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Dai Daft Punk a Skrillex, ecco i progetti dei 7 palchi più sorprendenti di sempre

Tutte le illustrazioni sono di Ethan Tennier-Stuart

Negli ultimi dieci anni, fare elettronica dal vivo è diventato una sorta di gara. I motivi sono molti e complessi, ma principalmente le questioni sono due: specialmente in Nord America, i festival sono diventati sempre più grossi e mainstream; e l’EDM ha avuto un vero e proprio boom, soprattutto a livello di budget. Arrivare sul palco e fare un po’ di pezzi non è più abbastanza: i fan hanno voglia di laser, coriandoli, macchine del fumo colossali e torte in faccia.

Gli artisti top di gamma hanno quindi cominciato a lavorare con compagnie di produzione sempre più ambiziose, inserendo nei loro setup le tecnologie più avanzate per quanto riguarda il suono e le luci—inserendo ologrammi, elmetti ricoperti di LED, touchscreen e chi più ne ha più ne metta. E, anche se a volte ci rimettono—Nel 2013 Eric Prydz ha rivelato in un’intervista a Billboard che EPIC, il suo tour più ambizioso, gli è costato migliaia di dollari—in generale si crede che valga la pena dare ai propri fan degli spettacoli con tutti i crismi e delle esperienze uniche. 

Abbiamo quindi deciso, per rendere tributo a questo processo, di approfondire sei dei palchi più fighi degli ultimi anni e di raccontare le loro storie, dalla piramide dei Daft Punk al cubo di deadmau5.

1. La piramide dei Daft Punk

Debutto: Coachella 2006

Videos by VICE

Creato da: Bionic League

Caratteristiche:Una piramide alta sette metri coperta di schermi e LED vari

Come ne hanno parlato: “Al Coachella possiamo anche essere stati cinque anni avanti rispetto a tutti gli altri, ma la connessione che si è creata in quel momento e in quel contesto è stata la più forte che abbiamo mai sentito. Come se fossimo in sincrono con il pubblico.” – Thomas Bangalter (su Pitchfork, 2013)

Perché è una figata: Non si può parlare di palchi fighi ed elaborati senza citare la piramide dei Daft Punk, che in un colpo solo ha fatto uscire di testa il pubblico del Coachella del 2006 e ha alzato l’asticella degli impianti live di chiunque faccia elettronica. Nel 2016 LA Weekly ha definito quel concerto la migliore esibizione al Coachella di sempre, spiegando come ha ispirato un’intera generazione di artisti (tra cui Skrillex). Anche se è dall’anno scorso che si parla di un loro nuovo tour tra scherzoni vari, ancora non c’è niente di concreto—ma i Daft Punk hanno appena annunciato che si esibiranno assieme a The Weeknd ai prossimi Grammy, e speriamo se ne escano con qualcosa di altrettanto epico. 

2. Il cubo di deadmau5

Debutto: Coachella 2010

Creato da: Martin Phillips (Bionic League)/TAIT

Caratteristiche: Il cubo originale era composto da 75 pannelli a LED RGB con una risoluzione da 1600 x 1200 pixel. Il cubo 2.1 è alto quattro metri e mezzo e largo cinque, e ha dentro dei robot che spingono i suoi lati dall’interno—lati composti da pannelli a LED all’avanguardia—muovendoli in varie direzioni mentre su questi vengono proiettate grafiche originali. 

Come ne ha parlato: Ne ha parlato un sacco su Twitter e su Twitch.

Perché è una figata: DJ meno famosi hanno provato e fallito a copiare il setup di deadmau5, che è ormai riconoscibilissimo nonostante sia in costante evoluzione. A differenza di molti artisti che scelgono di mantenere il segreto sul design della loro attrezzatura, Joel Zimmerman condivide spesso foto e video dietro le quinte del processo di creazione del suo cubo sui social. A dicembre, ha condiviso un video per “Let Go” con dentro un’anteprima di quello che ci possiamo aspettare dal suo prossimo tour. 

3. La gabbia di Plastikman

Debutto: 2010

Creata da: Derivative

Caratteristiche:
TouchDesigner-Live Bridge, un visual composer per le luci del suo palco.

