Durante le vacanze di Capodanno del 2005, i superiori del soldato semplice Andrei Sychyov lo legarono alla sedia e lo picchiarono ripetutamente per ore e ore, interrompendo solo per mantenere alto il loro stato di ebbrezza. Quando tutto finì, a Sychyov fu detto di non proferire parola sull’accaduto. Lui non si lamentò e i dottori che lo visitarono non denunciarono il suo stato.
Pochi giorni dopo, nei punti in cui era stato maggiormente percosso comparve una cancrena. Andrei Sychyov non è morto solo perché gli amputarono entrambe le gambe e i genitali.
Quando questo episodio di selvaggio maltrattamento ad opera dell’Esercito Russo ha fatto la sua comparsa su tutti giornali, è stato tralasciato un dettaglio tanto macabro quanto comune: gli ufficiali hanno violentato ripetutamente il povero coscritto.
La parola “iniziazione” non riesce a trasmettere il terrore della dedovshchina, ovvero “la supremazia dei nonni” nell’Esercito Russo. Dedovshchina non è uno scherzo in cui le vittime sono forzate a ingurgitare barili di birra fino a vomitare. Dedovshchina è quello che accade quando il corpo ufficiale perde l’autorità e i diciannovenni arruolati iniziano a comandare sui diciassettenni e i diciottenni. È peggio che arruolarsi in Cecenia. Un ex soldato, Vlad, ha raccontato a VICE che “al nostro primo giorno in caserma, tutti ci gridarono contro: state ben attenti adesso, perché sarà un inferno.”
Molti soldati prima o poi ricevono questo avvertimento: l’Esercito Russo conta mediamente qualcosa come 500 suicidi all’anno, pari a circa 45 soldati su 100.000. Negli Stati Uniti se ne contano circa 17 su 100.000. Secondo alcuni, il sistema di dedovoshchina è la prima ragione di suicidio. Più di 10.000 soldati disertano ogni anno per la stessa ragione. Altri impazziscono, come due militari di leva che, nel 2002, freddarono otto commilitoni nel loro avamposto in Inguscezia, nel sud della Russia. Quando furono catturati, alcuni giorni dopo, si giustificarono dicendo che l’avevano fatto “per vendicarsi della dedovshchina.” Per non parlare degli episodi di diserzione di soldati che si sono diretti nelle foreste e hanno abbandonato i propri reparti.
Gli abusi iniziano dal primo giorno, quando i “nonni” requisiscono i vestiti delle reclute e li rimpiazzano con degli stracci usati e della taglia sbagliata. Questo non è solo un gesto di intimidazione; serve ad identificare le nuove reclute, chiamate dukhi, o “fantasmi.” Le reclute devono svolgere il servizio militare per due anni, sottostando alle regole della dedovshchina. Vengono divise in quattro gruppi per semestre. I soldati del secondo anno, che hanno generalmente tra i 19 e i 20 anni, vengono chiamati anziani, e i soldati a cui manca meno di un anno alla fine sono chiamati dedy, o nonni. Gli anziani hanno persino più autorità degli ufficiali e sono smaniosi di prendere il loro posto dopo gli abusi subiti. Inoltre, il sistema ha al suo interno un meccanismo collaudato che permette di perpetrarsi: se gli anziani non saranno abbastanza crudeli con le nuove leve, verranno degradati a loro volta al rango di reclute. Nel 2005 16 soldati sono morti per abusi dei nonni.
Sia gli abusi fisici che quelli psicologici continuano ininterrottamente. Sebbene non ci siano dati statistici a riguardo, Valentina Melnikova, che dirige il comitatoe delle Madri dei Soldati, afferma che lo stupro è endemico. Tra le tattiche usate per spezzare i dukhi menziona anche privazione del sonno, percosse, malnutrizione e lavori forzati. Uno tipo di tortura particolarmente ripugnante è quello di forzare una recluta a lustrare i cessi con uno spazzolino da denti. Questi cessi sono pieni di merda e vengono appena sciacquati in superficie con dell’acqua corrente, niente a che vedere coi cessi tirati a specchio di Full Metal Jacket. Usare uno spazzolino per pulirli è come chiedere ad un elefante di pulirsi il culo con un cottonfioc.
Abbiamo chiesto di dedovoshchina a Lyosha, un altro ex soldato. Ha mostrato a VICE uno sfregio che andava dall’ombelico al pomo d’Adamo. Pur rifiutandosi di raccontare la storia dietro a quella cicatrice, ci ha detto:” almeno ho passato il resto del tempo in ospedale.”
Le origini di dedovshchina risalgono almeno agli anni Sessanta, ma è dopo il crollo dell’Unione Sovietica che si è assistito alla trasformazione da rituale per lo svezzamento delle reclute a sadico sistema di tortura e abuso. Dopo il 1991, l’ esercito precipitò nel caos e divenne possibile comprare l’esonero dal servizio di leva. Attualmente evitare il militare costa circa 5.000 dollari e, dati gli orrori del sistema, chiunque può affrontare la spesa, paga.
Solo il 10 percento più povero finisce per farlo. Tendenzialmente la feccia della popolazione, spesso figli di violenti alcolizzati o piccoli criminali. Di norma non troverete mai un moscovita o un ragazzo di San Pietroburgo a servizio dell’ esercito.
