Lasciatemelo dire: buttare giù della vodka con piglio scientifico in un pomeriggio è quello che speravo davvero di fare da grande.
Da qualche mese girano su Tik Tok parecchi video di gente che filtra vodka per dimostrare che una caraffa filtrante—quelle per l’acqua per intenderci— può migliorarne il sapore. Il risultato all’assaggio è un generale stupore. Quello che viene detto nei video, in sostanza, è che le impurità presenti in maggiori quantità nelle vodke di basso livello, dette congener, con la filtrazione spariscono.
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Il trend è partito dal video di due ragazzi che dicono: “Wow, non sa di niente!” e “Beh, sa di acqua!”. Inutile dire che un trend così era piuttosto facile da far partire. E così abbiamo 68,3 milioni di views a riguardo.
Le vodke premium vengono distillate molte volte per togliere la maggior parte delle impurità e alcune vengono filtrate a carboni attivi.
In realtà non è niente di nuovo. Nel vecchio mondo, quello dominato dalla tv e dai programmi più disparati per sollazzare i nostri animi perversi, ne esisteva uno che cercava di confermare o distruggere miti comuni: MythBusters. In uno degli episodi si cerca proprio di capire se della vodka da due soldi filtrata una e più volte con una caraffa a carboni attivi sia indistinguibile da una vodka premium. Notate che spesso le vodke premium si giudicano in base alla loro purezza, cioè al fatto che non sanno di nulla e sono lisce come l’acqua naturale.
Spoiler: sì, anche a loro sembrava che il sapore migliorasse, ma una ricercatrice ha prontamente smentito la cosa: non c’era alcuna differenza chimica tra la vodka disgustosa di base e quella filtrata sei volte.
Ed è così che per spirito galileiano ho deciso di fare l’esperimento anche io. Abbiamo preso una caraffa filtrante, della vodka di medio-bassa qualità—pagata 13 euro— e alle 15 del pomeriggio, dopo un piatto di pasta al sugo, ho cominciato a filtrare. Lasciatemelo dire: buttare giù della vodka con piglio scientifico in un pomeriggio è quello che speravo davvero di fare da grande.
Per fare le cose fatte bene decido che gli assaggi debbano essere tre: vodka liscia, filtrata una sola volta e filtrata due volte. È solo dopo che scopro come alcuni pensano che vada filtrata: almeno quattro volte. Quindi la sera ho buttato giù un altro bicchiere filtrato sei volte, per essere sicuri di aver fatto le cose a modo.
Torniamo allora alla nostra vodka filtrata in casa. Una caraffa la rende veramente migliore? Tecnicamente no, ma di certo la rende più chiara
Il risultato è stato decisamente strano. Ammetto che dopo aver assaggiato la vodka non filtrata e subito dopo quella filtrata una volta è stato uno shock: molto del saporaccio era sparito e la texture non era come acqua, ma decisamente più sottile. La cosa più strana è che invece quella filtrata una seconda volta sembrava avere di nuovo alcuni dei sapori di quella originale e anche un aspetto più torbido.
L’ho assaggiate entrambe gelate e poi a temperatura ambiente e non cambiava: la texture di quella filtrata era più liscia così come il gusto leggermente più morbido sia in versione fredda sia in versione calda. E filtrarla sei volte mi sembrava abbastanza inutile: sapore e texture erano come quelle filtrata una sola volta.
Per inciso: l’acqua filtrata, dopo la vodka, sapeva di vodka.
Ma perché succede?
Lezioni base di chimica sulla distillazione e sulla vodka. La vodka è uno spirito che viene generalmente fatto a partire da grani o patate: quelle terrificanti in genere sono di patate. Durante la fermentazione, necessaria per quasi tutti i distillati, viene prodotto etanolo. Alcol buono, in sostanza. Ma in misura troppo bassa perché si possa fermentare e poi imbottigliare, quindi entra in gioco la distillazione, che aumenta il grado alcolico.
E qui sta l’inghippo: la distillazione prevede in sostanza che il liquido bolla e l’etanolo bolle a 78 gradi, non a 100. Però la fermentazione non sviluppa solo etanolo. Ci sono un sacco di altri elementi che vengono prodotti, detti congeners: acidi, altri tipi di alcool come l’isobulitico, aldeidi, esteri e chetoni. E questa roba a volte bolle a una temperatura anche inferiore a 78 gradi, quindi è molto difficile da controllare.
Ora, ci sono dei distillati come rum e whisky dove alcuni di questi congeners ci sono e servono a dare sapore, ma noi la vodka la vogliamo purissima come l’acqua, no? D’altronde “vodka” nelle lingue slave significa “acqua”.
Quello che succede, praticamente, è che le vodke premium vengono distillate molte volte per togliere la maggior parte di queste impurità e alcune vengono filtrate attraverso cellulosa o carboni attivi.
Nonostante questo non ci sono molti studi su queste impurità che svaniscono grazie a distillazioni e filtrazioni. Anzi, in uno dei pochi studi si dice come “non sembra che multiple distillazioni o filtrazioni a carboni attivi influiscano sulla bontà e la purezza finale del prodotto.” Piuttosto, dice ancora lo studio, lo fanno gli ingredienti di base e il processo di fermentazione.
Torniamo allora alla nostra vodka filtrata in casa. Una caraffa filtrante la rende veramente migliore? Tecnicamente no, non toglie molte impurità, ma di certo le assottiglia un po’, rendendola più chiara e dalla texture più leggera.
Ha un gusto migliore? A me sembra di sì, ma potrebbe non valere nulla: un chimico dell’università di Cincinnati, l’ingegner Dale W. Schafer, qui dice che la relazione tra struttura e gusto è solo un ipotesi, che non ci sono effettivi studi sulla percezione del meglio grazie a una consistenza più acquosa. Insomma, si sfocia nella neurogastronomia.
Ah, per inciso: la gradazione alcolica è uguale e no, non previene l’hangover come si dice in molti video su Tik Tok.
Mettiamola così: il costo della vodka economica e quella dei filtri alla fine è maggiore di una bottiglia di vodka premium che va da 35 ai 50 euro. E in fondo la vodka filtrata non è un granché, però devo ammettere che l’acqua che sa di vodka ti rallegra la giornata.
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