Gli scienziati hanno scoperto le prime prove di uno stato di coscienza superiore e, come era facile aspettarsi, è successo nel cervello di persone in pieno trip.
Per lo studio, pubblicato sulla rivista specializzata Scientific Reports, i ricercatori dell’Università del Sussex hanno analizzato le scansioni cerebrali di volontari in salute, che hanno assunto una di queste tre sostanze psichedeliche: ketamina, LSD, o psilocibina, il principio attivo dei funghetti, o un placebo. (Un team dell’Imperial College di Londra e dell’Università di Cardiff aveva raccolto i primi dati.)
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Le scansioni andavano in cerca di piccoli campi magnetici prodotti nel cervello dei soggetti per misurare la diversità nei segnali neurali, o la complessità dell’attività cerebrale. La diversità nei segnali neurali è un indice matematico per il livello di coscienza; le persone che sono sveglie hanno un’attività cerebrale più diversificata di chi è addormentato, sotto anestesia o in uno stato vegetativo, per esempio.
I ricercatori hanno riscontrato che tutte e tre le sostanze producevano livelli più alti di diversità nei segnali del cervello, rispetto allo stato di “veglia” base osservato nelle persone che avevano preso il placebo. Hanno trovato cambiamenti simili nella diversità di segnale anche se le sostanze erano molto diverse da un punto di vista farmacologico, e hanno notato che le persone che raccontavano di aver avuto esperienze più intense, mostravano cambiamenti più importanti nei segnali del cervello.
Questo ovviamente non significa che le persone con una sostanza psichedelica in corpo pensassero in modo più filosofico o che quello in questione sia necessariamente uno stato cerebrale “migliore”; solo che il loro cervello operava a un livello diverso e più alto del normale.
“Durante lo stato psichedelico, l’attività elettrica del cervello è meno prevedibile e meno ‘integrata’ rispetto a uno stato di veglia cosciente normale,” ha detto Anil Seth, co-direttore del Sackler Centre for Consciousness Science all’Università del Sussex. “dato che queste misurazioni hanno già dato prova del loro valore nel cogliere il ‘livello cosciente,’ possiamo dire che lo stato psichedelico appaia come un ‘livello’ di coscienza più alto del normale — ma solo in relazione a questa specifica misura matematica.”
Il team vuole confermare i risultati ottenuti con metodi più sofisticati, ma, per quanto con la dovuta cautela, si dicono pieni di entusiasmo per la scoperta, specialmente perché questo studio potrebbe contribuire a una discussione informata sull’uso di queste sostanze sotto supervisione medica.
Robin Cahart-Harris, capo della ricerca in campo psichedelico all’Imperial College di Londra, una delle scuole che ha condotto l’esperimento originario, ha dichiarato che “i risultati dello studio in questione ci aiutano a comprendere che cosa succede nel cervello delle persone quando esperiscono un’espansione della loro coscienza sotto psichedelici. Le persone dicono spesso di avere intuizioni profonde sotto l’effetto di queste sostanze — e quando utilizzate in un contesto terapeutico, possono portare a risultati positivi. Le scoperte più recenti potrebbero aiutarci a capire come e perché succede.”
Per una “strana coincidenza,” come sottolineato dalla stessa pubblicazione, lo studio è uscito esattamente 74 anni dopo che Albert Hoffman, che ha sintetizzato l’LSD nel 1938, ha condotto il primo esperimento su se stesso con la droga. Il 19 aprile del 1943 è infatti ricordato come il “bicycle day” per il giro in bici che Hoffman fece fino a casa dopo quel fatidico trip da acido.
Questo articolo è apparso originariamente su Tonic.