In una scala di notiziabilità che va da 0 a 10, una multa per essere passati nella zona a traffico limitato di Sassari si colloca all’incirca su -37. Voglio dire: di infrazioni di questo tipo ce ne saranno migliaia in tutta Italia, ogni singolo giorno. Eppure, ne sto parlando perché in almeno un caso è successo qualcosa di davvero bizzarro.
Come riporta un articolo della Nuova Sardegna uscito alla fine dello scorso febbraio, qualche tempo fa i vigili urbani di Sassari hanno fermato un automobilista per aver attraversato la ztl senza i permessi. Quando questi hanno tirato fuori il blocchetto delle sanzioni, l’uomo ha dichiarato di disconoscere la Repubblica italiana e le sue leggi, proclamandosi altresì “eterna essenza manifestata a corpo” e—soprattutto—libero cittadino del “Regno Sovrano di Gaia.”
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Non è finita qui: il vigile che ha preso in carico il procedimento, a causa della sua insistenza nel far pagare la multa, si è anche beccato un “certificato di disonore con effetto immediato, nunc pro tunc, praeterea praeterea” ed una richiesta di risarcimento di 180mila once.
Nel gennaio del 2017 lo stesso “cittadino sovrano,” una volta atterrato all’aeroporto di Bucarest, aveva esibito il documento d’identità del Regno di Gaia alle forze dell’ordine. “La reazione, un misto di stupore e imbarazzo, è stata immediata: in Romania non si entra,” si legge in un pezzo sull’accaduto. L’uomo è stato poi prontamente rispedito in Italia grazie a un documento provvisorio dell’ambasciata.
Continuando a scorrere le cronache locali alla ricerca di notizie sul tema si arriva fino al marzo del 2014. In quell’anno la municipale di Sassari nota una Peugeot con targa e contrassegno del “Regno Sovrano di Gaia” e decide di sequestrarla. Il giorno seguente, al comando si presentano tre persone che rivendicano l’autenticità di quei documenti, e alla domanda “dove siete residenti?” rispondono così: “Nel pianeta terra.”
Ma cos’è questo “Regno Sovrano di Gaia”? Contrariamente a quanto si possa pensare di primo acchito, non siamo di fronte ad una micronazione né alla trasposizione del famoso video del 2008 della Casaleggio Associati (intitolato, appunto, “ Gaia: the future of politics“).
Si tratta, piuttosto, di un “movimento” fondato tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013 che si ispira ad una delle teorie del complotto economico-giuridiche più in voga degli ultimi anni: quella della “sovranità individuale,” o OPPT ( One People’s Public Trust).
Senza farla troppo lunga, questa “teoria” nasce qualche anno fa nel mondo anglosassone ed è l’evoluzione di altre “teorie” più risalenti nel tempo—come la Redemption Theory e i Freemen on the land—a cui si aggiungono elementi New Age. Stando all’autodefinizione che ne hanno dato i fondatori, il “Trust” è composto da “qualsiasi persona del Pianeta, dal Pianeta stesso e dal suo Creatore.” I punti cardine, come ha ricostruito Bufale.net, sono almeno tre:
1) “Gli Stati Sovrani non esistono, in quanto sono enti commerciali iscritti al SEC” (Securities and exchange commission, l’equivalente americano della Consob);
2) “I certificati di nascita dei cittadini degli Stati-società-pignorati del SEC sono Titoli di Stato”;
3) “È possibile per ogni cittadino diventare un Trust di se stesso, un ente commerciale.”
In pratica, come afferma un lungo post di debunking pubblicato sul sito Pontilex, i seguaci dell’OPPT sostengono che sia possibile “sottrarsi al pagamento dei debiti e delle imposte nonché ai procedimenti giudiziari per mezzo di ‘dichiarazioni di sovranità individuale’.”
Il “Regno Sovrano di Gaia” propugna un adattamento italiano di quanto appena menzionato. Partendo dall’assunto che lo Stato italiano non li rappresenti in alcun modo, la filosofia degli “Esseri Divini e Viventi, Liberi e Sovrani” è messa nero su bianco (o meglio, verdognolo) nel documento diplomatico ufficiale del Regno: “Qualsiasi collegamento ad entità terrene, civili, penali, commerciali e/o giuridiche/legali e altro è vietato, inesistente e rigettato per sempre.”
