Peggio di svegliarsi a fianco di un orrendo sconosciuto, peggio di un ancor più orrendo hangover, c’è solo quell’orrenda sensazione, vaga ma pressante, di aver ammorbato la gente di discorsi, mentre eri in condizioni disumane. I magici poteri dell’alcol, della droga, dell’euforia, della musica, della socialità e della giovinezza sono in grado di aprire i rubinetti della coscienza e tirare fuori archivi di materiale che nessuno avrebbe desiderato far riemergere dal vostro subconscio.
Il cast di Beverly Hills 90210 in procinto di rovinarsi i rapporti per una drunk confession di Brenda.
Personalmente, credo che ogni tanto un discorso vergognoso faccia bene all’anima, in primis perché è un buon bagno di umiltà, soprattutto dopo gli insulti che vi pioveranno addosso il giorno dopo. E poi perché, fanculo, davvero credete che il tono modesto e cortese che mantenete ogni giorno sia quello appropriato? Non pensate che quell’invisibile paletto nel culo che voi chiamate bon ton sia in realtà tutta la società che tenta di infilarsi nelle vostre viscere e manovrarvi come una marionetta? E se siete un po’ sguaiati, sboccati, dislessici, dissacranti, scoordinati, veementi, se sputate, se non concludete le frasi, chi vi può giudicare? I vostri amici sono vostri veri amici per questi momenti in cui parlate per quattro ore di seguito di quanto Re Ghiaccio di Adventure Time in realtà sia il simbolo dell’insoddisfazione politica della nostra generazione, mica per la gentilezza con cui siete solito trattare le persone. E vi ricorderete per sempre di quella volta che avete scambiato il metallaro per una bella ragazza e ci avete provato spudoratamente per circa venti minuti prima di arrivare al punto critico.
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Quindi i discorsi da sbronzi sono, nel bilancio complessivo, un’ottima cosa. Per offrire un quadro complessivo della casistica, abbiamo stilato una guida che comprenda più o meno ogni conversazione noiosa, stupida, volgare, schifosa, ansiogena, creepy, monomaniaca, pesante, antisessuale che potrete mai avere nei vostri momenti peggiori.
Livello 1: Di cosa ti occupi
“Studio economia.”
“Sembri una persona molto organizzata, devo dedurre che hai pianificato già le tue attività post-universitarie, cosa hai intenzione di fare?”
“Sì, ci ho pensato, credo che andrò a fare un master in Belgio.”
La serata inizia nel modo più noioso che esista. Siete a casa, sul divano, con una birra in mano e una serie di persone semi-sconosciute, amici di amici del vostro coinquilino, che tentano di fare conversazione parlando delle proprie noiosissime attività. Nonostante i vostri sforzi o le vostre abilità comunicative, non sarete in grado di sfuggire dalla conversazione-tipo, la classica domanda “cosa fai nella vita?” che quasi certamente starete ponendo a qualcuno di cui non vi frega né mai vi fregherà una mazza. Tra una manciata di ore l’unica cosa di cui vi fregherà della persona in causa è che il suo vomito non rimbalzi fino alle vostre scarpe, in seguito non vorrete mai più rivederla.
“Lei è una buyer e la sua amica lavora nel design. Informazioni che cancellerò nei prossimi 20 minuti”
Livello 2: Il tassista
“Che bella macchina”
“Grazie”
“Fa il turno di notte?”
“Sì”
“Meglio che guidare di giorno col traffico, poi becca un sacco di gente fuori, no?”
“Esattamente”
Ora ditemi che non avete mai fatto una chiacchierata così con un tassista. Di solito il vostro amico logorroico si siede davanti, giusto per dargli un po’ più di fastidio, e inizia a fare domande al tassista che tenta di non deviare la corsa su un cavalcavia per buttarlo giù. Fortunatamente i tassisti sono persone di grande autocontrollo. Fate bene a non guidare da ubriachi, anche perché le potenzialità tragicomiche di avere una persona sobria e totalmente estranea alla situazione insieme a voi sono pressoché infinite. A un certo punto gli chiederete di alzare la radio perché questo pezzo vi piace troppo. Scommettiamo che lo avete fatto più di una volta.
