Diverse organizzazioni per i diritti umani hanno avanzato richieste per ottenere il rilascio immediato dei giornalisti di VICE News fermati in Turchia giovedì. Le autorità turche hanno preso in custodia i giornalisti inglesi Jake Hanrahan e Philip Pendlebury insieme ad altri due collaboratori—un giornalista locale che faceva da guida-interprete e un autista—a Diyarbakir, nel sud-est della Turchia.
All’inizio la polizia turca ha dichiarato che i giornalisti erano stati fermati per aver effettuato delle riprese senza autorizzazione, ma poi i due sono stati accusati di supportare lo Stato Islamico. Proprio in queste ore sono comparsi di fronte a un giudice, che ha confermato le accuse.
Videos by VICE
Le autorità turche hanno anche sequestrato gli oggetti personali dei giornalisti, comprese delle videocamere, e perquisito le loro stanze d’albergo.
Amnesty International, PEN International, e il Comitato per la Protezione dei Giornalisti (CPJ) hanno condannato l’arresto. In un comunicato, Amnesty International ha definito “bizzarre” le accuse mosse dalle autorità turche.
“È assolutamente legittimo che i giornalisti seguano quanto sta avvenendo in Turchia,” ha detto l’associazione. “La decisione di arrestarli è sbagliata, e le accuse di supportare lo Stato Islamico sono assolutamente prive di fondamento, oltraggiose e bizzarre.”
Nina Ognianova, coordinatrice del Comitato per la Protezione dei Giornalisti per l’Europa e l’Asia Centrale, ha invitato le autorità di Diyarbakir a rilasciare immediatamente Hanrahan, Pendlebury e i colleghi.
“I rinnovati scontri tra l’esercito turco e le forze separatiste curde nel sud-est del paese rappresentano un fatto di pubblico interesse sia in Turchia che a livello internazionale. Le autorità dovrebbero proteggere—e non arrestare—i giornalisti,” ha detto Ognianova.
Zeynep Oral, presidente di PEN Tuchia, ha fatto notare che per i giornalisti è sempre più difficile lavorare nel paese. “In un momento di incertezza come questo, c’è un grande bisogno di libertà di espressione,” ha detto Oral. “Chiediamo giustizia e l’immediato rilascio dei giornalisti che stavano solo facendo il loro lavoro.”
Maureen Freely, di PEN Inghilterra, ha invece sottolineato come il presidente turco Erdogan abbia “fatto immani sforzi, negli ultimi anni, per sopprimere la libertà di espressione.”
“Da quando alle elezioni di giugno il suo partito non è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta, [Erdogan] ha intensificato il suo impegno per limitare il più possibile le notizie critiche, soprattutto quelle relative al conflitto nel sud-est a maggioranza curda,” ha detto Freely. “Il suo obiettivo, come sempre, è quello di controllare l’informazione. Se questi giornalisti rimarranno in carcere, l’avrà vinta.”
Un portavoce di VICE News ha detto che in tribunale i due giornalisti avrebbero dovuto difendersi da “accuse di terrorismo prive di fondamento.”
Sia Hanrahan che Pendlebury sono due reporter con una certa esperienza. Insieme, hanno documentato la crisi dell’immigrazione a Calais, il referendum per l’indipendenza scozzese, i gruppi di giovani nazionalisti irlandesi. Oltre al suo lavoro per VICE News, Hanrahan ha scritto per il Guardian, l’Independent, Wired, e Rolling Stone. Pendlebury è un cameraman esperto che ha lavorato in Iraq, Afghanistan, Corea del Nord e in altri paesi.
Kevin Sutcliffe, Head of News Programming di VICE in Europa, ha condannato l’arresto dei giornalisti in una dichiarazione rilasciata lunedì.
“Oggi il governo turco ha avanzato accuse false, infondate e allarmanti di ‘supportare un’organizzazione terroristica’ nei confronti di tre reporter di VICE News,” ha detto. “Prima di venire ingiustamente arrestati, i giornalisti stavano documentando la situazione nel sud-est della Turchia, nella provincia di Diyarbakir.”
“VICE News condanna nel modo più forte possibile il tentativo del governo turco di silenziare i nostri reporter, che nel loro lavoro hanno documentato in modo fondamentale la situazione nella regione,” ha aggiunto Sutcliffe. “Continuiamo a lavorare con le autorità per ottenere il rilascio dei nostri tre colleghi e amici.”