Quanto sono tassati gli assorbenti in Europa rispetto all’Italia?

assorbenti in vendita al supermercato

Non sono una grande fan dei pacchi convenienza—non che mi diverta spendere tanto quando faccio la spesa ma, ahimè, non ho fisicamente posto in casa per otto fustini di detersivo o 42 rotoli di carta da cucina. L’unica eccezione che faccio è sugli assorbenti. Quando li trovo in offerta mi ci butto a capofitto e torno a casa soddisfatta del bottino che nascondo subito gelosamente, al riparo dalle grinfie delle mie coinquiline. Il perché ormai è abbastanza noto: il fisco italiano tassa tutti i prodotti igienico-sanitari femminili—insieme ad altri prodotti per l’igiene di cui abbiamo scritto qui e di cui parliamo sotto—come fossero beni di lusso, al 22 percento.

Intanto la scorsa settimana la Spagna ha annunciato che, a partire dal prossimo anno, l’IVA sui prodotti per l’igiene femminile come assorbenti interni, esterni e coppette mestruali passerà dal 10 al 4 percento, cioè la tassazione applicata ad altri beni di prima necessità.

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Solo poche settimane prima aveva fatto notizia l’iniziativa del governo scozzese che prevedeva la distribuzione gratuita di assorbenti alle studentesse nelle scuole e nelle università, per combattere la cosiddetta “period poverty”. Dopo una fase di test iniziale su un’area limitata, l’iniziativa verrà ora estesa a tutto il paese.

Nel resto d’Europa non mancano altri casi virtuosi: in Francia, ad esempio, la tampon tax è stata ridotta nel dicembre 2015 passando dal 20 al 5,5 percento—anche se i prezzi continuano a essere elevati. In Belgio è passata dal 21 al 6 percento nel 2018, mentre nei Paesi Bassi era già al 6 percento.

È del 2000 la decisione del governo britannico di ridurre drasticamente la tassazione sui prodotti per l’igiene femminile dal 20 al 5 percento. L’Irlanda non applica alcuna sovrattassa agli assorbenti, nonostante una normativa UE successiva alla decisione irlandese imponga la tassazione ridotta (ma non nulla) sui prodotti igienico-sanitari.

In Italia, nonostante la proposta di legge di Possibile per ridurre l’imposta risalga ormai al 2016, nulla è cambiato. Ma per cercare di capire meglio la situazione fiscale sul mercato italiano, è necessario fare chiarezza sulle aliquote previste per gli altri beni e servizi in Italia. L’IVA al 22 percento si applica a mobili, trattamenti di bellezza, apparecchi informatici, abbigliamento, acqua minerale in bottiglia ed elettrodomestici—oltre a pannolini per bambini, carta igienica e assorbenti. Un’aliquota inferiore, al dieci percento, viene applicata tra gli altri a carni, yogurt, conserve vegetali, medicinali, ristoranti, bar e alberghi, gas ed energia elettrica non per usi industriali. E infine, all’aliquota al 4 percento corrispondono beni essenziali come generi alimentari di prima necessità (tra i quali pane, farina, pasta, latte fresco, riso), giornali, periodici, libri, apparecchi ortopedici, protesi dentarie, occhiali da vista.

Come in Italia, anche in Danimarca, Svezia e Norvegia la tassa rimane molto alta. In questi tre paesi è al 25 percento, e raggiunge il 27 percento in Ungheria.

Nel resto del mondo, il Canada ha abolito la tassazione nel 2015, a seguito di una petizione presentata al governo. La stessa cosa è accaduta nello stato di New York nel 2016 e in Australia dove da ottobre 2018, si è passati da un’imposta del 10 percento all’eliminazione della tassa, in seguito a 18 anni di proteste. Negli altri stati USA, le imposizioni fiscali sui prodotti per le mestruazioni variano, ma negli anni recenti anche Maryland, Massachusetts, Minnesota, New Jersey e Pennsylvania hanno abolito la tampon tax.

Il Kenya, considerato un leader globale in fatto di tassazione sui prodotti femminili, ha diminuito la tassazione sin dal 2004 per ridurre il prezzo finale alle consumatrici e, dal 2011, ha attuato un progetto in collaborazione con ZanaAfrica per distribuire gratuitamente assorbenti nelle scuole. Dopo accese proteste e manifestazioni, anche in India, da luglio 2018, la tassazione del 12 percento sugli assorbenti è stata completamente abolita.

Insomma, i paesi da cui prendere esempio non mancano. Chissà se un giorno gli assorbenti preziosi nascosti sotto il letto e in fondo all’armadio saranno solo un lontano ricordo.