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La Corea del Nord ha ammesso che un virus ‘misterioso’ ha contagiato 350mila persone

kim jong mascherina covid

La Corea del Nord ha rivelato che un’epidemia di COVID-19 avrebbe colpito centinaia di migliaia di persone nel paese tra aprile e maggio 2022, stando ai media di stato del paese.

Un articolo, pubblicato da Voice of Korea—il servizio di informazione internazionale del paese—sostiene che una “malattia febbrile oscura si sia diffusa rapidamente ed espansa su scala nazionale dalla fine di aprile, causando febbre in oltre 350.000 persone in poco tempo.”

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L’articolo non cita esplicitamente il COVID, ma secondo diverse figure questa sarebbe comunque una tacita ammissione che il virus abbia colpito la nazione isolata, che conta 25,8 milioni di abitanti e che fino a questa settimana negava di aver mai avuto casi confermati della malattia, rifiutando anche i vaccini offerti da altri paesi.

“Non è probabile che si tratti di altri virus; centinaia di migliaia di persone mostrano sintomi,” spiega a VICE World News Jacob Lee, professore di malattie infettive alla Hallym University Kangnam Sacred Heart Hospital, in Corea del Sud. “E non esiste virus respiratorio che possa diffondersi così al momento, se non il COVID-19.”

Delle persone infette, 162.200 sono registrate come già guarite—ma solo giovedì 12 maggio sono state registrati 18.000 nuovi casi di “persone con febbre,” il che suggerisce che il virus si stia diffondendo rapidamente. Lo stesso giorno, il leader supremo del paese Kim Jong Un ha dato conferma di un focolaio di COVID e ordinato la messa in lockdown del paese, benché non abbia detto quante persone siano state contagiate.

L’articolo di Voice of Korea rivela inoltre che più di 187.800 persone sono state messe in quarantena e che sei persone sono morte dopo la febbre, una delle quali è risultata positiva alla variante BA.2 Omicron del COVID.

“Kim Jong Un ha sottolineato che la malattia febbrile è comparsa simultaneamente in molti luoghi in un’area che ha al centro la capitale, dimostrando che c’è un’imperfezione nel sistema anti-epidemie finora in funzione,” recita l’articolo.

Se i 350.000 casi di febbre fossero causati dal COVID, significherebbe che molte altre persone in Corea del Nord—potenzialmente milioni—sarebbero state esposte al virus; molti casi sarebbero passati inosservati per mancanza di sintomi o perché non sottoposti a tampone.

Shanghai, che ha una popolazione simile per numero alla Corea del Nord e sottopone a tampone i suoi 26 milioni di residenti in massa, ha riportato 56.000 casi sintomatici da marzo e un numero di casi asintomatici 10 volte superiore.

Gli esperti temono che le conseguenze di un focolaio di tale entità possano essere catastrofiche, considerato che, da quanto si sa, il paese non avrebbe somministrato alcun vaccino per COVID alla popolazione.

“Devi pensare a cosa è successo a Wuhan quando è scoppiato il primo focolaio. Ma la variante che si sta diffondendo in Corea del Nord ora è tra le cinque e le sei volte più contagiosa della variante di Wuhan,” dice Lee. “Il tasso di contagi crescerà rapidamente. Nessun abitante della Corea del Nord è immunizzato e c’è diffusa malnutrizione, dunque le persone potrebbero morire in massa.”

“C’è un’alta probabilità che diventi una catastrofe.”

La ricercatrice di Human Rights Watch Lina Yoon ha definito la situazione “gravemente preoccupante,” perché le carenti strutture sanitarie e la malnutrizione diffusa nel paese potrebbero esacerbare gli effetti dell’epidemia.

“Molte persone in Corea del Nord sono malnutrite in modo cronico e non vaccinate, c’è già poca disponibilità di medicine nel paese e le infrastrutture sanitarie non sono in grado di rispondere a questa pandemia,” dice. “La comunità internazionale deve offrire medicinali per contrastare i sintomi del COVID-19, medicinali anti-virali e fornire vaccini e tutte le infrastrutture necessarie per la loro conservazione.”

Il 12 maggio le autorità nord coreane hanno rafforzato le misure di quarantena nazionali a livello “emergenza massima” dopo che la variante BA.2 Omicron è stata individuata. Prima, il governo aveva negato la presenza di qualsiasi caso di COVID nel paese—posizione già messa in dubbio da esperti in tutto il mondo.

Secondo la dottoressa Sojin Lim, docente di Studi sulla Corea del Nord all’Università inglese di Central Lancashire, è in realtà possibile che la Corea del Nord non avesse avuto casi fino a questo focolaio. Cita l’esempio del Taiwan, che fino all’arrivo della variante Omicron aveva tenuto i numeri del contagio sull’isola al minimo.

“Ma allo stesso tempo, non sappiamo se sia davvero così, perché i tamponi per il COVID non sono stati [distribuiti] alla popolazione; erano effettuati solo sui residenti di Pyongyang.”

I sistemi di monitoraggio e risposta al COVID della Corea del Nord sono stati così scarsi che è impossibile sapere quante persone siano state contagiate finora. Il silenzio di Pyongyang sui casi di contagio è terminato malamente dopo due anni: ora, stando a Voice of Korea, Kim Jong Un stesso ha definito la situazione “una crisi di sanità pubblica.”

“Ha detto che la sfida più importante e la missione suprema del nostro Partito è invertire il corso della crisi sanitaria pubblica attuale, recuperare la stabilità lavorativa pre-epidemica e salvaguardare la salute e il benessere delle persone,” si legge nell’articolo.

La Corea del Nord è al momento uno dei soli due paesi al mondo, insieme all’Eritrea, a non aver distribuito i vaccini da COVID, dopo che Kim ha rifiutato le offerte provenienti dal programma globale COVAX e da altri paesi. In combinazione con un sistema sanitario già in ginocchio, un’economia paralizzata e scarsità alimentare ed energetica, le conseguenze di un’epidemia di COVID e di un lockdown potrebbero essere devastanti per la popolazione.

Pyongyang, con tutta probabilità, ne è consapevole e alcuni esperti credono che, nell’ammettere pubblicamente lo stato delle cose, il governo della Corea del Nord stia chiedendo aiuto.

“Il fatto che abbiano rivelato la situazione spontaneamente è prova della sua gravità: non lo avrebbero fatto, se non fosse stata così seria,” dice Lee. “È come se stessero inviando un SOS al mondo. La situazione deve essere più grave di quanto [sia stato] dichiarato finora.”