Il Global Drug Survey è un sondaggio completamente anonimo e segreto, il più grande del mondo tra quelli dedicati al consumo di droghe. È aperto a chiunque faccia uso di sostanze in qualunque paese del mondo, e per compilarlo ci vogliono venti minuti.
Quest’anno è giunto alla sua sesta edizione e spera di coinvolgere 150mila persone in tutto il mondo. Abbiamo parlato con il dott. Adam Winstock, creatore del Global Drug Survey, per chiedergli su cosa si concentreranno i nuovi quesiti.
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VICE: Sono una grande fan del Global Drug Survey, l’anno scorso ho dato il mio contributo. Cos’è cambiato quest’anno?
Adam Winstock: Il cambiamento principale riguarda il formato: c’è una nuova piattaforma che consente di compilare il sondaggio da smartphone e tablet. In secondo luogo, lo abbiamo diviso in due parti: c’è un sondaggio principale (per cui ci vogliono circa 20 minuti) e alla fine di quello, ti viene data l’opportunità, volendo, di fare un altro sondaggio su un certo tema specifico.
Quali sono questi temi specifici?
Ce ne sono diversi, sta a chi si sottopone al sondaggio scegliere a quale dedicare il proprio tempo. Speriamo che così facendo il sondaggio sia più facile e veloce rispetto agli anni scorsi… In più, adesso abbiamo dati su tutti i passaggi, quindi anche se una persona inizia a fare il sondaggio e poi smette, possiamo consultare i dati che ci ha inviato.
Quest’anno, comunque, il focus è sulla cannabis terapeutica. Vogliamo chiedere alle persone che ne fanno uso se dà loro qualche tipo di effetto e interazione con i farmaci.
Mi diceva che nell’edizione di quest’anno ci saranno anche delle domande sullo stigma relativo al consumo di sostanze. Può parlarmene meglio?
È un tema che ci interessa molto. Per questo ti chiediamo chi sa che fumi: i tuoi familiari, i tuoi colleghi, i tuoi amici e così via. E poi, quanto spesso ti trovi a doverlo nascondere? Vogliamo capire se una volta cambiata la legislazione in fatto di droghe lo stigma ne viene influenzato. Per chi ne abusa, diventa più facile cercare aiuto? Non lo sappiamo ancora, ma è proprio per questo che una risorsa come questo sondaggio è particolarmente importate. Possiamo provare a prevedere l’impatto che avrà una possibile legalizzazione della cannabis sullo stigma e sulla volontà delle persone di cercare aiuto.
Può parlarmi meglio delle domande relative all’uso del vaporizzatore?
In passato ci siamo interessati molto al butane hash oil (BHO). Quest’anno abbiamo voluto cambiare argomento e guardare a tutte le altre sostanze legate all’uso del vaporizzatore. Volevamo scoprire quanto questo sta cambiando le sostanze e il modo in cui vengono consumate.
Quando ne parlo mi sento sempre chiedere, “Perché, puoi farti anche di altre cose con il vaporizzatore?” E io rispondo, “Certo!” Abbiamo anche fatto una guida essenziale all’uso del vaporizzatore proprio per informare, per far capire ai consumatori che una droga deve avere certe caratteristiche per potertela fare con il vaporizzatore e che non puoi usarlo proprio per tutte le droghe.
Che domande ci sono nella sezione sulle sostanze psichedeliche?
Quella sezione è frutto di una collaborazione con alcuni ricercatori di Londra e con MAPS. Ci concentriamo su tre cose. La prima è l’uso di microdosi di LSD e funghetti: quanto è comune? Funzionano? E, soprattutto, tecnicamente come viene assunta una microdose di LSD?
Poi, una parte significativa della sezione è dedicata all’ayahuasca. Che esperienze fa la gente con l’ayahuasca? In particolare, dove vanno a farsele? Quanto gli costa? Dopo c’è chi si fa visitare per individuare eventuali conseguenze psicologiche? Perché ovviamente per alcuni l’ayahuasca è un’esperienza splendida che ti cambia la vita, ma se guardi a come lo usano molti uomini di mezza età ti vengono dei dubbi sulle loro motivazioni… Per cui cerchiamo anche di capire come cambia con l’età il modo in cui si fa uso di sostanze psichedeliche.
La parte finale del sondaggio è dedicata ai bad trip ed è fatta per capire davvero il significato di quest’espressione. Volevamo cercare di distinguere le esperienze difficili da quelle proprio negative. Tanti hanno esperienze difficili sotto effetto di sostanze psichedeliche, ma per molti queste esperienze poi si rivelano trasformazioni in positivo, una fonte di crescita personale. Per cui volevamo capire quanto spesso capita di avere esperienze difficili con questo tipo di sostanze e come fa di solito la gente a superarle. Chiediamo alle persone di pensare all’ultima esperienza difficile o negativa che hanno avuto con una sostanza psichedelica e gli chiediamo se la definirebbero un bad trip. Spero che in questo modo saremo in grado di dire a tutti che ci sono un sacco di persone che hanno esperienza negative con le droghe psichedeliche e che queste non sono necessariamente bad trip. Perché penso che i bad trip siano davvero rari in realtà.
Quest’intervista è stata editata e condensata per chiarezza. Clicca qui per partecipare al Global Drug Survey 2017.
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