Livello tre 3: In coda
“…”
“…”
“…Minchia ma che freddo fa?”
La fila per entrare in un locale è una delle rappresentazioni più realistiche di una bolgia dantesca. Venti minuti di ammasso informe di esseri umani che non sanno cosa fare della propria esistenza, in cui le parole spese sono meno significative di quelle di una riunione del PD, e la cosa più interessante che possa succedere è una diatriba tra chi c’era prima e chi è amico dell’organizzatore e vuol fare il furbo. In quei momenti ti rendi conto che il mondo fa schifo e che mettersi a bisticciare con gente sconosciuta e priva di coscienza non ha senso, e che tutto il tuo potenziale dialogico in questo momento andrebbe a vuoto. Quindi il silenzio in questo caso è la migliore delle opzioni.
Livello 4: Flirting
“Bell’orologio”
“Come?”
“Questa serata è una bomba, no?”
In mia modesta opinione la vostra serata sarà più prolifica se non pensate tutto il tempo che debba finire con una preda nel letto. D’altronde io sono uno di quelli che amano la musica, quindi se vado a una serata di solito me ne frega di più di introdurmi nel trip del DJ di quanto me ne freghi di introdurmi in altri esseri umani. Ma c’è sempre qualcuno che pensa invece che una serata sia un terreno di gioco fertile per il flirting. A meno che tu non sia un master in questa tecnica, il consiglio spassionato è di abbandonare l’impresa, se non vuoi risultare un coglione. Se proprio volete approcciare un altro essere umano, fate come i pro: chiedete un accendino. L’accendino è l’oggetto che, statisticamente, viene utilizzato dai migliori flirtoni del mondo per rompere il ghiaccio. Il passaggio successivo, se va bene, è parlare male dei fumatori mentre si fuma, parlare di quanto fa male e di quanto sia schifoso per la propria salute. Ed è ok, perché l’autoumiliazione è una buona tecnica, anche non sperare mai in nulla di buono lo è. Tentate di essere il meno banali possibile, anche se siete gli stessi che un po’ di ore fa chiedevano ai non-amici di cosa si occupano. La gag migliore, tuttavia, può avvenire solo se il vostro oggetto del desiderio porta gli occhiali e gli chiedete di indossarli e poi fate finta di essere in preda ad allucinazioni. Questa fa ridere tutti.
Livello 5. Conversazione di voi non-sobri contro uno sobrio
“Ueeeeeeeeeeeee.”
“Come va?”
“Madonna sto fuori che nemmeno mi ricordo come mi chiamo? Tu te lo ricordi? Mmmm?”
Abbiamo messo questa conversazione al punto cinque, ma in realtà è un bonus perché potrebbe avvenire in qualunque momento. Una chiamata estemporanea di vostra madre, qualcuno che vi chiede (beato lui) indicazioni stradali, un passante che ha un cane addosso al quale vi lanciate tentando di infondere tutto il vostro affetto, uno con cui avete a che fare per questioni di lavoro a cui di solito vi rivolgete con tono solenne via mail e che oggi è diventato il vostro migliore amico, nonché la persona giusta per parlare di guerra civile. Qualsiasi essere umano che decida di vivere la vita da sobrio potrebbe essere la vostra prossima preda. Queste persone vi appariranno stranissime, ma sono solo il modo in cui il mondo vi comunica che non tutti amano avere un caleidoscopio di cazzate nel cervello. Le tecniche per sopravvivere a queste conversazioni sono: tenta di tenere gli occhi aperti e di non girarli vorticosamente, parla poco (ma non pochissimo), tenta di evitare di ricadere nella rassicurazione costante che sì, sei fuso, ma alla fine ci stai dentro. Nel caso si trattasse di droghe dell’amore, la frase da evitare è “ti voglio benissimo, ma non te lo dico perché sono fuori eh, te ne voglio davvero!” Visti dall’esterno sembrate sempre dei teletubbies sotto acido.
Livello 6: Ti è salita?
“Quanto tempo fa l’abbiam presa?”
“Bo, 20 minuti?”
“Ok… A me non è ancora salita… Quanto tempo fa l’abbiam presa?”