Paradossalmente, nel tentativo di rimarcare la loro totale indipendenza, il “Regno Sovrano di Gaia” ha ricreato le strutture istituzionali di uno Stato. Oltre a targhe e contrassegni figurano: una moneta chiamata din che dovrebbe “liberare dalla schiavitù” chi usa “le classiche valute nazionali/sovranazionali” (peccato che per “usarla” tocchi sborsare gli odiati euro); la “Banca dell’Unione delle Eterne Essenze Incarnate” (meglio conosciuta come Banca Mondiale Sovrana); il social network “sovrano” Ariki; e infine, il “Tribunale Popolare Internazionale di Common Law” (anch’esso, ovviamente, “sovrano”).
Quest’ultimo è stato “fondato” nel 2015 e—stando a quanto si spiega in un video pubblicato sul canale YouTube di Giancarlo di Tiamat (l’alias di uno dei fondatori del Regno)—rientra “nel 3° ordine di Legge,” che sovrasta il “4° ordine del Diritto Positivo o dei Governi” e naturalmente “risulta essere superiore […] ai Tribunali togati.”
Tra gli ultimi “atti” del “Tribunale” c’è “l’apertura d’inchiesta internazionale” nei confronti dei poliziotti romeni che hanno fermato Tiamat a Bucarest, che sono accusati di “violazione dei Diritti Umani e mancato riconoscimento di figura diplomatica.” A quanto pare, inoltre, il Tribunale Popolare si riunisce in mezzo a palazzi bordò di Sassari.
Sebbene—come si può vedere dal video qui sopra—i membri effettivi del “Regno Sovrano di Gaia” non siano molti, le conferenze sono invece abbastanza frequentate. Nel 2014, ad esempio, in un’assemblea tenutasi all’Hotel Carlo Felice di Sassari c’erano all’incirca 150 persone. “Età dai 25 ai 70 anni, commercianti, studenti, professionisti, addirittura un giudice di pace, e poi qualche personaggio un po’ sopra le righe,” recita la cronaca della Nuova Sardegna. “Insomma un popolo normale, con portafogli imbottiti di codici fiscali, bancomat, carte Visa, e tessere fedeltà dei market.”
Un simile afflusso è meno sorprendente di quello che sembra se si allarga lo sguardo: il “Regno Sovrano di Gaia” è infatti solo un’emanazione del più ampio movimento dei “cittadini sovrani” italiani, che si è diffuso in tutta la penisola grazie a diverse declinazioni della “teoria” di partenza—declinazioni che spesso e volentieri si fondono con altre teorie del complotto (i vaccini, le scie chimiche, il Nuovo Ordine Mondiale, e così via), e sfociano addirittura in feroci conflitti interni.
Un’associazione che per certi versi simile al “Regno Sovrano di Gaia” è il “Popolo della Terra Madre,” che a sua volta è collegato al sito “Sovranità Individuale“—nel senso che il responsabile di entrambe è lo stesso individuo, il quale sostiene di essere stato “ingiustamente indagato” per aver denunciato il “colpo di Stato” che ha portato Mario Monti al governo.
Il PTM, comunque, dice sul sito di essere “costituito da Uomini e Donne Liberi (Sovrani) di tutte le identità culturali che cooperano uniti dalle verità naturali elementari,” e offre la possibilità—dietro il pagamento di un contributo di 30 euro—di entrare far parte del Culto, con cui si otterrebbe una “carta di rappresentanza elettiva” e la “doppia cittadinanza a effetto giuridico” (qualunque cosa voglia dire quest’ultima frase).
Un’altro gruppo (pardon: “un grande contenitore di condivisione”) particolarmente attivo sullo stesso fronte è “Popolo Unico.” Pur dissociandosi in tutto e per tutto dall’OPPT e dalla “sovranità individuale,” il suo scopo principale è quello di “correggere tutte le storture che hanno determinato volutamente una condizione di schiavitù inaccettabile per il popolo.”
Come farlo? Semplice: attraverso due “strumenti perfettamente legali che consentiranno a chiunque di diventare i veri comandanti della propria vita”: l’autocertificazione di “esistenza in vita” e quella per diventare “Legale Rappresentante,” entrambi da trasmettere ad Anagrafe e Stato Civile.
Tali autocertificazioni sono effettivamente previste dal codice civile italiano e da norme amministrative, ma nel sistema di pensiero di “Popolo Unico” trasfigurano nella “RI-CODIFICA graduale del sistema, pacifica e progressiva, che necessita della collaborazione di ognuno di noi, per la riscoperta dei nostri reali diritti e della nostra natura originale di Esseri Umani liberi, esenti da debito, sovrani e soprattutto di origine divina.”
