Quasi cinquanta milioni di euro in eroina purissima, ma anche cocaina, sette autovetture, telefoni cellulari e computer portatili, sono stati sequestrati stamattina nel corso dell’operazione Happy Meal, portata a termine dal G.O.A. del Nucleo di Polizia Tributaria di Ancona.
In manette sono finite 33 persone, su un totale di 60 indagati, a seguito di una complessa operazione cui hanno partecipato le unità cinofile della Guardia di Finanza con il supporto dei Reparti del Corpo alla sede di Trento, Mantova, Reggio Emilia e Roma.
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L’esecuzione, che ha riguardato tutto il territorio italiano, ha smascherato un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti. Sotto sequestro sono finiti, nel dettaglio, 56 chilogrammi di eroina e 600 grammi di cocaina.
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L’organizzazione, orchestrata da cittadini del Pakistan, si avvaleva anche di italiani per sfruttare indirizzi “puliti” allo scopo di evitare gli eventuali controlli delle forze dell’ordine.
“L’attività, nata inizialmente dal monitoraggio dell’Hotel House, struttura residenziale spesso alla ribalta delle cronache per operazioni antidroga, ha permesso, attraverso indagini durate due anni, di individuare diversi cittadini di origine pakistana, responsabili dell’importazione e del traffico internazionale di ingenti quantitativi di eroina,” si legge nel comunicato diffuso dalla Guardia di Finanza.
“L’importazione avveniva attraverso ovulatori, stecche di sigarette, valigie con doppi fondi e spedizionieri”
“L’indagine ha consentito di far emergere le relazioni esistenti tra soggetti extracomunitari residenti nelle Marche, prevalentemente nella provincia di Macerata, e quelli residenti in altre città italiane, nonché individuare diversi metodi di occultamento per l’introduzione dello stupefacente dalle zone di origine, nello specifico Pakistan e Afghanistan.”
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Secondo le forze dell’ordine, la droga in alcuni casi veniva stoccata in paesi ‘di transito’ quali la Germania, la Grecia, la Turchia e la Spagna, dove l’organizzazione criminale con base operativa nelle Marche poteva contare su alcuni complici.
“L’importazione,” si legge ancora, “è avvenuta prevalentemente attraverso soggetti ovulatori e valigie con doppi fondi, ma anche abilmente occultata in autovetture e all’interno di stecche di sigarette perfettamente integre.” In molti casi si è appurato che lo stupefacente veniva “spedito e celato in carichi di copertura attraverso spedizionieri.”
In particolare, nell’ambito dell’attività investigativa svolta, i militari del G.O.A. sono riusciti ad individuare numerose spedizioni di eroina destinate al territorio marchigiano, in transito presso gli scali aeroportuali di Milano Malpensa, Fiumicino, Venezia, Bergamo, Bologna e presso il porto di Ancona.
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La foto in apertura è una foto di archivio della Guardia di Finanza