L’idea comune sul sexting è che gli uomini mandano una caterva di foto del pisello non richieste, mentre le donne riescono a farlo solo con livelli stratosferici di intimità. Ma, ehi, sorpresa: la realtà è diversa e, nonostante gli uomini possiedano maggiore nonchalance nel richiedere foto di nudo, poi tutti quanti le inviano con la stessa frequenza—a conferma che questi ruoli nel sesso sono convenzioni da abbattere un po’ (di sexting) alla volta.
Se però siete persone dotate di pene e in passato non vi siete sentite così forte nel sexting, sotto trovate una guida.
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Per redigerla—visto che sono un povero disperato come tutti— mi sono rivolto a un pool di esperti: Daniel Giunti, sessuologo; Frida ed Eleonora di Wovo, sex toy e lingerie store tra i più noti di Milano; Carlotta Vagnoli, sex columnist, ed Emanuel Amabilis, che ha collaborato col magazine Stai Zitta!
PRIMA REGOLA DEL SEXTING: EMPATIA
Il primo comandamento generale quando si parla di sesso, e quindi anche di sexting, è quello di tenere presente che lo state facendo con un altro essere umano. Avete presente la poesia Ed è subito sera di Salvatore Quasimodo, “Ognuno sta solo sul cuor della terra”? Nel sexting dimenticatevi il solipsismo.
L’opinione delle persone che ho interpellato per questa guida è univoca e fiscale: cercate di capire chi avete di fronte, quali sono i gusti del vostro partner, e abbiate la delicatezza di limitare i vostri se cozzano con i suoi (il che non significa annullarli, ma semplicemente creare un dialogo). Prima di prendere iniziative, insomma, chiedetevi sempre se quello che state per fare sarà piacevole o stimolante anche per l’altro. Non limitatevi ad affermare le vostre intenzioni, o a fare richieste con insistenza.
Vi sembra una banalità? Vi stupirebbe conoscere l’entità di immagini, fantasie kinky egoriferite e richieste che molti (donne soprattutto) ricevono contro la loro volontà. Secondo Carlotta, se siete maschi etero, una buona regola è quella di lasciare inizialmente un po’ di campo alla partner: “fate in modo che sia lei a guidare il gioco, a scegliere il territorio. Le darete una bella chance di sentirsi a proprio agio, e di fidarsi.”
TEASING NON SIGNIFICA ACCOLLO
Dalle interviste e conversazioni che ho condotto emerge che esistono due momenti nel sesso via smartphone: il teasing, e il sexting vero e proprio. Un sacco di persone si divertono a scambiare immagini intime nei momenti più inaspettati della giornata, e può essere molto divertente. L’importante è capire il momento, e non pretendere che l’altro sia a completa disposizione se vi arrapate. Tentare continuamente di trasformare il teasing in sexting è una scesa. Cosa che a quanto pare molti uomini, sia etero che gay, non riescono a capire.
“Se sono a casa malato,” mi ha detto Emanuel, “non significa che esista l’invito implicito: ‘sono in pigiama, facciamoci le seghe!’. Se vedi che non ti sto dietro, e che non rispondo alle tue continue foto o domande, non insistere. Mollami un attimo, e riprendiamo al momento giusto.”
Secondo Eleonora di Wovo, una buona soluzione è quella di creare un codice di comunicazione: “Ultimamente mi sento con un ragazzo, e ci scambiamo foto in diversi momenti della giornata. Ma abbiamo la buona abitudine di indicare quando una foto è NSFW, del tipo ‘non aprire se sei sul divano con tua nonna’. Così uno può vedersela quando vuole, e dettare i propri tempi.”
ANDARE PER GRADI, E CREARE UNA NARRAZIONE (MA ANCHE NO)
Come mi ha spiegato il professor Giunti, la sessualità maschile è generalmente segnata da due tratti distintivi: è “rapida, e fortemente visiva.” Facciamocene una ragione. Ma al tempo stesso cerchiamo di utilizzare le informazioni che ci fornisce la scienza per progredire: il fatto che basti una foto come spinterogeno, e due frasi sessualmente affermative come Avgas, non significa che questo avvenga anche per l’altra persona.
Quindi respirate in un sacchetto, asciugatevi la fronte, e cercate di andare per gradi. “Se uno mi parte in scivolata con la sua fantasia sessuale spinta, d’emblée, la mia prima reazione è di irrigidirmi,” spiega Carlotta. “Perché non sono ancora a quel punto: arriviamoci con calma, fai eccitare anche me prima.”
“A me,” dice Frida di Wovo, “piace quando si crea una narrazione durante il sexting. Perché mi dà l’idea che la persona con cui sto facendo sexting si stia prendendo il giusto tempo per godersela insieme a me. Esattamente come nella vita reale. Quindi descrivere quello che vorrebbe facessimo nei dettagli, partendo dall’inizio.”
Secondo l’esperienza di Emanuel, questi consigli potrebbero non funzionare per il sexting tra uomini gay. “Credo che generalmente i partner omosessuali siano più diretti in questo genere di cose. Io, ad esempio, trovo noioso mandarla molto per le lunghe. Il sexting gay è molto più concreto, secondo me, da questo punto di vista. Quindi il mio consiglio è di non farla scendere girando troppo attorno alle cose.”