Di concreto, naturalmente, non c’è nulla—se non l’impazzimento dei dipendenti dell’anagrafe. Un articolo de La Stampa del 2015 raccontava che almeno trenta persone si erano presentate negli uffici pubblici chiedendo di essere cancellate dai registri e di diventare “padroni di se stessi.” La dirigente Maria Franca Montini aveva dichiarato che “quando, per cercare di far comprendere l’assurdità di quanto ci stanno chiedendo, buttiamo lì che oltre a sfuggire dalle tasse per coerenza non avranno più diritto all’assistenza, allora boccheggiano.”
L’ironia del tutto è che la modulistica assume una rilevanza spropositata per i “sovranisti individuali”: chi vuole sbarazzarsi del giogo burocratico degli Stati, insomma, sembra condannato a riempire scartoffie e a rimanere impigliato in una lunga trafila burocratica.
Girando un po’ nei gruppi Facebook (come “Eterne Essenze Incarnate“) e nei siti di riferimento—tra cui uno con una grafica ferma al 1998—ci si può imbattere in fantomatiche “dichiarazioni di sovranità individuale” (che assumono i nomi più vari) da compilare per “USCIRE DA MATRIX,” liberarsi dalla “SCHIAVITÙ’” e non pagare più tasse e debiti.
Ed è proprio impugnando queste “dichiarazioni” che negli ultimi anni parecchi “cittadini sovrani” sono entrati nelle anagrafi e nei tribunali, o hanno avuto a che fare con le forze dell’ordine. Di un caso eclatante avevo già scritto nel 2014 su VICE—quello di una coppia di Ortona che non avrebbe “ceduto” la figlia allo Stato italiano, evitandole così la sua quota di debito pubblico “che ciascuno di noi ha dalla nascita.”
La vicenda era diventata virale grazie all’attenzione colpevolmente acritica della stampa locale. Ma è scavando un attimo su YouTube che si trova davvero di tutto. Ci sono, ad esempio, le interminabili incursioni nei tribunali di Milano e di Udine, dove si può toccare con mano lo sbigottimento dei giudici; video di diciassette minuti in cui si cerca di spiegare alla polizia stradale il concetto di “Legale Rappresentanza” (spoiler: missione fallita); ed una clip—di gran lunga la mia preferita—in cui un “cittadino sovrano” rifiuta di pagare il pedaggio in autostrada perché “l’Italia è una SPA quindi non sono validi nessun contratto di quello che ci propongono.”
Se alcuni di questi video sono oggettivamente ridicoli, altri lo sono molto meno. In uno—risalente al luglio del 2014—si racconta la storia di “Bart,” che dopo essersi dichiarato “sovrano” davanti ai vigili urbani è stato sottoposto al trattamento sanitario obbligatorio.
In uno del maggio 2016, una donna si reca negli uffici dei servizi sociali di Borghetto Santo Spirito (Savona) e consegna la “dichiarazione di sovranità individuale” per riavere indietro le sue figlie. Nel video sono ripetute tutte le “teorie” collegate all’OPPT, e verso la metà la donna si rivolge così alle attonite assistenti: “Vi informo che il vecchio paradigma è morto, dal 25 dicembre 2012 sono stati pignorati tutti i governi, tutte le banche e i suoi enti per truffa ai danni dell’umanità.”
Arrivati a questo punto, credo che—più di ogni altro—questo episodio particolarmente straziante sia esemplificativo dell’attrattiva di questa teoria del complotto.
Anzitutto, il “sovranismo individuale” fa leva su di un principio potente come quello della sovranità popolare—che è il fondamento di ogni democrazia (vedi l’articolo 1 della Costituzione italiana), ma anche la sua ombra quando viene sfruttata dai populisti (vedi il Movimento 5 Stelle e la Lega Nord di Matteo Salvini) o sovvertita dai complottisti.
In secondo luogo, in un periodo di crisi prolungata, credere che sia sufficiente sventolare un pezzo di carta per liberarsi da ogni problema equivale a trovare un’oasi in mezzo al deserto. Le argomentazioni pseudo-legali ed economiche del “sovranismo” donano inoltre credibilità al tutto, mentre le suggestioni New Age creano una storia accattivante e illuminante—qualità che il diritto e la burocrazia certamente non possiedono.
L’inconveniente è che questa storia non esiste: è soltanto il miraggio di una realtà parallela per sfuggire dall’incasinata realtà di ogni giorno in cui, volenti o nolenti, ci ritroviamo tutti quanti.
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