Qualche tempo fa mi trovavo a una festa piuttosto noiosa quando un mio amico mi ha raccontato che una volta a una festa ha fumato del crack. Non ci avevo mai riflettuto, ma istintivamente associavo questa droga a tipi di consumo molto lontani dalla mia esperienza—nella realtà, però, non è così.
Il crack è un parente stretto della cocaina, anzi, da un punto di vista farmacologico sono sostanze quasi identiche. La cocaina è un estratto della pianta di coca che viene raffinato fino a ottenere una polvere, mentre il crack si produce facendo coagulare quella polvere in cristalli solidi che possono essere fumati. Questo processo chimico rende il crack più concentrato della cocaina. La modalità di consumo, inoltre, rende l’effetto più potente e meno duraturo.
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Quali sono gli effetti del crack
“Gli effetti del crack possono differire da persona a persona,” ha precisato il dottor Félix Hever, tossicologo dell’ospedale universitario Brugmann di Bruxelles. In pratica, il crack attiva il sistema nervoso simpatico attraverso il rilascio di dopamina, noradrenalina e serotonina. Si tratta del sistema nervoso che regola la reazione di attacco o fuga, quindi i sintomi saranno simili a quelli di un attacco di stress—ritmo cardiaco accelerato, sudore, ipervigilanza.
“In parole povere, è come se il tuo corpo si preparasse a fare uno sforzo fisico enorme,” ha detto il dottor Hever. “A livello psichico, proverai uno stato di veglia e stimolazione intensa. Si tratta di sensazioni che associamo all’euforia, alla sicurezza di sé e alla disinibizione.”
Cocaina e crack saranno anche quasi la stessa cosa da un punto di vista chimico, ma il ruolo che ricoprono a livello sociale non potrebbe essere più diverso. Il crack è sempre stato stigmatizzato come droga sporca, usata da persone povere e nelle comunità marginalizzate, mentre la cocaina è vista come una droga alla moda, per ricchi, quasi uno status symbol.
Ciononostante, Herver ha rivelato che vede sempre più pazienti ricchi che usano il crack per la potenza del suo effetto. “Ma il rischio di sviluppare una dipendenza è considerevole e l’impatto—tanto fisico quanto psicologico—può essere devastante,” ha aggiunto. Breve elenco di alcune delle conseguenze fisiche dell’uso di crack: patologie polmonari, attacchi di cuore, ictus, psicosi, depressione ed epatite C (quando si condivide la pipa tra persone con ferite sulle labbra).
“Magari questo non dissuaderà nessuno,” ha proseguito il dottor Hever, “ma la mia opinione è che esistano droghe molto più pericolose e devastanti di altre, e il crack è una di queste.”
Ho parlato con alcune persone che conosco che hanno sperimentato il crack. I loro nomi sono stati cambiati per evitare ripercussioni legali.
“È un piccolo miracolo che io non senta il bisogno di rifarlo”
“Ho provato il crack circa cinque anni fa. Ero abbastanza infelice ed ero appena uscito da lavoro, così sono andato verso Soho per comprarmi un po’ di coca e farmi. D’istinto ho chiesto a un uomo senza tetto se conosceva qualcuno che me ne potesse vendere un po’. Lui si è tutto esaltato e mi ha convinto a dargli dei soldi per andarmela a prendere. Mi sono immediatamente sentito un idiota, credevo che mi avesse fregato. Ma cinque minuti dopo è tornato indietro con una busta.
Ho tirato fuori la carta di credito e lui mi ha fermato, dicendo che conosceva un modo migliore per farsela. Non avrei dovuto fare altro che metterla in una sigaretta e accendermela. Ho fatto un tiro e poi ho visto il tizio prendere una bottiglia e farci un buco. A quel punto ho capito che non mi stavo facendo della coca.
Avevo appena fatto un tiro bello grosso e ho iniziato immediatamente a sentire l’effetto. Improvvisamente tutto attorno a me ha rallentato, tutto era a posto e piacevole. Devo ammettere che è stato uno dei migliori viaggi della mia vita, anche se molto breve: dopo 15 minuti sono tornato a sentirmi più o meno come prima. Sono tornato a casa e basta.
Ho pensato a lungo e attentamente a quell’episodio e ho deciso di non rifarlo più. Tendo a vedermi come una persona propensa alle dipendenze, quindi è un piccolo miracolo che non senta il bisogno di rifarlo.” – James, 25 anni, Londra
“Ho sentito una specie di fischio attutito e mi sono reso conto che avevo preso qualcosa di veramente forte”
“Avevo 20 anni e mi ero appena trasferito a Berlino. Ho conosciuto un tipo e siamo diventati inseparabili. Lui mi ha fatto i miei primi tatuaggi e mi ha portato a molte feste. Con lui ho provato un sacco di droghe per la prima volta.