FARE UNA BUONA DICK PIC
“Per gli uomini,” spiega il professor Giusti, “inviare una foto o un video del proprio pene mira bene o male ad ottenere due risultati: invogliare uno scambio con i partner, e al tempo stesso ricevere rassicurazioni e apprezzamento.” Ma ecco la brutta notizia: non a tutti piace ricevere la foto di un pene.
Per molte persone, sia donne etero che maschi gay, la semplice foto può non essere stimolante. Buona regola, quindi, è capire prima se questo genere di contenuti è apprezzato: se non lo è, evitate prontamente di riempire la galleria fotografica del partner con primi piani del vostro glande. O provate delle varianti, meglio se precedute da una frase che faccia intuire cosa sta per arrivare: per alcune delle ragazze che ho intervistato e che qui non sono citate, la foto di un’erezione ben protetta dai pantaloni è di gran lunga preferibile—e più stimolante.
Se invece frequentate o vi sentite con qualcuno a cui piacciono le foto del vostro pisello, dovete comunque prestare attenzione a come farle. Perché non basta la presenza, a fare una buona foto. “Nel sexting è sempre bene tenere presente un minimo di qualità,” mi dice Frida. “Non c’è niente di peggio di una foto fatta di fretta, magari con i pantaloni slacciati male, e lo scroto compresso nei jeans che si vede sullo sfondo.” Quindi cercate di controllare un attimo i dettagli, anche esterni, quando scattate: “se sullo sfondo dell’immagine si vedono i tuoi calzini sporchi, o il televisore con Maria De Filippi, me la fai scendere,” ha aggiunto Emanuel.
Una buona regola, secondo Eleonora, è quella di non fare la foto in POV. Usate l’autoscatto, provate varie prospettive (“dal basso verso l’alto è meglio,” mi dicono), e non limitatevi a mandare scatti in cui semplicemente ve lo tenete come se fosse un mestolo. Non dimenticatevi, poi, i video, che secondo Carlotta sono la soluzione migliore: “Ad una foto spesso preferisco un breve video del mio compagno che si masturba. Specie se sta per finire.”
SPERIMENTARE
A quanto pare, il materiale per lo scibile del sexting che gli uomini non esplorano è inquantificabile. Molti, ad esempio, quando scoprono che l’altra persona non ama le foto o i video espliciti, semplicemente smettono di inviarne di qualsiasi tipo.
“Questo forse avviene,” ha osservato il professor Giunti, “perché è possibile che molti uomini non trovino valorizzabile il proprio corpo, al di là dei genitali. Spesso ignorando il fatto che invece i partner apprezzerebbero molto ricevere altre tipologie di immagini.”
Le soluzioni sono infinite: gambe, glutei, mani, un’espressione del volto, una semplice foto del petto mezzo nascosto dalle coperte, la già citata erezione sotto i pantaloni. “È molto sexy anche il non visto,” mi ha detto Frida. “Fatevi un video mentre vi state masturbando, ma non inquadrando il pene. Spesso è molto più eccitante di una foto buttata lì.”
E poi ci sono gli audio. “Sono rarissimi i ragazzi che li inviano,” mi hanno detto le ragazze di Wovo. “E invece sono fatti proprio per rendere meno fredda l’interazione tecnologica. Anche gli accenti possono essere sexy. Quindi, senza fare i pagliacci, sfruttateli.” Se siete in cerca di ispirazione, la rete è piena di audio porno caricati su apposite piattaforme da comuni utenti (e professionisti, ok).
In generale, comunque, il consiglio di base è uno: non abbiate paura di essere ridicoli, e cercate di sperimentare il più possibile, in base alla cornice sessuale che create col partner.
CONSIGLI TECNICI GENERALI
Di seguito una serie di consigli buoni per qualsiasi situazione e qualsiasi persona:
– Anche se non siete dei bravi fotografi, ricordatevi almeno di pulire la fotocamera del telefono;
– Le emoticon la fanno scendere al 99,9 percento della popolazione mondiale. Niente diavoletti, niente sorrisi maliziosi, niente goccioline;
– Ricontrollate il messaggio prima di inviare, e non solo per l’ortografia: sbagliare il destinatario della foto o pubblicarla direttamente nelle stories non è poi così impossibile;
– Se una particolare richiesta è andata a vuoto, non insistete;
– Se state facendo sexting con una persona in cui non riponete la massima fiducia, utilizzate i sistemi di messaggeria istantanea che permettono di inviare foto temporanee. E magari evitate la faccia.
Ma soprattutto: abbiate il coraggio di chiedere scusa.
Può capitare un fraintendimento durante il sexting—cose come chiedere, dire, o fare qualcosa di sgradevole per il partner. In questo caso, sempre per la regola dell’empatia, l’importante è la comprensione e la cura dell’altro. Non nascondetevi dietro il vostro paravento: chiedete scusa all’altra persona, e domandatele come l’ha fatta sentire quel comportamento inopportuno.
Importante: quando si tratta di sexting, se “l’utilizzo del social (o delle fotografie) coinvolge minorenni o esce dalla sfera di controllo dei soggetti interessati, la vicenda può diventare penalmente rilevante.”
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