Durante la quarantena su VICE avevamo avviato un appuntamento periodico, una specie di angolo in cui raccogliere i nostri pensieri, metterli sotto forma di domanda e lasciare che fosse una figura esperta a rispondere. Ora, anche tramite il contributo di altre redazioni di VICE, il discorso è stato ampliato. Da come fare i conti con un amore non corrisposto a come gestire coinquilini insopportabili, proveremo a offrire qualche consiglio. Oggi, per esempio, parliamo del perché riavere la propria “libertà” può suscitare ansie antiche.
Ciao VICE,
Videos by VICE
Prima della pandemia, avevo una vita sociale intensa: andavo ovunque e quasi sempre in compagnia. Il problema è che, a prescindere dal mio apparire come l’anima della festa, soffrivo spesso di ansia; temevo di non piacere davvero alle persone e che avrei passato il venerdì sera in solitudine, perché la gente avrebbe fatto piani senza di me.
Con il lockdown è cambiato tutto. Poiché la gente era chiusa in casa, è stato possibile rallentare anche per me. Ho capito che davo troppa importanza alle opinioni altrui, a scapito della mia salute mentale. Quando hanno istituito il coprifuoco, tutti i venerdì sera alle 10 mi mettevo a letto con un buon libro, sapendo che il mondo intorno a me avrebbe fatto lo stesso. Mi svegliavo bene e felice. Era splendido.
Ammetto di aver passato molto tempo, comunque, a desiderare di riavere la mia vita sociale, ma quando le restrizioni sono state allentate è stato più difficile del previsto. Amici e amiche si erano trasferiti o avevano una relazione, e una parte del mio giro di amicizie più strette aveva passato i mesi precedenti insieme, cosa che mi ha provocato un senso di esclusione. Gli inviti non arrivavano più e la mia FOMO è tornata a bussare.
Ci sono state sere in cui mandavo messaggi a 20 persone diverse per uscire—e tutte rispondevano che avevano già altri piani. Non penso che volessero escludermi apposta, ma le serate improvvisate e spontanee sembravano davvero un retaggio del passato. Tutto questo mi preoccupa. Perché tutte le persone che mi circondano sembrano uscire con gente diversa ogni giorno, e perché io sembro incapace di fare altrettanto?
Un saluto,
F.
Ciao F.,
Il fatto che tu soffra la solitudine, o senta di non avere amicizie vere, non è niente di cui vergognarsi. Uno studio di Harvard pubblicato all’inizio del 2021 spiega che il COVID ha innescato un’epidemia di solitudine tra i giovani adulti: il 61 percento delle persone tra i 18 e i 25 anni ha lamentato alti livelli di solitudine. Per cui: non sei l’unica persona a sentirsi sola.
Questo non rende le cose più facili, ovviamente. Le amicizie sono un bisogno primario per la maggior parte della gente: uno studio del 2017 ha mostrato che i giovani tra i 16 e i 25 anni sono più preparati a gestire lo stress se hanno amicizie solide su cui contare. Viviamo in un mondo in cui le amicizie del cuore sono romanticizzate senza misura dai media, il che può farti sentire ancora più di merda se per qualsiasi ragione non riesci a costruire una rete simile nella tua vita.
Lidewy Hendriks, psicologa al MIND Korrelatie, una piattaforma olandese che offre supporto psicologico, dice che incontra regolarmente giovani che sentono di non avere la vita sociale che dovrebbero. “Tu parli di come hai lavorato su di te nei mesi passati,” dice Hendriks. “Nel frattempo, hai scoperto che alcune delle amicizie che avevi prima sono piuttosto superficiali. Mi chiedo se, dopo il lockdown, hai provato a cercare persone che sono più ‘adatte’ alla nuova versione di te, o se hai contattato solo il vecchio giro.”
Anziché ricadere in vecchi schemi, Hendriks consiglia di apprezzare questa nuova comprensione che hai di te—per esempio, il fatto che ti piace anche metterti a letto con un buon libro, invece di uscire. Resta comunque il fatto che se desideri socializzare e non trovi nessuno con cui passare del tempo, non è bello.
Il consiglio di Hendriks è semplice: non fissarti su come le altre persone passano il loro tempo. Ti piacciano i musei? Vai a una mostra. Ti piace il birdwatching? Esci con un binocolo in cerca di compagnia. In questo modo, è più facile incontrare persone che hanno interessi simili ai tuoi. Perciò se vuoi andare a una certa festa, fallo—che tu abbia una spalla o no. “Ma è importante capire perché vuoi trovarti a quella certa festa: sei davvero entusiasta all’idea di andarci, o hai paura di sentirti fuori dal gruppo se non vai?”
Leggendo la tua lettera, Hendriks pensa che valga la pena indagare meglio le ansie sociali e le insicurezze che hai esperito prima della pandemia con l’aiuto di un/a terapeuta. “Dai molto valore all’opinione delle altre persone, al punto che diventa un ostacolo alla tua stessa felicità,” dice Hendriks. “Più cerchi spasmodicamente amicizie, più la ricerca stessa prende il sopravvento sulla tua vita, trasformandoti in una persona sempre più bisognosa—e dimenticherai di goderti il momento quando ti stai divertendo.”
Per quanto suoni come un cliché, le persone sono davvero attratte dalla sicurezza di sé, perciò preoccuparsi troppo della propria vita sociale porta, ironicamente, ad allontanare la gente. Hendriks dice che, nel suo lavoro, incontra sempre più giovani che nutrono sentimenti di inferiorità. “Un sacco di giovani con cui parlo si paragonano ad altre persone. E posizionano l’asticella incredibilmente in alto,” racconta. “Vedo spesso giovani in lotta con sentimenti di ‘solitudine sociale,’ dove sono circondati da persone ma si sentono comunque soli.”
Hendriks pensa che una delle ragioni principali per cui molte persone giovani provano così tanta ansia è il confronto continuo indotto dai social media. “Devo costantemente mettere i social media in prospettiva quando ho pazienti giovani davanti a me,” spiega. “Voglio sottolineare, più che posso, che il modo in cui la gente racconta e presenta la propria vita sui social ha ben poco a che fare con cosa significa davvero essere felici.” Hendriks consiglia alle persone che sono condizionate dal continuo confronto di fare un passo indietro e pensare se i social media le stiano rendendo infelici. “Passare meno tempo su quelle app ti sarà di grande aiuto,” dice.
Un’altra regola d’oro secondo Hendriks—per quanto suoni vaga—è: concludi la giornata scegliendo un ricordo positivo di ciò che è successo nelle ore precedenti. Può essere una cosa semplice e piccola, come aver fatto una passeggiata a ora di pranzo, o pensare a quanto ti piace il libro, la serie o il podcast che stai divorando in quel periodo.
È una delle idee fondamentali della mindfulness. Riconoscere le cose belle della vita può aiutarti a bilanciare i pensieri negativi e costruire sicurezza di sé un po’ alla volta. “Esaminare i percorsi che ti portano a essere una persona più felice e prenderti cura di te è molto salutare,” dice Hendriks. In breve, sei già sulla buona strada.