Ultimamente sono usciti un casino di pezzi che contengono quel suono incredibilmente fastidioso che sembra il fischio emesso dal marchingegno per tenere lontane le zanzare che mio nonno teneva sempre sul comodino, impedendo alla sottoscritta di prendere sonno. Di pezzi con quel suono ne sono usciti talmente tanti che pensavo che le zanzare si sarebbero estinte per sempre, invece le zanzare esistono ancora—prova che il marchingegno di mio nonno non aveva alcuna funzione se non quella di dare fastidio. Ne sono usciti talmente tanti che dopo un po’ uno quasi perde il conto, perché quel suono è letteralmente OVUNQUE. Ad esempio eccolo presente in:
“Lean On“, “Roma-Bangkok“, “Vorrei ma non Posto“, “Assenzio“, “I Took a Pill in Ibiza“, “Sto bene Così“, “Cult“, “Cheap Thrills“, “This One’s For You“, “Let Me Love You” e potrei continuare all’infinito.
Qualche mese fa, per colpa di quel suono, ci fu un contenzioso internazionale tra Major Lazer e David Guetta; pare che quest’ultimo sia stato l’unico stronzo accusato del rip-off stilistico di “Lean On”, quando invece tutto il mondo era lì che prendeva appunti, ma in questo momento vorrei lasciare da parte le accuse di plagio e concentrarmi sulla provenienza di quel suono, che in realtà è un vocal synth anche abbastanza semplice da reperire e replicare, come dimostrano i diversi tutorial presenti su Internet.
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Ma il “povero” David Guetta non ha veramente la colpa di aver rubato quel suono da “Lean On”, dal momento che la stessa “Lean On” si inserisce nella scia di altri pezzi, magari meno noti, che prima di lui avevano dentro di sé quel suonaccio. Quindi mi sono armata di pazienza e ho provato a risalire alla fonte (anche grazie ai suggerimenti di abili producer come il sexy NT89, il baldo Not For Us e il pioniere Congorock a cui ho chiesto dove avessero sentito per la prima volta quel suono). Risalendo indietro nel tempo, a un certo punto mi sembrava di aver individuato una potenziale origine di tutti i mali. Il pezzo in questione si chiama, guarda un po’, “Bangkok”, il producer è il tedesco Boris Dlugosch e l’anno è il 2009, in particolare il 29 ottobre del 2009, data della pubblicazione di questo singolo:
Ok, il corollario è ben più zarro, però lo riconoscete quel suono, vero? Ebbene, è lui. Lo stesso di “Lean On”, il maledetto. La storia però non è nemmeno così semplice: quando uscì questo singolo (endorsato alla grande da Erol Alkan, che ne fece la fortuna), il producer olandese Afrojack, affiliato alla crew Major Lazer, pubblicò quello che alcuni ritennero un singolo-scherzo in polemica aperta (pare) con Boris Dlugosch e la sua “Bangkok”. Il singolo in questione ruotava più o meno attorno allo stesso vocal synth, e il riferimento al pezzo-rivale era dichiarato esplicitamente sin dal titolo:
Bene, il synth non è proprio lo stesso, ma il motivo per cui vi ho tirato fuori questa storia è che Afrojack, che quello stesso anno aveva mixato Guns Don’t Kill People… Lazers Do, il debut album dell’allora duo Major Lazer, formato ai tempi da Diplo e Switch. L’album era uscito esattamente il 20 luglio del 2009, poco più di tre mesi prima del pezzo di Dlugosch. Nonostante ai tempi lo stesso Afrojack se la fosse presa con Major Lazer per non averlo accreditato nel pezzo (pare che questo fosse dipeso da un banale problema di “disorganizzazione”), sembra ovvio che sentisse molto forte l’esigenza di marcare la paternità di quel suono. Ecco spiegato, forse, il motivo per cui Afrojack si era sentito in dovere di “stanare” il collega, colpevole, secondo lui, di aver fregato l’idea di quel vocal synth dal pezzo-culto di quel disco, “Pon de Floor”:
Insomma, in questo continuo rimando di plagi e accuse sembra che si torni all’origine, nevvero? C’è da dire che, a parte quei due exploit di cui sopra, in quel periodo non uscirono altri pezzi con un vocal synth così esplicito. Per qualche anno quel suono rimase appannaggio di generi un po’ meno aggressivi e un po’ più da cameretta, e fu adottato da producer come Flume, che lo usò nel suo debut omonimo del 2012 (anche se il singolo in questione è del 2011).
Dopodiché quel suono rimbalzò di producer in producer, senza diventare mai veramente un trend fino al 2013, anno in cui DJ Snake, partner in crime di Diplo nella nuova formazione di Major Lazer, lo riportò sulla cresta dell’onda con il suo singolaccio “Turn Down For What”, rendendo quel suono great again dopo averlo strappato dalle mani dei producer molli come Flume. Ora quel suono poteva essere il protagonista di tutte le tamarrate del Pianeta.
Da quel momento in poi, ma soprattutto da “Lean On” in poi, praticamente tutti i producer del mondo si sono sentiti autorizzati a utilizzare quel suono per colorare in maniera originale e mai sentita prima i loro originalissimi pezzi. Ora che sapete la storia di quel suono sono sicura che ogni volta che lo sentirete il fastidio che provate nei suoi confronti non cambierà, così come non è cambiato il numero di zanzare presenti sul Pianeta dopo l’invenzione dei marchingegni a infrarossi, ma almeno se voleste risalire ai colpevoli di questa tortura auricolare sapete dove dirigervi.
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