Avevo sempre creduto che il crack sarebbe stato off limits per me. E poi, una sera, sono andato a casa sua. Viveva con la sua ragazza, anche lei una sempre in giro per feste. Iniziamo a farci delle strisce, poi lui mi ha detto che sarebbe andato in un locale a spacciare. Io stavo chiacchierando con la sua ragazza e tutto andava per il verso giusto finché non ho iniziato a notare alcune stranezze.
Prima di uscire, il tipo aveva preso una bottiglia di plastica e ci aveva fatto un buco costruendo una specie di pipa. Ho chiesto che cosa ci fosse dentro, e lui e la sua ragazza mi hanno detto che la fumavano per ‘ricordare la vita precedente.’ Abbiamo continuato a parlare e, poco dopo, me la sono ritrovata in mano. Non ho fatto domande, ho solo fumato. Ho sentito una specie di fischio attutito e mi sono reso conto che avevo preso qualcosa di veramente forte. Mi è venuto immediatamente un forte mal di testa.
Ogni volta che passavo una nottata con quella coppia, finivo per drogarmi decisamente troppo—c’era davvero da preoccuparsi. Quella notte mi sono talmente sballato che non riuscivo ad andar via. Quell’esperienza fa parte della mia vita, ma non è un bel ricordo—di sicuro non mi ridurrò mai più in quello stato.” – Alexandre, 23 anni, Londra
“Il down è pessimo: mi sono sentito depresso e confuso riguardo alla vita”
“La prima volta che ho fumato il crack avevo 20 anni. Ero a Londra e cercavo una scusa per prolungare una serata di festa, quando ho incontrato un gruppo di persone che mi hanno invitato a un afterparty a casa loro.
Con il proseguire della nottata, ho iniziato a notare persone che fumavano qualcosa su un pezzo di carta stagnola. Non avevo mai visto nulla del genere, ma mi intrigava, così ho chiesto cosa fosse. Mi hanno risposto senza fare una piega che era crack e mi hanno offerto un tiro. Non ci ho nemmeno pensato, ho preso in mano la stagnola e ho fumato. Pochi minuti dopo mi è venuta una specie di reazione allergica—mi si sono gonfiate le labbra e mi sono venuti degli sfoghi cutanei sulla fronte. È stato terribile—ci ha messo una settimana a passare.
Dopo quella sera, non l’ho più rifatto fino a tre mesi fa, dopo essermi trasferito a Bangkok. Questa volta ero del tutto sobrio prima di prenderlo. È stato incredibile: mi sono sentito felice e sicuro di me allo stesso tempo. Non ho dormito, ricordo di aver fatto un pisolino di 10 minuti al massimo. Non avevo fame né sete. Ma poi, 12 ore dopo, mi sentivo cerebralmente morto; non ero neanche capace di conversare normalmente con il mio migliore amico. Volevo soltanto stare solo.
Un mese più tardi l’ho rifatto e l’esperienza è stata uguale. Il down è pessimo: mi sono sentito depresso e confuso riguardo alla vita. Molte persone [del mio giro] in Tailandia fumano crack, quindi ho deciso di smettere di frequentare quelli che me l’avevano offerto. Loro fumano quasi ogni giorno, anche se a vederli sembrano tutti precisi.” – Kevin, 27 anni, Londra/Bangkok
“Uno di loro mi ha passato una cosa tipo pipa ricavata da una bottiglia di plastica. Ho fatto un tiro senza pensarci su”
“È capitato l’estate scorsa, ero con un amico al Kiosk di Bruxelles [una radio autogestita che va in live-streaming da uno studio aperto in un parco]. Abbiamo incontrato un gruppo di persone stravaganti che avevano l’aria di sapersi divertire. Verso l’alba, ci siamo spostati a un afterparty a casa loro. Io ero già bello ubriaco, ma le cose andavano alla grande—gli uccellini cantavano, iniziava una bella giornata, erano tutti molto simpatici.
Quando siamo arrivati lì, ho visto due tizi armeggiare in cucina. Uno di loro mi ha passato la cosa—sembrava una pipa ricavata da una bottiglia di plastica. Ho fatto un tiro senza pensarci su. Ero molto ubriaco, quindi questa cosa mi ha tenuto sveglio per qualche altra ora. Non sapevo cosa avevo fumato.
Otto ore dopo, in metropolitana con il mio amico, abbiamo riepilogato la nottata e mi sono reso conto di aver fumato crack. Sinceramente, mi ha fatto ridere—avevo sempre associato il crack al puro degrado. Se lo proverei di nuovo? Non è una cosa che i miei amici fanno, quindi è improbabile che ricapiti.” – Nathan, 25 anni, Bruxelles/Londra
Se vuoi sapere di più sull’uso di droga e sui rischi connessi, consulta il sito danno.ch.