Nella notte tra sabato 19 e domenica 20 giugno si è svolta quella che molti giornali italiani hanno definito “la prima serata covid-free in discoteca della nostra Penisola.” L’evento, chiamato “The vibe is on,” ha avuto luogo non in Italia—dove la discussione del governo sulle riaperture dei locali in zona bianca è ancora in corso—ma nella Repubblica di San Marino.
Secondo quanto riportato, all’evento erano presenti più di 2.700 persone: non solo sammarinesi, ma anche molti italiani e altri stranieri. La Repubblica ha parlato di vero e proprio “pellegrinaggio” verso San Marino.
Videos by VICE
A confermarlo è Roberto, 36 anni, sammarinese, che già durante il preserata racconta di aver notato molta più gente nei bar di San Marino e nei dintorni del San Marino Shooting Club, il campo di tiro a volo per l’occasione adibito a club.
“C’erano soprattutto molti italiani della zona, e credo che per noi sammarinesi la più grossa novità sia stata che per divertirsi ‘la Riviera’ è venuta da noi e non viceversa,” racconta Roberto. L’evento, infatti, è stato organizzato dai gestori italiani di Musica Riccione e dalla Segreteria di Stato per il Turismo della Repubblica di San Marino. “Era più entusiasmante la portata dell’evento in sé, non tanto la questione delle maggiori libertà [sottolineata dai media italiani], dato che a San Marino siamo da tempo avanti coi vaccini e sul ridotto utilizzo delle mascherine,” continua.
Sul sito dell’ISS, l’Istituto per la Sicurezza sociale di San Marino si legge infatti che nella Repubblica è stato già “superato il traguardo della completa immunizzazione di oltre il 70 percento della popolazione vaccinabile.” In un certo senso, l’evento “The vibe is on” potrebbe rientrare in quella strategia turistica di San Marino avviata a maggio con l’iniziativa del cosiddetto “turismo vaccinale”, che permette a stranieri—italiani esclusi—di acquistare dei pacchetti di pernottamento con annessa dose di Sputnik.
L’evento ‘The vibe is on’ con Sven Vath a San Marino
Dopo aver comprato con anticipo la prevendita di 30 euro, per accedere all’evento “The vibe is on” per la maggior parte dei sammarinesi “bastava presentare la tessera rilasciata ai vaccinati che usiamo in Repubblica,” spiega Roberto; per tutti gli altri era necessario esibire un certificato di vaccinazione o di guarigione dal Covid, oppure un tampone negativo eseguito entro le 48 ore precedenti.
Arrivati all’evento, poi, l’utilizzo della mascherina negli spazi all’aperto era consigliato ma non obbligatorio.
“Io sono arrivato un po’ dopo dell’orario di apertura, e non ho avuto grossi problemi di fila all’ingresso o di calca in generale: c’erano migliaia di persone, ma lo spazio non mancava. Lo dico perché uno magari guarda solo le foto e basta,” continua Roberto.
“Ognuno poteva viversela come preferiva, e io per esempio ho passato la maggior parte del tempo a parlare con diversi gruppi di amici, sia sammarinesi che della Romagna: ovviamente erano tutti molto felici di fare una serata del genere dopo un anno e mezzo.”
L’età dei partecipanti era molto variegata: c’erano persone molto giovani, ma anche quaranta-cinquantenni. “Questo perché c’erano dei deejay molto noti, che hanno avuto il loro picco negli anni Novanta-Duemila, e andavano ciclicamente nei locali della zona come il vecchio Cocoricò,” racconta Roberto.
Il nome di punta della serata era Sven Väth, che sulla sua pagina Facebook ha pubblicato alcuni scatti scrivendo: “Un test per dimostrare che la ripartenza in sicurezza e possibile. Spero che questo sarà seguito da altri esempi positivi e che potremo di nuovo ballare insieme.”
Gli esperimenti per far ripartire le serate in discoteca
Negli ultimi mesi abbiamo assistito a diversi “esperimenti” per far ripartire i grossi eventi dal vivo. Quello di San Marino non era un vero e proprio test, ma su VICE abbiamo per esempio parlato delle due serate dello scorso maggio al club Bramley-Moore Dock Warehouse di Liverpool con seimila persone, dove non erano previste misure di distanziamento fisico né contemplato l’obbligo di indossare la mascherina.
O ancora, il concerto lo scorso aprile della band Love of Lesbian a Barcellona, con circa 5mila persone; e lo scorso marzo il festival “Fieldlab” a Biddinghuizen (vicino Amsterdam) con circa 1500 persone, che ha dato il via a un esperimento promosso dal governo olandese.
Tutti i partecipanti a questi esperimenti sono stati monitorati anche successivamente, e secondo i risultati attualmente noti, non c’è stato alcun impatto significativo del COVID: al concerto di Barcellona, per esempio, si sarebbero registrati solo due contagi.
Quando riapriranno le discoteche in Italia?
In Italia, come accennavamo, per le riaperture delle discoteche non c’è ancora una data ufficiale. Al momento è in discussione l’1 luglio, ma pareri e dichiarazioni circolate negli ultimi giorni sono contrastanti.
Quello che attualmente si sa è che lo scorso 8 giugno, al Ministero della Salute si è svolto un incontro tra il sottosegretario Andrea Costa e i gestori delle discoteche per discutere delle nuove regole per i locali in zona bianca. Tra queste, ci sarebbe l’accesso consentito solo tramite green pass.
Ad oggi, secondo il ministro della Salute Speranza bisogna “farci guidare sempre dalla scienza” e aspettare un ulteriore parere del Comitato tecnico scientifico che, come riporta il Corriere della Sera, potrebbe discuterne in via d’urgenza nei prossimi giorni.