Questo dipende da che tipo di serata state affrontando. Ti confronterai con i tuoi compari su cosa /come/ quando /quanto sale e poi farai degli urletti non intelligenti, in caso affermativo. Questo per circa 45 minuti da quando effettivamente sta salendo. Nel caso tu fossi uno di quei fortunelli che mantengono il sangue freddo o a cui sale dopo, quei 45 minuti li passerai rassicurando i tuoi amici che non fa così caldo, che i loro occhi non sembrano dei planetari e che andrai a prendere dell’acqua.
Livello 7: Oddio, sei il migliore, ti voglio troppo bene!
“Madonna, vieni qui! Fatti abbracciare”
“Ti voglio troppo bene!”
“Anche io, tantissimo!”
Questo è il momento in cui tutti si amano, e voi amate tutti. Nel caso amaste una persona sobria, vi ricordiamo l’importanza del punto 5. In questo istante siete pronti per dichiarare il vostro affetto a chiunque rientri nel vostro raggio d’azione, probabilmente se incontraste la vostra ex insegnante di piano vorreste puntualizzare di quanto, nonostante fosse pesante, il solfeggio vi abbia insegnato un sacco di cose sull’autocontrollo, e che quindi vi sentite in dovere di ringraziarla eternamente. Ok, siete fatti. Ma probabilmente non abbastanza fatti da non rendervi conto della realtà circostante, per cui anche la musica è una figata, il locale è una figata, la vita è una figata. Nota: alcuni di voi penseranno che sia corretto integrare questi complimenti con baci sulla fronte a sconosciuti. Tentate di fare un check del livello di sudore (vostro e altrui) prima di approfondire questa pratica.
Livello 8: Fuori a fumare
“Ti piace il calcio?”
“Sì.”
“Hai visto il derby?”
Ora la serata è partita alla grande e voi siete fuori a fumare un attimo, mentre i vostri amici urlano come bestie sottocassa. In questo momento di calma, comunque, volete fare conversazione. Beccate la prima persona che entra nel vostro raggio visivo e tentate di trovare un argomento di conversazione che di solito non è, vi assicuro, qualcosa su cui scrivere una tesi di laurea. L’unica cosa cui dovete fare attenzione è che di solito le persone con cui chiacchierate in questo momento non si rendono conto che sono solo uno sfogo momentaneo, e pensano di dover diventare i vostri migliori amici, quindi vorranno aggiungervi su facebook o, peggio, continuare la serata con voi. Fate attenzione perché il vostro livello di coscienza non è adatto a discernere chi può realmente andare d’accordo con voi e i vostri amici da uno il cui principale intento è accollarsi. Nel secondo caso, vi ritroverete con uno sconosciuto in taxi e all’after e a casa vostra il giorno dopo. È davvero quello che volete?
Livello 9: Molti complimenti
“Non sei solo un amico, sei tipo un fratello per me. Più dei miei veri fratelli.”
“Sei più mio fratello di quanto lo sia mia sorella.”
“Sono davvero orgoglioso di te.”
Questa è l’evoluzione intensificata del livello 7, un upgrade dei “ti voglio bene” di prima. Adesso i complimenti si fanno insistenti, quasi aggressivi, diventano un’ossessione. È il momento della serata in cui non solo vuoi bene ai tuoi amici, ma ti senti in dovere di congratularti con loro per come sono, per quello che fanno, per il loro lavoro, per il loro meraviglioso carattere, per il loro aspetto, per il modo in cui si comportano. Diventa essenziale in questo momento azzerare o almeno ridurre al minimo la conversazione con persone sobrie, soprattutto se sono esseri umani con cui hai a che fare lavorativamente.
Livello 10: Discorsi politici che sicuramente porteranno a qualcosa
“Non si può più parlare di socialismo.”
“Mah, è una diversa forma di socialismo, una volta cambiate le categorie.”
“Ascolta, la mia è una famiglia operaia, so di cosa sto parlando…”
Porca troia, davvero sei fuso e stai parlando di sta roba? Ti prego, per la dignità della politica e delle analisi sociologiche, tieni questi argomenti per il momento in cui il tuo cervello sarà (se mai lo sarà) tutto intero, e vai a ballare.
Livello 11: Farsi un piantino
“Lui/lei è una merda!”
“Lo so amico/a.”
“Non lo sai, nessuno lo sa come lo so io!”
