitico. Prendo anche il clonazepam per gli attacchi di panico.”

Com’è cambiata la tua vita relazionale con l’ansia?
Per un anno sono uscita con una persona, chiamiamola Michael*. Non prendevo ancora farmaci, quindi l’ansia mi veniva fuori a fiumi. Mi pareva che non mi amasse e che se ne fregasse di me se anche solo non voleva venire a un concerto, o cose stupide, e lui proprio non riusciva a capire perché. Quando sono ansiosa mi mangio le unghie. Lui mi toglieva le mani di bocca. Non riusciva a capire che sono cose che non riesco a controllare, lo fa il mio cervello senza che nemmeno me ne accorga. A gennaio mi ha lasciato. Mi ha detto che ero troppo dipendente da lui; io sono entrata in una depressione tale che mi ha finalmente spinto a cercare aiuto medico.

E ora?
Esco da poco con questo tizio, Charlie*. La gestisce bene, ma io devo ancora capire come riuscire a fare cose normali come bere qualcosa quando ho preso le medicine per non ridurmi a uno straccio completamente disfunzionale. Mi causa anche attacchi d’ansia, quindi voglio lasciarlo. Ho bisogno di stare da sola e capire come gestirmi io, prima di uscire con qualcuno.

NICHOLAS, 29 ANNI

“Mia madre era schizofrenica. Faceva dentro e fuori dai reparti di psichiatria, aveva dei down pazzeschi, tentava il suicidio, le hanno fatto l’elettroshock. Crescendo, mi sono accorto di avere anch’io dei problemi. Sono depresso e ansioso.”

Hai mai avuto l’impressione che le tue ex non capissero che tu davvero non riuscivi a fare qualcosa?
Ti faccio un esempio: stavo andando a casa della mia ex dopo il lavoro, che è il momento in cui l’ansia mi colpisce più forte, ed è difficile per me rimanere normale. A casa però ho trovato un sacco di amici, cosa che non mi aspettavo. La mia ex continuava a parlare di quanto era incredibile sua mamma. Non smetteva mai, ed è l’argomento a cui sono più sensibile—ho davvero un disturbo da stress post traumatico.

Ho cercato di spiegare con calma perché avevo difficoltà a partecipare al discorso, ma non volevo dare la colpa a nessuno, perché non avrebbero capito. Lei ha cominciato a piangere e ha detto che ero arrivato io a rovinare tutto. Non riuscivo a farle capire che non ero in controllo, e allo stesso tempo mi sentivo in colpa. Non volevo essere al centro dell’attenzione, non volevo essere quello incapace nelle interazioni sociali.

ALESSANDRA, 24 ANNI

“Mi hanno diagnosticato un disturbo d’ansia e la depressione maggiore sei anni fa. Ho cominciato a sentirmi davvero apatica, piangevo senza motivo. Sentivo che c’era qualcosa di sbagliato.”

In che modo i tuoi disturbi hanno influenzato le tue relazioni?
Be’, quando avevo vent’anni ho avuto il mio primo ragazzo. Eravamo nella sua macchina, come sempre avevo gli antidepressivi in un astuccio nello zaino. Ne prendevo due tipi diversi, e nell’astuccio avevo anche degli antidolorifici. L’astuccio è caduto, e lui è impazzito. La prima cosa che mi ha chiesto è stata se spacciavo. Pensavo stesse scherzando, avrò avuto cinque pastiglie in tutto. Ho deciso di raccontargli tutto perché, be’, avevo perso la verginità con lui e pensavo di potermi fidare. Ma ha reagito in un modo strano, ha cominciato a pensare che ogni cosa che avrebbe detto o fatto mi avrebbe spinto a tagliarmi i polsi. Anche se io ero tranquilla, lui non era a suo agio. Ci siamo lasciati quella settimana stessa—per altri motivi—ma scoprire che ero depressa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Stavamo insieme da tre settimane.

STEPHANIE, 24 ANNI

“Ho il disturbo borderline di personalità, il disturbo ossessivo-compulsivo e soffro di attacchi di panico. Il disturbo borderline è il vero motivo per cui le mie relazioni finiscono male. La gente capisce che sei ossessivo-compulsivo, ma se sei borderline nessuno capisce. Per me ogni cosa è la fine del mondo, ogni cosa è un pugno.”

In che modo questo ha influenzato le tue relazioni?
La migliore amica della mia prima fidanzata si sentiva minacciata da me per qualunque cosa. Alla festa di compleanno della mia ragazza, ha cercato di lanciare fuori casa la mia roba—incluso il mio computer—e io l’ho presa per il polso per fermarla. La mia ragazza è entrata in quel momento e mi ha accusata di essere violenta, senza nemmeno sapere cosa stava succedendo. Mi ha detto che sono manipolatrice e pazza. Non capiva quanto è complessa la mia condizione. Mi ha buttato fuori casa senza farmi prendere niente, né scarpe né giacca, in pieno inverno. Mi sono messa a bussare alla porta, perché avevo almeno bisogno del telefono e delle mie cose, ma sua madre ha chiamato la polizia. Neanche la polizia ha capito, ma almeno un agente mi ha fatto chiamare la mia migliore amica per farmi portare a casa.

