Crime

Il clan di un uomo che si fa chiamare El Chapo sta attaccando i territori di El Chapo

Un gruppo di sicari del cartello del narcotraffico vaga per le strade polverose che collegano i paesini dispersi tra le montagne. Gli abitanti del posto raccontano di decine di famiglie scacciate da uomini armati, avvertendo i forestieri di non avventurarsi da quelle parti.

C’è qualcosa che non quadra a Badiraguato, provincia situata tra le montagne dello stato di Sinaloa, Messico. Lì dove è nato uno dei più famosi boss criminali del paese: Joaquín “El Chapo” Guzmán.

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Gli ultimi casi di violenza potrebbero essere un segno che l’arresto del Chapo abbia infuso così tanto coraggio ai suoi vecchi rivali da fare un’incursione nel suo territorio, un tempo considerato impenetrabile.

Secondo quanto riportato da Rio Doce, un giornale locale, un gruppo di 150 uomini armati avrebbe addirittura saccheggiato la villa che El Chapo aveva fatto costruire per sua madre nel paesino di La Tuna.

Stando al giornale, tre persone sarebbero morte nel corso dell’assalto. Il commando avrebbe poi perlustrato due paesi vicini, Arroyo Seco e San José del Barranco, rubando auto ai residenti.

Citando fonti interne al governo di Badiraguato, il giornale Noroeste riporta che tra le 200 e le 350 famiglie sono fuggite per paura di ulteriori attacchi.

Gli sfollati sarebbero andati nel principale centro urbano della provincia, a diverse ore di auto dai villaggi rurali al centro del conflitto. Alcuni avrebbero abbandonato del tutto le montagne dirigendosi verso Culiacán, la capitale dello stato di Sinaloa.

Fonti non ufficiali hanno detto al quotidiano La Jornada che l’86enne madre del Chapo, Consuelo Loera, sarebbe stata trasportata a Città del Messico in elicottero.

“Si tratta di un attacco diretto contro la famiglia di Guzmán che non ha precedenti,” ha detto Javier Valdez Cárdenas, un giornalista di Rio Doce. “Potrebbe voler dire che i vecchi conti saranno saldati.”

VICE News non ha potuto confermare l’attacco di La Tuna in modo indipendente. Numerosi abitanti hanno però parlato di una nuova ondata di violenza, aggiungendo che la città sembra essere sull’orlo di una nuova guerra per il controllo del territorio.

“[La situazione] è molto tesa sulle montagne, molto pericolosa,” dice un residente di Badiraguato. “Ci sono episodi di violenza nei villaggi lassù e temiamo che questi possano presto raggiungere anche il capoluogo. La gente è fuggita da quella zona, li abbiamo visti arrivare qui in città.”

Il residente, che ha chiesto di mantenere l’anonimato per motivi di sicurezza, spiega che da qualche settimana l’atmosfera sulle alture si stava “surriscaldando”.

“Ci sono gruppi di uomini armati che girano per le montagne. Sono alla ricerca di bersagli specifici. Dicono alla gente di abbandonare le proprie comunità così che nessun innocente venga ucciso.”

La autorità si sono limitate a fornire vaghe informazioni riguardo a quello che sta succedendo nella zona. Giovedì scorso il governatore di Sinaloa, Mario López Váldez, ha confermato che un gruppo di uomini armati si è effettivamente “intrufolato” nella zona, aggiungendo però che gli omicidi e gli scontri armati non sono comprovati. Váldez ha descritto ciò che è avvenuto come “una disputa tra famiglie”.

Secondo la gente del posto, però, a Badiraguato neanche una faida famigliare può essere presa alla leggera.

Diversi residenti sostengono che gli attacchi siano stati ordinati da Isidro Mea Flores — noto come El Chapito, o El Chapo Isidro — uno dei nuovi leader del cartello di Beltrán Leyva.

Fondata da quattro fratelli cresciuti in zona, l’organizzazione del narcotraffico di Beltrán Leyva era un tempo alleata con El Chapo all’interno della Federazione di Sinaloa. Dopo l’arresto di Alfredo Beltrán Leyva, avvenuto nel 2008, i due gruppi sono diventati acerrimi rivali. Molti sostengono che l’esercito avrebbe scovato Beltrán Leyva grazie a informazioni fornite dal Chapo.

Il divorzio ha dato il via ad anni di lotte sanguinose all’interno dello stato, che hanno causato la morte di centinaia di persone e hanno finire tutti e quattro i fratelli Beltrán Leyva morti o in carcere.

Una fonte indica che Meza Flores avrebbe mandato un gruppo di suoi uomini per cercare e uccidere uno dei fratelli del Chapo Guzmán, e che la richiesta sia partita da uno dei figli di Alfredo Beltrán Leyva.

Leggi anche: Gli eredi di El Chapo: chi sono i 10 signori della droga più ricercati al mondo.

I fratelli Beltrán Leyva sono cresciuti a La Palma, un paese a circa tre chilometri di distanza da La Tuna. VICE News aveva visitato entrambe i paesi lo scorso gennaio, all’indomani della nuova cattura di Guzmán.

La strada sterrata che collega i due paesi costeggia una villa lussuosa nota come La Herradura (Il ferro di cavallo), che si dice appartenga a Alfredo Beltrán Leyva. L’enorme casa giallo-rossa costruita per la madre del Chapo è poco distante.

A gennaio fonti locali raccontavano che il boss avrebbe visitato la madre diverse volte durante i sei mesi di latitanza.

Se gli attacchi a quell’edificio fossero confermati si tratterebbe di un colpo a uno dei più importanti simboli dell’impero del narcotraffico che il Chapo ha creato e preservato per diversi anni nonostante gli sforzi della polizia.

Potrebbe essere il segnale che, mentre attende la sua estradizione negli Stati Uniti, il regno del Chapo Guzman sia giunto al capolinea.


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