È così, vi ha preso la ciocca triste. Se sei il tipo di persona a cui l’alcol fa questi effetti, tenta di regolarti. Tutti i tuoi amici sono usciti per sballarsi, non per farti supporto psicologico, mentre potrebbero essere nel mezzo della mischia a dare il meglio di sé. Nota importante: sarete tentati di dire che questo punto è prerogativa del genere femminile, ma non è assolutamente vero. Anche i maschietti piangono.
Livello 12: La pesantezza
“Oddio, ma non dovremmo fare sti discorsi, ti sto rovinando la serata…”
“No è ok, tranquillo, va bene parlarne, mi interessa.”
“Ok, quindi in sostanza…”
La pesantezza a un certo punto arriva, si tratta di pensieri profondi, significativi, che quasi certamente diventano insostenibili per una delle due parti coinvolte. La cosa migliore è scaricare il tuo amico esistenzialista da qualche parte o addosso a uno sconosciuto, così non devi stare a sentirlo per due ore. I segnali che questa conversazione sta arrivando sono molteplici: un tuo amico ha un’importante svolta esistenziale, un segreto da rivelare, desidera parlare delle proprie ansie, ha bisogno di terapia, in generale. Se siete ben allineati, devo ammettere che queste conversazioni profonde possono davvero essere catartiche o portare a qualcosa di significativo. Ma se solo uno dei due è connesso allo stream of consciousness, vi rovinerà la serata al 99% e vi farà perdere tutto il dj set per cui siete usciti di casa.
Livello 13: Messo male
“Hai dell’acqua?”
“Stai bene? Sei pallido…”
“No, sto bene, mi gira un po’ la testa, sono ok.”
Ognuno di noi ha un amico che si concia a merda ogni volta. Ed è un incubo. Dopo una certa età bisognerebbe essere in grado di riconoscere da lontano il punto di non-ritorno e fermarsi per tempo. Invece qualcuno sembra non impararlo mai e diventare quello che collassa, o peggio quello che inizia a sbroccare da matti e bisogna contenerlo. Cose di questo genere possono capitare a tutti, ma quando diventano seriali è bene far presente all’amico in questione che non è circondato da assistenti sociali.
Livello 14: Ordinare il cibo
“Ce le hai le patatine?”
“Cosa mi dai per un euro e cinquanta?”
“Scusa, siamo ancora chiusi.”
Dopo i tassisti, la seconda categorie di persone che dovranno subire la vostra molestia sono i negozianti da cui andrete a comprare cibo la mattina. Anche perché di solito la semplicissima frase: un kebab, patatine fritte e acqua frizzante” si trasforma in “quella cosa con un po’ di ketchup sì mi metti dentro anche i crauti no senza maionese sì ok mi ci metti i pomodori no anzi senza pomodori ok sì intanto due birre no ho cambiato idea ce li volevo i pomodori, ah un’altra patatina, solo maionese, no la maionese non nel kebab, solo in una delle patatine, ah ci hai messo le cipolle non le volevo le cipolle” istigando qualsiasi persona sana di mente a uno sputo nel tuo panino di prima mattina. Cerca di essere gentile con i negozianti perché già è tanto che ti fanno entrare, messo così.
Livello 15: Il cosmo
“Questa cosa che siamo così distanti e che la luce delle stelle è di milioni di anni fa… Cazzo.”
“Ci pensi mai al babbo di Mike Tyson?”
“Ci sono oggetti che pensiamo di aver inventato ma che secondo me ci sono sempre stati, tipo in una realtà parallela, cioè, ci sono robe che è impossibile che non venissero fuori a un certo punto, tipo le scale. Le scale sono sempre esistite nell’universo.”
Merda, sei arrivato al boss, al livello finale. Devi essere messo molto male. A questo punto non ci sono più regole, gli argomenti di conversazione vanno da “come sono belli gli animali selvaggi, è stupido che l’uomo si senta superiore al coguaro” a questa idea geniale per un’app che hai avuto qualche giorno fa in cui i messaggi appaiono sopra grafiche che simulano il mood di quello che stai scrivendo. Tutti geni alle sei del mattino.
Adesso che hai completato tutti i livelli, è meglio che tu vada a dormire.