E poi cos’è successo?
Sua madre mi ha dato le mie cose qualche giorno dopo, e mi ha fatto licenziare—eravamo tutte colleghe. Ha raccontato la sua versione della storia e il mio capo ha cominciato a considerarmi una minaccia. La sua amica ha cominciato a fare gesti di tagliarsi i polsi e la gola, come se volesse suggerirmi di uccidermi. Quando un’altra collega le ha detto di smettere, ha risposto che tanto mi sarei uccisa comunque, perché sono “una pazza” che non ha niente per cui vivere. La mia ex non mi ha parlato per due mesi dopo quell’episodio. Io ho cominciato a pensare alla mia vita. La ragazza che amavo mi aveva lasciato per una cosa che non avevo fatto, e tutti mi attaccavano e trattavano di merda. Mi odiavo, e ho davvero preso in considerazione di uccidermi perché ogni relazione che avevo avuto era finita praticamente così, mi lasciavano perché ero “troppo”, o “pazza”, quindi ho cominciato a darmi la colpa. Sono andata in analisi, e mi ci è voluto tanto tempo per capire che non era così. Ci ho messo tre anni a uscire di nuovo con qualcuno.

ULA, 28 ANNI

“Soffro di depressione, ansia e attacchi di panico. Ho anche l’Asperger, rientro nello spettro dell’autismo. Prendo i farmaci, ma mi capita ancora di diventare molto ansiosa. È una cosa che devo imparare a gestire, ogni giorno è una lotta. Sono anche demisessuale, ho desideri sessuali solo verso persone con cui ho un legame emotivo.”

Com’è stata la tua vita relazionale finora?
Quando avevo 23 anni ho incontrato il mio ex ragazzo. Fino a quel momento pensavo che non sarei mai uscita con nessuno. Pensavo che nessuno mi avrebbe mai capito. Non mi piace molto il sesso, non mi piace nemmeno l’idea del sesso. Ma a lui non importava, mi diceva che a lui piacevo com’ero. Mi sono innamorata profondamente, subito. Dopo due anni e mezzo, mi ha lasciato. Solo in seguito mi sono resa conto che era una persona psicologicamente violenta.

La violenza psicologica che subivi aveva a che fare con la tua condizione mentale?
Direi di sì. Anche quando ci stavamo lasciando, mi diceva cose tipo, “Non ce la faccio più con la tua depressione, non sono il tuo analista.” E diceva cose sminuenti sulla mia condizione e sulla mia sessualità. Anche prima che mi diagnosticassero mi diceva, “La mia piccola autistica, che carina,” come per rendermi infantile, come per dominarmi. Anche se oggi sono circondata da persone che mi vogliono bene, la sensazione di essere considerata meno continua a tornare, perché la depressione è così—è un sentimento di disperazione e abbandono. Voglio che tutti lo sappiano. Non voglio nascondermi.

ALEX, 21 ANNI

“Sono depresso e ansioso. Sono stato da diversi psichiatri, ma non ho mai voluto cominciare a prendere farmaci. Riesco a gestirmi con i miei meccanismi di coping.”

Mi racconti un’esperienza negativa, da un punto di vista sentimentale, che hai avuto?
Un paio d’anni fa ricordo una serata in cui depressione e ansia mi avevano stretto in una morsa. Di solito quando succede così mi chiudo nella mia testa e non rispondo. Il mio partner mi ha allontanato, che era l’opposto di quello che avevo bisogno. Le sue intenzioni erano buone, ma penso che si sia comportato così perché c’è l’idea che quando le persone si chiudono devono essere lasciate da sole. Io volevo solo che mi stesse più vicino. Non riuscivamo a comunicare.

E ora le cose sono cambiate?
Molti pensano che se hai un disturbo mentale non guarirai mai, e che comunque devi guarire da solo. Capisco che sia difficile per tutti, capisco che ognuno debba lavorare su se stesso. Ma nel caso dei rapporti intimi, devi lavorare anche con l’altro, i suoi bisogni, i suoi desideri, i suoi problemi. Devi creare un sistema di fiducia. E le relazioni migliori si costruiscono con l’onestà e la trasparenza. Non solo l’empatia, ma anche la sensibilità.

YING YING, 22 ANNI

“È da quando ho 15 anni che lotto con la depressione. Non sapevo come fare, allora, non capivo cosa stesse succedendo. Quindi ho cominciato a vedere uno psicologo scolastico.”

In che modo la depressione ha influenzato le tue relazioni?
Di solito ho la testa così incasinata che penso che sia impossibile aprirsi con le persone, perché esiste un vero stigma sulla depressione. E poi c’è la paura che quello che vivi tu sia troppo, per metterci di mezzo gli altri.

Com’è andata la tua ultima storia?
Il tizio con cui uscivo era anche lui depresso e proiettava su di me la sua paura dell’abbandono. Mi sono resa conto che anche io mi sono comportata come lui, a volte. Penso che succeda a molti. Penso anche che tutti dovrebbero andare in analisi e parlare delle proprie paure—forse allora non scapperemmo gli uni dagli altri.

Cosa deve cambiare a livello sociale?
Dobbiamo parlare di più della depressione. Io NON POSSO avere relazioni normali se continuiamo a portare avanti lo stigma sulle malattie mentali. Non è giusto. Io voglio riuscirci davvero. Fa schifo—mi sento così sola.

*I nomi sono stati cambiati.

Questo articolo è tratto da Tonic.