Dedovshchina è esacerbato dal fatto che i giovani ufficiali russi prendono solo 200 dollari al mese, non abbastanza per vivere. Gli ufficiali comprendono ben presto che uno dei modi migliori per incrementare i propri guadagni è quella di trasformare la sola risorsa che hanno in denaro. Iniziano affittando i propri coetanei come lavoratori a giornata a basso costo. Il sistema della dedovshchina si presta a questo attribuendo la responsabilità della gestione del business agli anziani.
Gli anziani forzano le reclute a procurare soldi regolarmente. Al tempo stesso i dedy sono obbligati a mantenere la disciplina. ”Se ti trovano con la barba non curata hanno due modi per fartela,” dice Vlad. “A volte te la cancellano, procurandoti delle bruciature da corda. Non puoi immaginare come brucia, ma è meglio del secondo modo, quando te la bruciano completamente.”
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E questo è niente in confronto a quando gli anziani iniziano a bere. Non è un caso che l’incidente di Sychyov accadde durante la sbronza di capodanno. Sulla scia di quello scandalo, è stato reso pubblico un autentico menu dei metodi della dedovoshchina:
L’Elefante: Prende il nome dalle maschere antigas russe, che possiedono un tubo a forma di proboscide attraverso il quale avviene la respirazione. L’anziano forza la recluta a mettersi la maschera, chiusa all’estremità per non far passare l’aria, e gli fa ripetere a memoria regole dell’esercito, cantare inni patriottici o correre fino a svenire. Talvolta, quando il soldato inizia a diventare blu, il ded apre il condotto dell’aria e, come il soldato prende fiato, lo colpisce sotto lo sterno.
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L’Uomo Pipistrello: La recluta si sdraia sul letto a castello, afferra la parte superiore del letto con braccia e gambe e ci rimane attaccato. Per un sacco di tempo. Di solito alcuni dukhy fanno subito il pipistrello al fine di risparmiarsi ulteriori punizioni.
Il Cervo Pazzo: Questo è pura e semplice autoflagellazione. L’anziano ordina alla recluta di incrociare le mani sopra la fronte e sbattere la testa contro un muro. Il più delle volte si conclude con una commozione cerebrale.
La Televisione: Anche se ai profani può sembrare non particolarmente brutale, questo tipo di tortura è ciò che provocò l’amputazione delle gambe e delle palle di Sychyov. La recluta si siede su uno sgabello e gli viene messo in mano un altro sgabello con su una tazza d’acqua in equilibrio. Lo sgabello su cui è seduto viene tolto da sotto e, se l’acqua fuoriesce dalla tazza, prende un sacco di botte. Il nome deriva dal fatto che la recluta fissa con estrema attenzione lo sgabello nelle proprie mani, mentre aspetta che gli altri tolgano di colpo la sedia.
La Bicicletta: Questo potrebbe accadere più spesso, se non fosse per il fatto che alle reclute è permesso dormire solo poche ore per notte. L’anziano mette dei rotoli di carta igenica tra le dita dei piedi del giovane che dorme e gli da fuoco.
La Confisca: Quando i familiari di una recluta lo riforniscono di cibo e provviste, gli anziani confiscano tutto quanto. La recluta potrebbe facilmente ovviare a ciò dicendo di non avere ricevuto niente, se non fosse per il fatto checiò potrebbe comportare ulteriori abusi. Così non c’è altra scelta: il giovane affamato è costretto a subire l’ umilizione di vedersi confiscare e mangiare il Borscht della nonna davanti ai suoi occhi.
Il Coccodrillo Asciutto: Qualora l’uomo pipistrello non fosse abbastanza intimidatorio, l’ingegno dei sadici russi ha inventato la seguente variante: la recluta si appende a faccia in giù tra due letti a castello. Un kalashnikov con la baionetta puntata all’insù è posto sotto di lui e il soldato rimane lì appeso ad “asciugarsi” per un periodo di tempo indefinito.
L’uccellino: Questo è probabilmente uno dei metodi più sadici e deve il suo nome al diminutivo dell’abbreviazione russa per la linea telefonica. Infatti la temuta Armata Rossa dipende ancora da linee telefoniche caricate a manovella risalenti al 1930. L’anziano avvolge un cavo del telefono attorno ad ogni alluce della recluta e inizia a girare la manovella. Più veloce gira e più l’esperienza è sconvolgente.
Il Fagiano: Forse è troppo dire che le reclute non vedano l’ora di sperimentare il Fagiano, ma se superano la prova non saranno vittime ancora per molto. La recluta deve accovacciarsi sulle gambe di una panchina rovesciata mentre gli anziani in fila gli schiaffeggiano il culo con una cintura dalla fibbia in metallo. Se la recluta cade dalla panca, il rituale riparte da capo.” Il mio culo diventava grosso come una palla da basket col passare del tempo,” dice Vlad. “Ma io non potevo essere più felice.”
Biliardo: Certe forme di crudeltà sono così brutali che possono essere impiegate solo in rare occasioni. Biliardo è una di queste. Si compone di due parti: prima l’anziano infila una palla da biliardo in bocca alla recluta e inizia a colpirla con una stecca. Nella migliore delle ipotesi il giovane può cavarsela con dei denti scheggiati. Nella peggiore, il gioco arriva al livello anale.
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