Come ne ha parlato: “Abbiamo costruito il palco pensandolo come se fosse uno studio, un luogo chiuso. Per me era molto importante fare un concerto circolare, e quindi alla fine del set uscivo e facevo un passo indietro, tornando agli inizi—solo io che gioco con una drum machine, cercando di tirare fuori qualcosa di magico.” (Derivative, 2010)

Perché è una figata: Richie Hawtin ha introdotto il suo alter-ego Plastikman nel 1993, e da allora lo ha usato per pubblicare progetti più introversi e sperimentali. Il palco-gabbia, che ha usato in un tour mondiale del 2010, era una sorta di velo circolare che serviva come un muro che lo separava dal pubblico. Quell’anno, Resident Advisor lo ha nominato il miglior live dell’anno

4. L’EPIC di Eric Prydz

Debutto: 2011. A novembre 2016 è stata annunciata una sua nuova versione,, EPIC 5.0.

Creata da: Realtime Environment Systems Ltd. (RES)

Caratteristiche: Un cubo ricoperto da enormi pannelli a LED e schermi digitali “più grandi di un Boeing 747” che serve da coreografia per accompagnare la musica. Nelle edizioni passate ci sono stati ologrammi e video art, e l’EPIC 5.0 sarà parte di una “superstruttura“, lo Steel Yard, con l’ologramma più grande mai creato per una performance dal vivo.

Come ne ha parlato: “Potrei sbilanciarmi e dire che, parlando di musica dance, è il miglior live di sempre. Sempre, sempre, sempre.” ( Billboard , 2016)

Perché è una figata: Sono ormai dieci anni che Prydz fa sold out in giro per il mondo, e il suo palco è sempre stato una parte fondamentale della sua proposta musicale—ed è cresciuto assieme a lui. Il suo EPIC è stato sviluppato da RES, una compagnia londinese che ha lavorato anche alle cerimonie di apertura delle Olimpiadi di Londra del 2012 e delle Olimpiadi Invernali di Sochi del 2014. Ogni suo tour è sempre stato più ambizioso ed elaborato: la nuova edizione debutterà a maggio 2017, e qua potete guardarne una video-anteprima

5. Le navicelle degli Infected Mushroom

Debutto: 2012

Create da: V Squared Labs/Vita Motus

Caratterstiche: Due navicelle sospese, 3D mapping e un touchscreen per controllare la musica e i visual. 

Come ne ha parlato: “Il 3D mapping è incredibile, a vederlo dal vivo capisci quanto può essere forte a livello visivo. Si può anche guardare un video su YouTube, ma dal vivo è davvero tutta un’altra cosa.” – Amit Duvdevani, Infected Mushroom (Your EDM, 2013)

Perché è una figata: Gli Infected Mushroom, duo trance israeliano, fanno musica che a tratti ti fa sentire come se stessi raggiungendo un nuovo stadio evolutivo della tua coscienza. Il fatto che abbiano un palco coerente con le sensazioni che trasmettono è piuttosto bello. Ognuno di loro due si mette in una navicella sospesa di fronte a uno schermo enorme su cui vengono proiettate immagini tutte psichedeliche di foreste di funghi e meduse. 

6. Il Vortex Lumen di Datsik

Debutto: 2012

Creato da: V Squared Labs

Caratteristiche: Animazioni 3D e video mapping.

Come ne ha parlato: “A renderlo figo non è necessariamente la forma a cono, è più quello che viene proiettato su una forma simile. Ogni volta che ne facciamo uscire una nuova versione proviamo ad aggiungerci qualcosa, renderlo più intricato, diverso, proviamo a renderlo ancora più malato.” (EDMtunes, 2015)

Perché è una figata: Il Vortex Lumen è un’idea di Datsik stesso e ha bassi da 150,000 watt. Usando una tecnologia 3D impressionante, le luci ruotano attorno a un enorme cerchio con Datsik al centro, e l’effetto è una sorta di wormhole a forma di imbuto. 

7. L’astronave di Skrillex

Debutto: Coachella 2014

Creata da: Production Club

Caratteristiche: Luci, video, effetti speciali e fuochi d’artificio. È così grande che ci vogliono circa otto camion lunghi sedici metri per trasportarla. 

Come ne ha parlato: “Hai presente quando sei alla festa più figa della tua vita e ti viene da dire, ‘C’è un’atmosfera incredibile?’ Ecco, voglio che sia così.”(dal documentario  Let’s Make a Spaceship, 2014)

Perché è una figata: Skrillex ha un passato in cui faceva post-hardcore con i From First to Last, ha suonato spessissimo al Vans Warped Tour e sa quindi bene come premere i tasti giusti (sia a livelo figurativo che letterale). Ha fatto incazzare un sacco di puristi della dance negli anni, ma non si può dire che la sua astronave ispirata a Blade Runner (mossa e operata da sei persone) non sia una di quelle cose che ti restano impresse in qualche modo.

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