In occasione del ventennale dei fatti del G8 di Genova, abbiamo deciso di dedicare una serie di articoli e approfondimenti a quella che ancora oggi rimane una delle pagine più nere della storia d’Italia.
Anche se non esistevano ancora i social network, il G8 di Genova è stato uno degli eventi più mediatici della storia contemporanea.
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Oltre alle dirette televisive, ai servizi e alle migliaia di giornalisti e giornaliste provenienti da tutto il mondo, a Genova c’era anche tutto il mondo dell’informazione dal basso dentro e fuori Internet—tra cui Indymedia (che aveva come slogan “Become the media”), le radio indipendenti nonché i documentaristi, gli attivisti e i cittadini comuni che si erano portati dietro le telecamere e le macchine fotografiche.
Il risultato è che, dal 2001 a oggi, sul G8 si è prodotta una mole impressionante di materiale. Per questo motivo—sempre in vista del ventennale—abbiamo compilato una selezione di libri, documentari e fumetti per chi vuole approfondire quella che Amnesty International ha chiamato “la più grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale.”
Limoni (2021)
Da settimane in cima alle classifiche su Spotify e Apple Podcast, questa serie in otto puntate realizzata da Annalisa Camilli—giornalista di Internazionale—è un intreccio di storie personali e collettive che ruotano intorno al G8 di Genova.
Il titolo rimanda simbolicamente al fatto che Silvio Berlusconi decise che bisognava appendere dei limoni alle fioriere di palazzo Ducale perché considerate “troppo spoglie”, e all’uso del succo di limone da parte dei manifestanti per ridurre l’effetto dei lacrimogeni sparati dalla polizia.
Il podcast parte proprio dall’esperienza a Genova della stessa Camilli (che all’epoca era una studentessa di filosofia) e dell’impatto che quell’evento ha avuto su di lei, per poi allargare lo sguardo su un’intera generazione attraverso interviste e testimonianze.
Come ha scritto il direttore del settimanale Giovanni De Mauro, l’intento del podcast è “raccontare a chi oggi ha vent’anni cos’è successo in quel fine settimana di luglio del 2001 e per cercare di dare a quegli eventi un posto nella memoria collettiva.” Si può ascoltare su Spotify e su tutte le altre piattaforme.
Nessun Rimorso (2021)
SupportoLegale è un gruppo nato nel 2004 come progetto interno a Indymedia Italia per seguire i manifestanti sotto processo per il G8 di Genova, e aiutare le parti civili colpite nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto. Nel corso degli anni ha sempre continuato la propria attività di sostegno a “chi è represso dallo Stato a seguito di quei fatti.”
In occasione del ventennale SupportoLegale ha presentato Nessun Rimorso, un’antologia di fumetti, illustrazioni e testi pubblicata dalle edizioni Coconino Press – Fandango.
Nelle 240 pagine che compongono il volume, i trentasette autori—come Zerocalcare, Alessio Spataro, Rita Petruccioli, Maicol & Mirco, Ratigher e Vitt Moretta, solo per fare alcuni nomi—forniscono “pensieri, ricordi, prospettive sulle giornate di Genova 2001” per “rinnovare la memoria come ingranaggio collettivo, la solidarietà come arma concreta e la necessità di una visione del mondo diversa e antagonista.”
Questo mese uscirà anche un documentario sulla storia di SupportoLegale intitolato In campo nemico. Sul sito “Produzioni dal basso” è inoltre attiva la campagna di sostegno “Rapsodia di una rivolta” che durerà tutto il 2021.
Black Block (2011)
Il regista Carlo A. Bachschmidt è una sorta di archivio vivente audiovisivo del G8 di Genova. Durante il vertice e le manifestazioni si trovava tra l’Infopoint e il Mediacenter, e in seguito è diventato il consulente tecnico del Genoa Legal Forum per l’analisi e l’archiviazione del materiale registrato in quei giorni.
Nel 2011 è uscito il suo documentario sulla mattanza della Diaz e le torture a Bolzaneto, fatto attraverso il racconto di sette testimoni provenienti da tutta Europa. Black Block spiega anche come “la repressione delle forze dell’ordine abbia controllato le vite, i desideri e le passioni di coloro che hanno vissuto l’episodio più violento mai attuato dalla polizia italiana.”
Genova nome per nome (2011)
Genova nome per nome è uno dei saggi giornalistici più completi realizzati sul G8 di Genova, su tutto quello che l’ha preceduto (tra cui le manifestazioni di Seattle e Napoli) e quello che è successo dopo.
In seicento pagine di “inchiesta indipendente,” il giornalista Carlo Gubitosa ricostruisce “la memoria storica di sette giorni che hanno cambiato il corso della storia e della politica del paese.”
Il libro è stato aggiornato e integrato negli anni, e in occasione del decennale del 2011 è stato pubblicato anche dalle edizioni Altreconomia. Si può scaricare a questo indirizzo.
La trappola (2006)
L’uccisione di Carlo Giuliani è il fatto più grave successo a Genova, ma è anche quello su cui paradossalmente si sa di meno—o comunque, se ne conosce una versione imprecisa e distorta.
Poco si sa del contesto, delle cariche illegali dei carabinieri contro il corteo delle tute bianche in via Tolemaide, della folle strategia “militare” contro i manifestanti decisa da alcuni ufficiali di alto grado, delle violenze inferte al cadavere di Giuliani, e dei numerosi tentativi di depistare le indagini.
