Il cunnilingus è un argomento ancora molto tabù nella nostra società, e lo dimostra il fatto che traducendo questo articolo dall’inglese abbiamo dovuto usare il titolo che vedete lì sopra. I film vengono vietati a una fascia più ampia della popolazione se contengono immagini di qualcuno che emerge tipo coccodrillo dalle cosce di una donna e l’eiaculazione femminile è letteralmente bandita dal porno in UK. Ecco la situazione in cui ci troviamo. Gli uomini, nel frattempo, possono spruzzare come idranti su ogni superficie. E stiamo ancora a indignarci se il presidente degli Stati Uniti confonde due stati del Medio Oriente. Per fortuna, spesso, ciò che viene represso dall’esterno trova comunque la forza di esprimersi e in molti casi la musica è riuscita a soffiare via lo strato di polvere che copriva le idee della cultura mainstream su cose come il ruolo dei generi e le politiche sessuali.
Artisti di tutti i tipi—dalle riot grrrl all’R&B—hanno orgogliosamente ficcato il naso (o insomma, quella zona della faccia) dove i casti cantori dei decenni scorsi non hanno saputo osare, compilando così un ricco florilegio di inni al pussy power. Siete libere di scegliere il vostro preferito, dal primo singolo delle TLC “Ain’t 2 Proud 2 Beg” in cui Left Eye (RIP) canta le lodi di un amante che “bacia tutte e due le paia di labbra” a “Anti-Pleasure Dissertation” delle Bikini Kill in cui Kathleen Hanna si scaglia contro gli uomini che si vantano delle loro conquiste (“gli hai raccontato anche quanto era punk rock l’odore della mia fica?“).
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Sì, è ancora difficile ottenere un’educazione sessuale completa, i maschi cisgender hanno ancora bisogno di mappa e bussola a letto e il dialogo culturale che gira attorno alla soddisfazione vaginale è ancora tempestato di vecchia misoginia (vedi Blue Valentine). Ciononostante, la buona notizia è che rapper, rocker, cantanti e anche comici come Key and Peele stanno combattendo per la giusta causa, negli studi di registrazione quanto a letto. Quindi, in onore dei loro servizi, ecco alcuni dei migliori inni al leccare la fica degli ultimi trent’anni:
SYD – “DROWN IN IT”
“Stasera ci nuoterò, mi ci tufferò, ci annegherò…”
Le artiste queer sono sempre di più, ma le canzoni d’amore queer che riescono ad azzeccare quel senso di desiderio che ha una donna per una donna in modo significativo, duraturo e reale—nel rap e oltre—sono ancora rare quanto una cacca di unicorno. Adoro i pezzi da una botta e via di Young MA, ma a volte serve una canzone lenta e suadente per comunicare quella seduzione. Eccola: “Drown In It”, dal fantastico album di debutto di Syd FIN. Dura appena più di un minuto, è più un interludio, uno di quei pezzi che ti lascia a bocca aperta piena di aspettativa—con la sua voce vellutata e una semplice melodia riverberata. In realtà è un po’ un peccato perché io, personalmente, avrei voluto ascoltarla più a lungo. Diciamo circa 34 minuti, per poter apprezzare al meglio l’arrangiamento sexy che dipinge questa scena in cui Syd è talmente presa da questa vagina da essere disposta a “morirci dentro”. Roba da Shakespeare.
LIL KIM – “NOT TONIGHT”
“La morale della storia è: se non lecchi non ficchi”
Ben prima che Amber Rose si mobilitasse contro lo slut-shaming e Nicki Minaj se ne venisse fuori con Drake e Lil Wayne al guinzaglio che parlano di leccarle il buco del culo, Lil Kim era in prima linea per tutte le donne che amano farsi trattare con tutti i crismi. Hard Core, la sua opera porno-rap di debutto, offriva una visione sfacciatamente egoistica di una sessualità selvaggia che raggiungeva il picco con “Not Tonight”—un inno per tutte le donne che non ne possono più degli uomini con la lingua timida. Il ritornello—”Non voglio il cazzo stasera; leccami per bene la fica”—è diventato immediatamente un canone, mentre il remix Ladies Night, che ospita un gruppo nutrito di femmine alfa (Missy, Da Brat, Angie Martinez, Left Eye), ha raggiunto rapidamente il disco di platino grazie al fatto che ogni verso poteva essere riutilizzato come tweet con l’emoji dell’applauso tra una parola e l’altra.
TORI AMOS – “RASPBERRY SWIRL”
“Se vuoi entrarle dentro, beh / Farai meglio a prepararle un frullato al lampone…”
Tori Amos ama gli uomini etero, anche se la sua musica è troppo “cruda” perché loro riescano ad apprezzarla. È senza dubbio il caso di “Raspberry Swirl” che praticamente è come dire “dio, che palle, lasciate fare a me” a tutti gli uomini. Forse è per questo che così tanti critici che hanno documentato la sua ascesa a cavallo tra anni Ottanta e Novanta erano propensi a identificare il genio pianistico e sessuale di Amos in termini di follia: era “100 percento pazza“; una “stramboide“; una “turbo-svitata di prima categoria”, come nella parodia di lei messa in scena su Bob’s Burgers qualche anno fa. A quanto pare le canzoni che mettono in discussione la mascolinità tendono ad avere un effetto negativo sulla vecchia guardia… chi l’avrebbe mai detto?
DANNY BROWN – “I WILL”
“Spogliati, baby, chinati, fammela vedere / cerchi un vero leccafiche? L’hai trovato”
Anche i maggiori appassionati di peana vaginali faranno fatica a trovare un testo così tenero, sincero e creativamente svergognato di questa hit minore da XXX di Brown. Pezzi rap che parlano del culo escono ogni tre ore, quindi una vera ode all’altro lato della pelvica risulta ancora piuttosto radicale. Danny Brown CI STA, non si mette a fare il timido o ad assaggiare in punta di lingua. Una canzone che sembra fatta apposta per essere memorizzata verso per verso e usata per impressionare i parenti al prossimo karaoke di famiglia.
KEHLANI – “FIRST POSITION”
“Tipa, prova qualcosa di vero, voglio farti capire come ci si sente ad andare con qualcuno di serio…”
Ecco a voi l’inno alla curiosità sessuale di cui il mondo aveva bisogno, per gentile concessione della (apertamente bisessuale) dea R&B Kehlani. È la traccia migliore del mixtape del 2014 You Should Be Here e una lezione magistrale di seduzione e consenso erotico, uno di quei lenti trap che dovrebbero accompagnare la perdita della verginità omosessuale di ogni ragazza che si sente un po’ queer:
“Potrei farti vedere questo lato, se ti va…
Comincio piano per farti sentire sicura, dimmi tu quando ne vuoi di più
Se il tuo respiro si fa più rapido, è normale; se le mie mani si muovono agili, è normale…”
Chi non vorrebbe passare su “quel lato” con Kehlani? Siamo sincere: le donne queer cisgender saranno anche al picco della visibilità nella società occidentale al giorno d’oggi; siamo in TV, siamo in classifica, ci facciamo vedere alla luce del sole e ci prendiamo il nostro spazio in politica. Ma la nostra vita sessuale è ancora tabù e i nostri corpi sono ancora estremamente controllati dallo stato. Canzoni come “First Position” spaccano perché demistificano il nostro desiderio e sostengono la nostra autonomia, e con stile da svenire. Quindi brindiamo al pussy power, in camera da letto e fuori.
(Foto in cima da “We Can’t Stop” di Miley Cyrus, che non parla esplicitamente di leccare la fica ma quasi.)