Chi ha votato il Front National di Marine Le Pen?

Ormai vi è ben chiaro: le Elezioni Europee di ieri hanno visto innanzitutto la crescita del fronte euroscettico. La cosa è particolarmente evidente in Francia—se il sondaggio IFOP del 20 maggio dava il Front National di Marine Le Pen al secondo posto (col 20 percento) dietro all’UMP (21 percento), i risultati hanno superato di gran lunga le previsioni. Il Front National ha riportato una vittoria schiacciante registrando il 26 percento delle preferenze, staccando l’UMP di sei punti percentuali.

Tra i social network in cui nelle ultime ore ci si dà pacche ci sarà probabilmente anche Lespatriotes.net. Nato in sordina lo scorso 8 maggio, si tratta di una piattaforma dove invece interagire con amici e conoscenti, si incontrano solo sostenitori dell’estrema destra, fondamentalisti cattolici, patrioti arrabbiati e una vasta gamma di gente variamente inquietante.

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Dopo qualche giorno di stallo per un attacco di troll, dal 16 maggio il sito è tornato online e visitando l’homepage si viene immediatamente travolti da un’ondata blu scuro. Il design del sito segue ovviamente i dettami patriottici: qualsiasi colore che non sia tra quelli della bandiera francese è stato apparentemente bandito. Ma l’accoglienza è comunque molto calorosa, con Marine Le Pen ritratta in un grande abbraccio.

Qual è il destino di questa piattaforma? Lespatriotes.net può essere definito un social network, sapendo che i profili sono filtrati iscrizione per iscrizione? Saremo in grado di trovare dei veri patrioti su Lespatriotes? Ho contattato Thierry Devars, docente e ricercatore presso il Celsa e specialista in comunicazione politica su Internet, per farmi illuminare su questi temi.


Foto profilo di uno degli utenti di Lespatriotes.net

VICE: L’8 maggio il Front National ha lanciato un social network militante, Lespatriotes.net. Secondo te, a cosa punta il partito con questo strumento? 
Thierry Devars: Probabilmente FN vuole rendersi più visibile nello spazio pubblico. È anche un modo per adattarsi all’epoca digitale e dimostrarsi al passo con i tempi—anche se FN non aveva nessun ritardo in questo senso. Tutto ciò si unisce alla strategia generale di Marine Le Pen, che vuole conciliare il suo discorso politico con le sfide della modernità. Lespatriotes.net è uno strumento piuttosto convenzionale di marketing politico.

Quando ci si registra sul sito vengono richieste alcune informazioni personali, comprese religione e livello di istruzione. Non sarà un modo per raccogliere dati sui nuovi militanti di FN? 
Senza dubbio, e si tratta di un metodo efficace. Nei partiti di estrema destra si registra un attivismo digitale molto diffuso; conoscendo meglio gli attivisti, i partiti non potrebbero che sviluppare strategie politiche migliori.

Qual è la differenza tra Facebook e Twitter e un social network per i militanti come Lespatriotes.net? 
Gli obiettivi non sono gli stessi. Non c’è lo stesso margine di manovra. Su Facebook l’utente ha molte opportunità per esprimersi, mentre su questo sito le libertà sono limitate. L’uso dei social network in politica è più un mezzo di mobilitazione che di “espressione.” 

Il che, trattandosi di un social network, è piuttosto paradossale—ma potrebbe essere rappresentativo del FN. Partendo proprio dal fatto dei profili filtrati e attentamente selezionati, ci si potrebbe chiedere qual è il ruolo del dibattito all’interno del Front National.

Ciò che lo differenzia dagli altri social network è anche l’aspetto ludico. È necessario guadagnare punti tenendo in vita la comunità, condividendo contenuti, facendo aderire nuovi membri. Un modello del genere può funzionare? 
Certo. Ti ricordi quando nel 2009 Ségolène Royal ha fatto ridisegnare il suo sito web? Il design era fuori tempo massimo. Tre anni prima sarebbe stato innovativo. Le cose cambiano molto velocemente in questo settore. Con questi strumenti ludici FN fa notizia, ed è un modo per distinguersi.


Tema: mobiliazione.

Se Lespatriotes.net avesse davvero successo, gli altri partiti dovrebbero imitarlo?
Non credo sia un’idea geniale, investire nella creazione di un social network. È costoso; e se si tratta solo di ampliare la base elettorale, non è un approccio pertinente. Ma se si tratta di creare uno strumento efficace per mobilitare i militanti, ovvero un mezzo di comunicazione interna, può essere interessante. Detto questo, non vedo il senso di creare tali piattaforme al di fuori dei periodi di campagna elettorale. Le pagine Facebook dei politici dovrebbero essere sufficienti.

La cosa strana è che sul sito non compare il logo di FN. Il sito sostiene di essere “aperto a tutti i patrioti francesi.” Però la pagina di Facebook corrispondente afferma chiaramente che la rete sostiene la causa del partito. Che interessi ha FN nel portare avanti una comunicazione ambigua? 
Si tratta di una strategia di comunicazione piuttosto comune. È un modo di parlare a quante più persone possibile. Marine Le Pen lo dice esplicitamente, mira al potere. Per fare ciò ha bisogno di espandere la propria base elettorale. Il termine “patriota” ha una definizione abbastanza ampia da risultare attraente. Lascia il beneficio del dubbio. 

Il Front National è il partito francese più presente su Facebook: Marine Le Pen ha oltre 350.000 fan e FN ne conta 153.000. Come si spiega questa notorietà rispetto ai partiti tradizionali come il PS e l’UMP? 
Penso che il problema sia legato alla storia della politica su Internet. Il parco mediatico francese è stato a lungo dominato dalla televisione e i media tradizionali sono molto selettivi sui partiti da rappresentare. Quando internet è entrato a far parte delle dinamiche sociali, i rappresentanti dei partiti marginali o secondari hanno trovato uno spazio per far circolare le proprie idee. La loro notorietà è legata a una motivazione storica.

Questa popolarità non è una diretta conseguenza dell’età degli attivisti, più giovani rispetto a quelli degli altri partiti? 
Non credo. Un elettore FN su cinque ha tra i 18 ei 25 anni. Ma si potrebbe dire lo stesso dei cosiddetti partiti tradizionali.

L’UMP [Unione per un Movimento Popolare, di cui era presidente Sarkozy] aveva già lanciato un social network a gennaio del 2010, Les Créateurs de possibles, che si è poi rivelato un flop. Contava solo 15.000 membri, anche se il progetto era costato un milione di euro. Lespatriotes.net ha maggiori probabilità di sopravvivere, visto che FN è relativamente più popolare su Internet? 
Dipenderà dal contesto. L’utilizzo dei media è sempre legato a quello che succede nell’attualità. Ci sono dei periodi più favorevoli per la creazione di una rete del genere, per esempio le elezioni. Il social network dell’UMP è stato lanciato tre anni dopo l’elezione di Sarkozy, in un momento di forte impopolarità. I risultati alle elezioni regionali non erano stati dei più positivi. Quindi non deve sorprendere che sia stato un flop.