Nel 2006 il comitato “Piazza Carlo Giuliani” ha pubblicato il documentario “La trappola,” arricchito negli anni mano a mano che venivano fuori nuovi elementi processuali. Ad oggi è uno dei compendi più completi di cos’è successo a piazza Alimonda e dintorni: si può vedere integralmente su YouTube.
Solo limoni (2001)
Solo limoni è uscito a ridosso del G8, e si tratta di uno dei primi documentari prodotti su quelle giornate. È composto da 13 episodi che raccontano alcuni momenti delle giornate di Genova—dal clima della “zona rossa” fino alla morte di Giuliani—e sono commentati anche da testi di “poesia militante.”
Le riprese sono una selezione di immagini girate dal regista Giacomo Verde e da altri videomaker indipendenti, collegati a diversi gruppi che hanno partecipato alle manifestazioni.
Verde ha spiegato di aver fatto questo lavoro per “raccontare quello che i mezzi di informazione non riescono a mostrare perché imprigionati nelle regole della comunicazione-spettacolo e dello scoop.” Il video completo si può vedere su YouTube.
Gridavano e piangevano (2014)
Roberto Settembre è il giudice estensore della sentenza della Corte d’Appello per le sevizie e le torture alla caserma di Bolzaneto, il “carcere provvisorio” dove circa trecento persone—molte delle quali arrestate illegalmente—vennero “inghiottite” per diverse ore.
Questo saggio, uscito nel 2014, ricostruisce la storia di quella clamorosa sospensione del diritto, le vicende personali dei fermati e più in generale dello sviluppo del processo—che tuttavia non è riuscito a condannare tutti i responsabili, per l’assenza (all’epoca) del reato di tortura.
Nella conclusione del libro, Settembre scrive che “a Bolzaneto per tre giorni quegli ospiti indesiderati assolutamente innocenti vennero torturati senza soluzione di continuità, mentre l’unico esplicito dissenso venne dalla voce di un carabiniere, subito zittita quando si accorse dell’immissione del gas urticante in cella.”
Bolzaneto (2008)
Un altro libro estremamente dettagliato su Bolzaneto l’ha scritto il cronista di Repubblica Massimo Calandri, che dal primo giorno ha seguito l’inchiesta e il procedimento giudiziario.
Calandri ha raccolto e messo in fila le “sconvolgenti testimonianze delle vittime, la vergogna dei carnefici, le confessioni dei colpevoli, gli atti dell’inchiesta e i passi più salienti delle quasi duecento udienze del processo.”
Nella prefazione, firmata da Giuseppe D’Avanzo (un altro giornalista di Repubblica, scomparso improvvisamente nel 2011), la caserma di Bolzaneto è descritta come “una zona d’indistinzione tra eccezione e regola, lecito e illecito” in cui “ogni protezione giuridica è venuta meno.”
Su Bolzaneto c’è anche da segnalare il recentissimo libro È così che ci appartiene il mondo scritto da Valerio Callieri, che è stato arrestato e rinchiuso nella caserma.
Diaz. Processo alla polizia (2011)
La mattanza alla scuola Diaz, avvenuta poco prima della mezzanotte del 21 luglio 2001, è uno dei fatti più sconvolgenti del G8. Quella sera più di duecento poliziotti fanno irruzione, guidati dal Settimo nucleo antisommossa di Roma—un’unità speciale creata ad hoc per quei giorni—e seguiti dagli agenti di altre squadre mobili.
Nell’edificio vengono arrestate e massacrate 93 persone, senza aver mai opposto resistenza. Molte finiscono in ospedale, alcune delle quali in condizioni gravissime: è un miracolo che non sia morto nessuno.
In questo libro del 2011, il giornalista Alessandro Mantovani ricostruisce meticolosamente i dieci anni di processo sul caso—che secondo lui è stato “uno scontro feroce tra magistrati e poliziotti che normalmente stanno dalla stessa parte e, al tempo stesso, il più serio tentativo di ricostruire le responsabilità di quanto è avvenuto a Genova.”
Tuttavia, come per Bolzaneto, anche in questo caso è stato impossibile identificare tutti i poliziotti coinvolti. “Nessun poliziotto ha denunciato i colleghi,” dice Mantovani, “né conosciamo i responsabili materiali del pestaggio e il ruolo che ebbero i singoli funzionari nell’elaborazione dei verbali pieni di falsi.”
Noi della Diaz (2021)
Lorenzo Guadagnucci è il giornalista per eccellenza dei fatti della Diaz—visto che si trovava dentro alla scuola ed è stato picchiato brutalmente dalla polizia, finendo poi all’ospedale Galliera con varie fratture.
Questo libro è la terza riedizione del titolo originale, uscito per la prima volte nel 2002, e racconta la sua esperienza insieme a quella di altre vittime della “macelleria messicana.” Il regista Daniele Vicari si è ispirato anche al testo di Guadagnucci per il film del 2012 Diaz – Don’t Clean Up This Blood.
Come ci aveva detto il giornalista qualche anno fa, “Genova per me è stato un punto di svolta e di consapevolezza. Mi ha introdotto in un mondo che non conoscevo direttamente: la violenza istituzionale, gli abusi di polizia, le menzogne di stato.”
Un altro libro collettivo che ragiona sull’eredità del G8 di Genova esce proprio in questi giorni per Effequ, e si intitola Circospetti ci muoviamo. Genova 2001: avere vent’anni.