Qualche mese fa, mentre il quindicenne australiano Edward Bourke era a casa e stava guardando la tv, si è imbattuto in un servizio sulle primarie repubblicane negli Stati Uniti. “Ho sempre rispettato Donald Trump come imprenditore, ma quel servizio lo faceva sembrare razzista,” mi ha detto, “così ho fatto delle ricerche e ho scoperto che il servizio era stato composto col preciso intento di risultare fuorviante.”
Nel suo discorso Trump stava parlando di immigrazione, ma le parti in cui esponeva più chiaramente le sue opinioni in materia erano state tagliate ed esclude dal servizio. Per Ed, quella scoperta è stata illuminante. Guardando la televisione, ha capito che il mondo stava vedendo solo una parte della figura di Donald Trump e che nessuno stava parlando delle sue idee politiche. Così ha pensato che la situazione dovesse cambiare e che toccasse a lui farlo.
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Tutto ciò può sembrare strano, visto che stiamo parlando di un ragazzo che va alle superiori, ma Ed non era nuovo a questo tipo di iniziative. In passato aveva già lanciato diverse campagne social su argomenti a lui cari: il cambiamento climatico, la salvaguardia dei leoni, la genealogia. Anche per questo, lanciarne una in più gli è sembrata la cosa più naturale del mondo.
Per prima cosa, Edward ha fondato l’account Twitter @TrumpTriumph, che al momento ha poco più di 500 follower. Poi ha creato un sito, TheTrumpCampaign.com, in cui spiega in modo semplice le idee e le credenziali politiche di Trump. In entrambi i casi, lo scopo è fornire informazioni equilibrate sulla campagna elettorale di Trump. Ma la tattica migliore, secondo Edward, resta quella di coinvolgere i compagni di classe in un dibattito sull’argomento. “Poi loro vanno a casa e lo raccontano ai loro genitori, che lo dicono ai loro amici e così via.”
Edward vive con i suoi genitori in una fattoria (“un paio di pecore e qualche gallina”) alle pendici di Mount Macedon, a nordest di Melbourne. Quando gli ho scritto un messaggio chiedendogli dove avremmo potuto incontrarci mi ha risposto “al Sofitel,” che è dove poi l’ho trovato, intento a bere un bicchier d’acqua con suo padre al bancone del bar. Entrambi era in giacca e cravatta. “Mio padre mi ha accompagnato in auto,” mi ha detto Ed, senza dare alcun segno dell’imbarazzo che ci si potrebbe aspettare in una situazione del genere.
Ho iniziato chiedendogli perché. In sostanza, Edward è convinto che l’esperienza e le capacità di Trump nel mondo degli affari lo rendano il miglior candidato per guidare gli Stati Uniti. Mi ha citato il debito pubblico americano definendolo una minaccia alla stabilità mondiale e ha sostenuto che gli Stati Uniti abbiano bisogno di una politica fiscale conservatrice per poter affrontare altri problemi come quello del cambiamento climatico—a cui, ha detto, anche Trump ha iniziato a interessarsi di recente. “Se leggi qualche citazione di Trump,” mi ha detto Ed, “vedrai che la sua opinione sul cambiamento climatico è mutata nel corso degli anni. Non pensa affatto che non esista, come credono molti.”
: L’uso del leone negli emblemi reali risale alla dinastia normanna. L’araldica inglese si è sviluppata in modo preciso solo più tardi, durante il 12esimo secolo.
Il pensiero di Ed è un mix inusuale di neo-conservatorismo, ambientalismo e fede incrollabile nella monarchia britannica. “Una mia professoressa una volta mi ha buttato fuori dalla classe perché ho detto che l’Australia non sarebbe mai dovuta diventare indipendente. Penso che la regina sia il miglior capo di stato in cui si possa sperare,” mi ha detto, e poi ha indicato il suo fermacravatta d’oro a forma di leone—”il simbolo dell’impero britannico.”
Ho chiesto a Ed la sua opinione su alcuni degli aspetti meno tollerabili della megalomania di Trump, come il suo debole per razzismo, sciovinismo e discriminazione. Ed si è detto d’accordo sul fatto che Trump sia noto per dire spesso cose molto stupide, ma ha insistito sul fatto che questa fama sia dovuta soprattutto a fraintendimenti, citazioni scorrette e spacconate fatte volutamente per solleticare la destra americana. “A loro piace quel genere di discorsi,” mi ha detto.
Per essere chiari: Ed sostiene molte politiche che si potrebbero definire progressiste, compreso il matrimonio omosessuale. Nonostante questo, appoggia Trump in materia di immigrazione. “Guarda la Germania,” mi ha spiegato. “Angela Merkel ha lasciato entrare chiunque e il risultato è che i tedeschi vedono l’immigrazione in modo decisamente più negativo. Hanno associato l’Islam e i rifugiati e questo non ha aiutato nessuno dei due gruppi.” Invece, Ed crede che la politica di Trump sul rafforzamento dei confini possa dare sicurezza agli americani e portarli a essere più accoglienti.
Ed mi ha detto che gran parte dei suoi compagni di scuola rispettano le sue idee e che non ha rapporti con quelli che non lo fanno. Altrimenti, cerca di coinvolgerli in dibattiti e di “spiegargli meglio la campagna di Trump.” Quanto alla sua vita privata, “una bella serata per me è quella che passo a fare trading su internet e a gestire i miei siti,” mi ha detto. “Preferisco impegnarmi adesso e godermi la vita dopo.” Anche le ragazze secondo Ed non sono una priorità.
Mentre parliamo il padre di Ed, Mick, è seduto accanto a noi e mangia degli involtini primavera. Non ci ha mai interrotti né ha mai cercato di chiarire qualche punto. È solo rimasto ad ascoltare, a metà tra l’orgoglioso e il divertito. “Ed ha sempre avuto i suoi interessi e le sue opinioni,” mi ha detto Mick sorridendo. “A volte diventa un po’ pesante.”
Esaurito l’argomento, abbiamo fatto qualche foto e parlato degli altri interessi di Ed oltre a Trump e al razionalismo economico. Mentre lo fotografavo, Ed ha aperto un albero genealogico della sua famiglia che andava indietro di oltre 1000 anni. “Sono sempre stato molto interessato alla genealogia,” mi ha spiegato. “Ho anche scoperto che Guglielmo il Conquistatore è uno dei miei antenati.”
“Credimi,” mi ha detto Mick. “Se conosci Ed, sai che è vero.”
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